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Brindisi, Il Consigliere Regionale Romano (D.S.) interviene sulla Sanità



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Brindisi, 23/09/2006

Il Consigliere Regionale Romano (D.S.) interviene sulla Sanità

Le Leggi approvate in materia di sanità pongono il management delle ASL della Regione Puglia nella condizione di concretizzare il modello di sanità che il centro sinistra intende realizzare.
Il rischio che le emergenze, prima tra tutte la pesante eredità finanziaria, possano far perdere di vista il modello compiuto è reale (deospedalizzazione, attenzione alla medicina territoriale, integrazione con gli aspetti socio sanitari, porta unica di accesso, servizi in rete); ma la sfida sta nel saper rispondere alle tante quotidianità e contestualmente realizzare il nuovo modello di sanità.
Va detto per onestà che le diverse emergenze non sempre sono oggettive, che qualche volta sono figlie della “medicina difensiva”, e qualche altra dell’approssimazione o negligenza di chi, con un po’ di buona volontà, avrebbe potuto e dovuto risolvere un problema.
Il pianeta è complesso e gli interessi in campo sono tanti; occorre con lungimiranza non perdere di vista il paziente, le sue problematiche e fare in modo che la sanità pubblica recuperi agli occhi del cittadino, in. fiducia e credibilità.
Gli assetti organizzativi delle Aziende, degli Ospedali di eccellenza vanno definiti rapidamente in base ai modelli previsti con l’ultima Legge regionale, avendo come barra da un lato i dati di rilevazione epidemiologica che certifica le mobilità e dall’altro i punti di criticità che mortificano la prestazione in regime di ricovero.
Per le strutture ospedaliere della ASL di Brindisi ad esempio, occorre concludere le selezioni in essere dei primari, a partire da quello per l’oncologia da cui dipende sia la organizzazione del reparto che il servizio su tutto il territorio. Bisogna individuare i responsabili di Unità Operativa semplice, incaricare le posizioni organizzative ed i responsabili di coordinamento del comparto attivando i servizi dirigenziali aziendali (infermieristici, tecnici, tecnici della prevenzione).
Contestualmente vanno costituiti i dipartimenti, nominandone i responsabili, avendo cura di insediarli su piani di azione definiti a migliorare la prestazione funzionale e la presenza sul territorio in termini di deospedalizzazione.
Attenzione prioritaria va posta all’Ospedale Perrino che non può più concorrere con il territorio, ma deve migliorare il suo profilo di Ospedale di eccellenza, dandosi l’ambizioso obiettivo di intercettare quella domanda di prestazione complessa che oggi è mobilità passiva.
Redistribuire i posti letto di ortopedia e chirurgia previsti dal piano Fitto per il polo Ospedaliero di Brindisi, trasferendo al Melli di San Pietro venti posti letto di ortopedia e cinque di chirurgia in h.12 ed al De Lillis di Mesagne venti di chirurgia e cinque di ortopedia in h.12 non può significare aprire doppioni di attività specialistiche; un tale disegno è destinato a fallire nel breve periodo.
Allora al Melli di San Pietro dovrebbe essere indirizzata tutta la traumatologia, escluso quella abbisognevole di particolare intervento anestesiologico, al De Lillis di Mesagne la chirurgia laparoscopica e puntare a potenziare l’offerta di eccellenza del Perrino con interventi di ortopedia, di chirurgia toracica, di chirurgia pediatrica complessi, peraltro già previsti dall’attuale piano di riordino.
Ancora, l’ottimo livello di prestazioni garantito dal reparto di cardiologia deve spingerci ad aggredire la criticità della mobilità passiva in emodinamica e chirurgia interventista.
Non mi pare concretamente percorribile la strada del reparto autonomo, ma una attività a cavallo tra cardiochirurgia e chirurgia interventista non necessariamente collegata con un reparto autonomo, ma organizzata funzionalmente con la cardiochirurgia interventistica, con spazi dedicati si.
Come mi pare del tutto naturale accelerare i tempi acchè l’Ospedale di Ceglie oltre alle branche già annunciate, ospiti un centro risvegli collegato con il Neurolesi. Il polo ospedaliero dell’asse Ostuni Fasano Costernino va potenziato in termini di offerta sanitaria specialistica, ponendo attenzione a ciò che la Giunta regionale ha comunicato in termini di volontà politica e cioè la costruzione, nell’area interessata, di un nuovo Ospedale di 350-400 posti letto.
Insieme a ciò deve partire la novità vera delle Leggi approvate, che è quella del rilancio funzionale dei Distretti. Atteso che oggi abbiamo due dirigenti di distretto su quattro incaricati, diventa una priorità bandire i concorsi delle posizioni apicali vacanti per dare stabilità alla struttura e per lavorare da subito a piani di azione tesi a potenziare e migliorare i servizi sanitari di distretto.
Noi vogliamo che i distretti funzionino, che si insedino i nuclei delle cure primarie, vogliamo sostenere la costituzione di studi associati tra medici di base che fungano da front-office con la ospedalizzazione, rilanciare l’assistenza domiciliare integrata, è utile far partire progetti mirati ad informare e prevenire sulle “nuove malattie sociali” dell’apparato respiratorio, nel campo allergologico, in quello psichiatrico (bulimia, anoressia). Ecco, abbiamo detto di volere una sanità che arrivi di più e meglio nelle case delle persone e questo può avvenire soltanto se il Distretto, da postazione sanitaria prevalentemente burocratica si trasforma in presidio sanitario clinico e diagnostico-terapeutico.
Ma questo può avvenire se, nel Distretto, si insedia un management stabile al quale affidare una politica fatta di scelte concrete e visibili. Il tempo della ricognizione, della riflessione, della mediazione è scaduto, ora occorrono i fatti che la gente aspetta con sempre maggiore impazienza.
Si è perso tempo? Assolutamente no visto gli importanti risultati conseguiti dalla ASL di Brindisi in merito, ad esempio, all’abbattimento delle liste di attesa; però occorre comunque innescare una marcia più veloce. Per parte mia sono al lavoro per la convocazione, in tempi celeri e sulla sanità, degli Stati Generali del centro sinistra della Provincia di Brindisi; una riunione per mettere assieme Parlamentari, Consiglieri Regionali, Amministratori locali, Partiti che, insieme con l’Ass.re regionale, traccino le linee del Piano della salute per la nostra Provincia.

Giuseppe Romano (D.S.)
Membro commissione sanità


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