San Pietro V.co, 24/01/2007
Convenzioni, 8 Giugno:"Il carbone delle centrali va diminuito"
Il 2012 è l'anno nel quale avrà termine il Protocollo di Kyoto, e si tireranno le somme di quanto realizzato.
L'Agenzia Spaziale Europea e altre Agenzie similari del mondo, fra le quali ovviamente la NASA, sono impegnate in programmi di controllo ambientale del Pianeta. Uno di questi programmi, tramite il satellite Envisat, in orbita da cinque anni, ha disegnato la mappa globale dell'inquinamento, tra i quali l'ossido di azoto e il biossido di carbonio.
E’ questo osservatorio satellitare a informarci che la centrale elettrica Enel di Cerano risulta essere la più inquinante d'Italia, come purtroppo continuano a confermare e dimostrare i dati di un monitoraggio territoriale, certamente più continuo che nel passato, ma ancora largamente incompleto.
Nonostante tutto ciò, l’Assessore Regionale all’Ambiente, e con esso il Governo Regionale, persiste, con ostinazione degna di miglior causa, nell’ipotesi di bruciare CDR a Cerano, in sostituzione del 5% di altrettanto carbone. Vedasi dichiarazioni durante la riunione di annuncio della fine della fase commissariale sui rifiuti.
Poiché “il trucco” consiste nella disinvolta conclusione che così si contribuisce a diminuire la CO2, tralasciando di aggiungere che si immettono in atmosfera in modo cospicuo altri inquinanti, fra i quali la diossina, è bene essere chiari, ora che si è avviato il confronto negoziale con le società elettriche.
Il carbone delle centrali va diminuito. Punto. Se nel ’96, 2 milioni di tonnellate di carbone non toglievano a Brindisi la “maglia nera” di area ad elevato rischio di crisi ambientale, immaginiamo con gli otto milioni circa attuali!
Pertanto, ogni riduzione di carbone che si pretenda di aversi solo in modo sostitutivo, può responsabilmente farsi solo con altre fonti energetiche pulite e rinnovabili, che cioè tolgano tasso di inquinamento, e non lo sostituiscano, se addirittura non lo aumentino, con inquinamento di altro tipo!
E non necessariamente tali fonti rinnovabili e pulite, che servono a mantenere gli stessi livelli di produzione energetica, devono installarsi nella stessa disgraziatissima area a rischio, sempre in quel giardino!
Ma, ciò che accade sotto il cielo della Puglia, aumenta la determinazione del Comitato a intervenire direttamente, oltre le deleghe democratiche, sul presente e sul futuro di questa parte di territorio, tanto incerta appare la sorveglianza e la tenuta istituzionale.
Stiamo raccogliendo dati epidemiologici del territorio, e stiamo studiando possibili “chiusure” del ciclo dei rifiuti da proporre. Dati e proposte saranno rese note e oggetto di dibattito, con un pubblico Convegno. Stiamo studiando tutta la materia anche da un punto di vista legale. E ci stiamo attrezzando per avviare una campagna di adesioni formali, con una vera e propria card, in tutto il territorio dell’area a rischio, a sostegno di un progetto disinquinante e sostenibile, assolutamente necessario e quindi non impossibile.
COMUNICATO STAMPA COMITATO 8 GIUGNO
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