Brindisi, 19/01/2007
Un altro sviluppo, De Luca (PdCI): “Brindisi a Brindisi!”
Non è l’ennesima espressione campanilistica. È il titolo di una bella e allegra canzone compresa in un CD che ho avuto il piacere di ascoltare nella Cantina Botrugno. Brindisi a Brindisi è un calembour che gioca sul duplice significato del termine, un invito a brindare ad una città che porta nel nome allegria, convivialità e ospitalità. Mi sia permesso di sottolineare che il luogo in cui questo CD ho reperito consente degli ottimi brindisi a Brindisi.
Opera meritoria questo CD, del Canto Antico della Nostra Terra. Tra i nomi degli artisti ho indovinato quello di Mimino Gianluisi al quale mi lega antica stima e amicizia, spero reciproca.
Ne abbiamo una qualche ragione per cantare questa canzone magari nella suddetta cantina?
Io credo che ancora ce ne siano di ragioni, ma bisogna far presto assai presto per non perderle.
Da molti punti di vista. Vi sono ancora a Brindisi degli scrigni colmi di tesori, sfuggiti alla barbarie della imposizione di modelli di sviluppo e di impresa folli e sciagurati, ma vi è il terrore che questi forzieri vengano scoperti e saccheggiati. Abbiamo un po’ di tempo e di voglia per valorizzare questi tesori e utilizzarli per un altro sviluppo? Io credo che si possa fare.
Ma cosa è un altro sviluppo? Che parole sono quello che dicono sviluppo sostenibile? Sostenibile da chi?. Dobbiamo rassegnarci alle ipotesi rispettabilissime del mio omonimo Giuseppe (PATTI CAVALIERE) sulla infrastrutturazione pesante della città e delle sue risorse?
Mi permetto di sollevare una questione: la infrastrutturazione pesante può avere due mission differenti: piegare un territorio alle esigenze di poche potenti oligarchie oppure potenziare le vocazioni storico-geografiche di una area.
Il Porto di Brindisi e il suo territorio hanno o no una vocazione storico geografica ad una intermodalità per lo scambio di merci e il trasporto di persone?. È possibile immaginare che ciò che la Natura ha fatto possa dall’uomo essere apprezzato, utilizzato e potenziato accentuandone le caratteristiche invece di distruggerlo? In definitiva chi investe ha diritto ad un ritorno dell’investimento, diciamolo, ad un profitto. Ma questo profitto è giustificato solo dalla capacità imprenditoriale di mettere insieme risorse e forza lavoro, organizzarle e incrementarne la produttività. Se il profitto deriva dalla rapina di risorse altrui, umane o naturali, siamo di fronte ad una impresa si, ma criminale.
Pino De Luca PdCI – Brindisi
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