Brindisi, 16/01/2007
La Cisal su rigassificatore, porto ed energie rinnovabili
Con un comunicato stampa del 27 dicembre 2004 la CISAL di Brindisi esprimeva la sua posizione in merito alla questione del rigassificatore dichiarando la sua posizione contro gli effetti di un compromesso siglato due anni prima dai rappresentanti
istituzionali di allora, che avevano fatto passare alcune autorizzazioni come adeguamenti tecnici per la costruzione di un molo sul quale installare l’impianto di rigassificazione.
La CISAL, nel dichiarare il proprio NO al rigassificatore si schierò, già allora, al fianco di chi lottava per le stesse rivendicazioni, pur riconoscendo valida la necessità
di dotarci di questa infrastruttura per ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese.
A distanza di due anni ribadiamo la stessa posizione convinti, ancor più di prima, che una simile struttura non può essere localizzata all’interno del porto per il ben noto impedimento di transito di altre imbarcazioni all’interno del porto durante
l’operazione di scarico del gas dalle cassiere ai depositi, senza sottovalutare la quantità di gas metano che il rigassificatore rilascerebbe nell’atmosfera contribuendo a dare un grosso contributo all´effetto serra di cui l´Italia è destinata ad essere una delle prime vittime.
Semmai, sarebbe stato più accettabile la proposta di localizzare tale impianto in un sito più distante dalla città, magari fuori dal porto o addirittura in mare aperto, così
come - ingegnosamente - si è fatto in altre parti d’Italia.
Abbastanza criticabile, risulta per noi, la posizione assunta in favore del rigassificatore a Capobianco, da parte di coloro che hanno giustificato la loro posizione prorigassificatore
ponendo la questione dal punto di vista occupazionale, pur essendo perfettamente a conoscenza che, con un tale impianto, si sarebbero realizzati al massimo 90 posti di lavoro fra impianto e indotto e che, come accade spesso a
Brindisi, non avrebbe interessato la manodopera brindisina.
Eravamo e restiamo del parere che tutto deve avvenire nel rispetto delle leggi e delle procedure previste per la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, coinvolgendo
gli interessi collettivi, precedentemente esclusi. Con la riapertura della Conferenza dei servizi, decretata dal Governo in data 27 dicembre 2006, è stata finalmente riconosciuta la necessità di procedure di garanzia rigorose come previsto dalle leggi in vigore.
Rimane l’amara constatazione che il territorio brindisino ha da sempre patito un processo di industrializzazione voluto da chi non ha a cuore le sorti della nostra città e che ha decretato la fine del nostro porto, a danno di tutti gli operatori che, con grandi sacrifici avevano cercato di dare lustro al porto di Brindisi, promovendo collegamenti marittimi che, invece, sono stati tutti dirottati verso il porto di Bari.
Non è mai venuto in mente a nessuno o probabilmente tutti hanno voluto evitare di pensare che esiste un’alternativa rappresentata dall'energia rinnovabile, le cui risorse
sono abbondanti sul territorio nazionale. Abbiamo il sole, da sfruttare con i pannelli fotovoltaici ed il vento sulla nostra costa, per fornire energia eolica a basso costo.
Purtroppo manca la volontà di battersi per l’energia alternativa perché dietro le risorse energetiche e l’inquinamento girano grossi interessi, superiori certamente alla nostra salute.
COMUNICATO STAMPA UNIONE PROVINCIALE CISAL BRINDISI
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