Brindisi, 12/12/2006
La Carovana Antimafie 2006 arriva in provincia
Giovedì 14 e Venerdi 15 Dicembre 2006, la Carovana Antimafie 2006, organizzata da Arci, Avviso pubblico e Libera sarà in provincia di Brindisi.
Giovedì, presso l’ Istituto Professionale di Stato per i Servizi Sociali Francesca Laura Morvillo Falcone di Brindisi, ore 10.30, sarà rappresentata la "favola industriale"
LA MIGLIORE VENDETTA E’ IL SUCCESSO
con Alessio Di Modica per la regia Marcello Cappelli.
Seguirà un incontro con Francesco Dezio, autore del libro
“Nicola Rubino è entrato in fabbrica” (Feltrinelli 2004).
Venerdi lo spettacolo teatrale sarà riproposto, alle ore 20.30, presso il Teatro Comunale di Mesagne.
Lo spettacolo “LA MIGLIORE VENDETTA E’ IL SUCCESSO, favola industriale” si pone come fine di
ricostruire una memoria degli episodi che nell’immediato dopoguerra ha completamente stravolto un
territorio trasformando una parte della Sicilia orientale da un popolo di agricoltori, pastori e pescatori in
operai petrolchimici.
Cambiano aspettative e prospettive.
In poco tempo viene realizzato il petrolchimico più
grande d’Europa, contemporaneamente a Ragusa viene scoperto il petrolio, sembra che l’atavica povertà
venga definitamene sconfitta.
Pensiamo sia importante oggi riappropriarsi di questa memoria e di restituirla alle giovani generazioni.
Lo spettacolo ha ottenuto la menzione speciale al premio SCENARIO 2003 con le seguenti motivazioni: per
la particolare efficacia e ricchezza espressiva del lavoro di Alessio Di Modica, attore-autore che rilegge sulla
scena le possibilità della narrazione teatrale colmandola di visioni che appartengono al degrado di un
ambiente urbano e alle sue possibilità di riscatto
Nel piccolo capolavoro di denuncia “Nicola Rubino è entrato in fabbrica” scritto nei ritagli di tempo,
Francesco Dezio tiene il diario disilluso di un giovane alienato dalla catena di montaggio in una fabbrica, che
come Dezio stesso scrive nella postfazione “non esiste nella realtà”, ma è “la fusione molecolare del peggio
che ho visto e che ho sentito”. Ed ecco come la scrittura diventa un bisogno: e mentre loro “mi comandano,
mi sfottono, ci litigo, mi minacciano, mi licenziano – io scrivo”. E raccogliendo il grido di dolore di un’intera
generazione di precari, lavoratori di serie b costretti alla calma ed al silenzio Francesco Dezio scrive, anzi
“scrive tutto” perchè “loro hanno abusato di me due anni a formazione. Io abuserò di loro in eterno, punto e
basta.”
Spietato, graffiante, disilluso, amaro. È questo il gusto che si assapora nelle pagine di Francesco Dezio, che
con questo breve, ma forte racconto si fa testimone del suo tempo, diventando simbolo di quella precarietà
soffocante e disarmante che ingrigisce l’universo esistenziale dei giovani alle prese con il mondo del lavoro.
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