Verona, 17/10/2006
2ª Giornata al Convegno Ecclesiale, 1800 i delegati
Si è aperta con la relazione del prof. don Franco Giulio Brambilla, preside della facoltà teologica dell’Italia settentrionale, la seconda giornata di lavori al 4° Convegno della Chiesa italiana che si sta celebrando a Verona.
I 1800 delegati si sono ritrovati nei padiglioni della Fiera di Verona dove don Franco Brambilla ha tracciato l’orizzonte teologico pastorale del convegno. “All'inizio del Novecento - ha detto il relatore - Nietzsche rimproverava ai cristiani di non essere testimoni della novità sconvolgente della vita risorta. E il secolo appena trascorso ne è stato purtroppo come la triste conferma”. È necessario, secondo il relatore rilanciare quella tradizione, tutta italiana, di un cristianesimo popolare. Tale popolarità ha sottolineato ancora significa la sfida di “una fede presente sul territorio” e “capace di rianimare la vita quotidiana delle persone"..
Alla relazione sono seguiti gli interventi di Paola Bignardi, direttrice di “Scuola italiana moderna” e coordinatrice nazionale di Retinopera, che ha tracciato la prospettiva spirituale del convegno, quello di Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica del Sacro cuore che ha sottolineato l’implicazione culturale e quello di Savino Pezzotta, presiedente della fondazione “Ezio Tarantelli” che ne ha tracciato il profilo sociale.
Nel suo intervento la Bignardi ha sottolineato come la comunità cristiana debba recuperare l’essenziale e cioè “la parola di Dio, la liturgia e la comunione”. Fondamentale, a parere della relatrice è l’apporto dei laici che, pur nella diversità dei loro cammini devono tendere all’unità.
Secondo il prof. Ornaghi, invece, il cristianesimo deve farsi carico dei bisogni del Paese e in questo “farsi carico politica e cultura si incontrano”.
Nel suo applauditissimo intervento l’ex segretario generale della CISL, Savino Pezzotta, ha invitato i credenti a fare i conti con la realtà del bipolarismo “uscendo dalle nostalgie per costruire una nuova e plurale presenza dei cattolici nell’impegno politico. L’unità dei cristiani – ha ammonito il relatore – non si realizza in politica, ma nell’essere Chiesa e nel vivere il rapporto con i vescovi, i presbiteri, i religiosi e le religiose e con la comunità cristiana in forte e profonda comunione”. I cattolici, dunque, devono “scegliere, in libertà, di militare ed impegnarsi in uno o nell’altro schieramento, avendo chiaro che, sempre più, l’agire e la decisione politica saranno posti di fronte a valori indisponibili e a temi eticamente sensibili”.
Nel pomeriggio i delegati, suddivisi in trenta gruppi diversi, si sono impegnati nella riflessione, sui diversi ambiti della testimonianza cristiana: vita affettiva, lavoro e festa, fragilità, tradizione e cittadinanza.
COMUNICATO STAMPA ARCIDIOCESI BRINDISI - OSTUNI UFFICIO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
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