San Pietro V.co, 04/01/2007

Convenzioni: Comitato 8 Giugno chiede di partecipare alla fase negoziale

Il Comitato 8 Giugno ha inviato una lettera al Presidente della Provincia di Brindisi Michele Errico chiedendo di poter partecipare alla fase negoziale che si apre con le società elettriche, e proponiamo una vera e propria cabina di regia o di task force -della quale far parte-, di tutte le espressioni istituzionali, sociali e civili più rappresentative e significative dell'area a rischio, con l'intento di promuovere uno sviluppo della stessa, disinquinante e sostenibile.
Dalla missiva si apprede che "l'8 giugno 2006 è nato un Comitato che, in poche settimane, ha raccolto 2.500 adesioni, in risposta alla teoria di ipotesi avanzate, e sovente avallate, su Cerano, che la configuravano come una vera e propria pattumiera: Porto Industriale, Rigassificatore, Molo Carbonifero, Dissalatore, Parco Eolico, Cdr da bruciare nella Centrale". Gli aderenti al Comitato non si definiscono "afflitti dalla cosiddetta sindrome di Nimby" ma "persone che, senza chiedersi da dove ognuno di noi venisse, si è unita alle altre, per trasformare un sogno individuale nella realtà di tutti e per tutti: cominciare a tutelare un territorio che ha già subito l'insediamento di una delle centrali elettriche più grandi, e più inquinanti, d'Europa, andando anche oltre la delega democratica ai pubblici poteri locali".
"Noi non vogliamo l'impossibile - continuano - ma rendere più compatibile gli insediamenti inquinanti con il territorio e la tutela della salute.
Il Dott. Claudio Imperiale, dirigente medico della Divisione di Pneumologia dell'ospedale "N.Melli", in una Nota fatta pervenire quest'estate al Comitato, tra le altre cose dichiara che, nell'area industriale di Brindisi, la morte per tumore nei maschi è superiore del 48% rispetto alla media regionale, e che uno scarto così significativo non si registra in nessun'altra parte d'Italia".

Se non ci fosse stato questo Comitato - ricordano nella lettera - molto probabilmente il cdr starebbe già bruciando nella Centrale di Cerano, anche se sappiamo che, fino a quando il Commissario Straordinario e l'Amministrazione Provinciale non diranno come intendono chiudere il ciclo dei rifiuti, la tentazione resta dietro l'angolo. Abbiamo però apprezzato come abbia posto pubblicamente rimedio a una ingenuità iniziale, ma anche alla deludente solerzia di apparati tecnici, zelanti nel far apparire ineluttabile ciò che, invece, nelle altre realtà regionali, che hanno la fortuna di non avere centrali elettriche, sta conoscendo, studiate per tempo, soluzioni diversificate.
Abbiamo anche apprezzato il recente voto unanime sui contenuti negoziali per nuove Convenzioni con le aziende elettriche, che il Comitato condivide in pieno, in quanto, al di là di ogni ipocrisia e falsa coscienza, pongono la vera questione ambientale dell'area a rischio, e cioè il tanto, il troppo carbone che il territorio sembra condannato a dover ospitare e le nostre popolazioni a dover respirare.
Il Comitato si propone come parte attiva di questa nuova fase. Ci siamo costituiti anche formalmente, con l'approvazione di uno Statuto, che alleghiamo, e la formazione dei suoi organi. Il Comitato si sta dotando di un sito telematico e si sta strutturando, in quanto intende durare nel tempo, e intervenire attivamente e direttamente nello sviluppo complessivo dell'area a rischio, attraverso il contributo dei propri professionisti e dei propri tecnici, e quello della purissima passione civile che lo anima.