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Brindisi, Convenzioni energetiche: forte riduzione del carbone e polifunzionalità del porto



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Brindisi, 21/12/2006

Convenzioni energetiche: forte riduzione del carbone e polifunzionalità del porto

L'approvazione della Mozione Urgente sulle convenzioni energetiche, proposta dai Democratici di Sinistra e approvata alla unanimità dal Consiglio Provinciale di Brindisi, è un successo politico di inestimabile valore, che avrà effetti duraturi.

Un grazie sincero lo rivolgiamo senz'altro ai consiglieri di maggioranza, ma va dato atto e pari merito ai consiglieri e alle forze politiche di minoranza e d'opposizione presenti, d'aver assunto un atteggiamento responsabile e costruttivo, che non esitiamo a riconoscere e ad apprezzare pubblicamente.
Sarebbe un errore, anche massmediologico, sottovalutare la unanimità dei consensi sui contenuti di una piattaforma negoziale, per quella che resta storicamente la madre di tutte le battaglie ambientali, e cioè, la questione energetica brindisina.

E' un fatto altrettanto importante che di tale questione se ne sia finalmente e pienamente appropriata l'assemblea elettiva, riportandola quindi nel suo naturale alveo pubblico, e sottraendola a ogni possibile suggestione, tentazione e gestione oligarchica.
Stabilito quindi il livello pubblico del percorso negoziale, occorre ora costituire il suo soggetto unitario, rappresentativo e qualificato, sulla base della piattaforma contrattuale approvata, i cui cardini sono costituiti dalla centralità di una forte riduzione delle quantità di carbone a livelli che siano sostenibili da un territorio ambientalmente stressato, e la liberazione di gran parte del Porto da esso e i suoi derivati, ceneri e gessi, per promuoverne la sua polifunzionalità.

Si torna cioè al percorso tracciato dalle coordinate negoziali del '96, dopo un decennio di errori (e orrori!) che ci hanno portato agli otto milioni di tonnellate di carbone odierni
Si è già storicamente dimostrato che illusoria, -anche se aziendalmente più conveniente, ma perdente per il territorio- è stata la "scorciatoia" della mera fissazione dei tetti di emissione. Essi vanno ora ridefiniti (e ampliando anche lo spettro degli inquinanti da controllare!) a livelli più bassi da quelli stabiliti dal Piano di disinquinamento previsti per l'area a rischio. Ciò può farlo il PEAR, ed essi possono essere stabiliti, nel concerto istituzionale, dal Piano regionale sulla Qualità dell'Aria, che obblighino all'adeguamento conseguente i singoli impianti.
Il monitoraggio deve poi divenire una cosa più credibile, in quanto esso deve essere continuo e prevedere l'osservazione permanente di una vasta gamma di elementi inquinanti, finora esclusi. E soprattutto, esso deve essere svolto da un soggetto unico e pubblico.
Sulla base di tutto ciò, con le società elettriche, che non demonizziamo, vanno stabiliti rapporti pubblici e corretti, di trasparente e proficua reciprocità.

Va da sé che, in questa ratio negoziale, impensabile è l'ipotesi dell'utilizzo sperimentale del cdr nelle centrali, cosa che correttamente non si è mai discussa nel tavolo tecnico dei tre rappresentanti di Comune, Provincia e Regione con le società elettriche, e sulla quale si è altrettanto correttamente, pubblicamente e ufficialmente pronunciato il Presidente Errico, facendone edotta la Regione.

Ne siamo consapevoli. Stiamo osando il quasi impossibile in un contesto difficile, se non ostile. L'unità territoriale diventa un bene primario più che mai. Nell'era globale sono i territori ad essere in competizione, non gli schieramenti. Se comprendiamo questo, ciò che è necessario per le nostre genti, potrà essere possibile.

Ernesto Musio
Responsabile Provinciale Ambiente DS


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