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Brindisi, Impianti eolici, Italia Nostra e Coldiretti: "programmare tavoli di concertazione"



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Brindisi, 30/01/2007

Impianti eolici, Italia Nostra e Coldiretti: "programmare tavoli di concertazione"

Sul tema degli insediamento di impianti eolici in Brindisi e provincia, oggi, Coldiretti ed Italia Nostra hanno inviato una lettera aperta al Sindaco di Brindisi, ai Consiglieri Comunali, al Presidente della Provincia, ai Consiglieri Provinciali, a tutti i Sindaci dei Comuni della Provincia e per conoscenza al Presidente della Regione Puglia, all'Assessore all’Ambiente, all'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Brindisi ed agli organi d’informazione.
Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:

L’energia prodotta in Puglia copre il 20% del fabbisogno nazionale, ed è di gran lunga superiore ai consumi regionali. Tale produzione si realizza soprattutto nel territorio brindisino usando come combustibile principale il carbone, la cui convenienza economica è pari ai danni per l’inquinamento prodotto. Per tali motivi è sentito fortemente il bisogno di razionalizzare meglio tale produzione e rendere le ricadute ambientali il più possibilmente sostenibili attraverso l’uso di fonti rinnovabili e alternative ed anche grazie all’utilizzo di combustibili diversi da quelli fossili. È bene precisare che tali intendimenti, visti come un possibile rimedio ai guasti ambientali, non devono essere peggiori del male che si vuole combattere; infatti, è da contestare l’abuso e l’uso indiscriminato che si vuole fare di alcune forme alternative di produzione energetica.
In questi giorni assistiamo ad una corsa forsennata nell’accreditare progetti di parchi eolici che pare rispondano più a soddisfare appetiti affaristici che nulla hanno a che vedere con gli interessi socio-economici e ambientali del territorio. Infatti sulle svariate proposte presentate (solo negli ultimi mesi del 2006) su territorio regionale per un totale di 3.300 MW, ben cinque riguardano una provincia piccola come quella di Brindisi per un totale di 400 MW ripartite come di seguito:
- Enertc Srl (Erchie Brindisi)
n° 23 aerogeneratori di 90 metri di altezza, potenza nominale 46 MW
- Puglia Wind Energy Srl (Brindisi)
n° 34 aerogeneratori altezza 100 metri, potenza 93,50 MW
- Enel Produzione Cerano Brindisi
n°23 aerogeneratori altezza 90 metri, potenza 69 MW
- Gruppo D’Amato Holding Srl
Erchie Brindisi, n° 16 altezza 100 metri, potenza 48MW
- GreenCo Srl Mesagne-San Donaci Brindisi
n° 70 aerogeneratori, potenza 140 MW

Senza tener conto dei progetti presentati in tempi precedenti già approvati o in corso d’approvazione.
Va da sé che questo disegno è spinto con mezzi molto efficaci dalle lobbies e dalle imprese che controllano in Italia e in Europa il libero mercato dell’energia elettrica e si contendono l’accaparramento dei cosiddetti certificati verdi per ottemperare alle direttive comunitarie e al protocollo di Kyoto. Ed è un paradosso che le “energie” che dovrebbero tutelare e valorizzare le risorse naturali, quelle alternative e rinnovabili, alla fine dei conti rischiano di deturparlo in maniera irreversibile contravvenendo, per altro, all’art. 9 della Costituzione che ha come intendimento la tutela del paesaggio come bene irriproducibile. I Comuni sono attratti da una proposta, che facendo intravedere l’opportunità di incrementare le entrate di bilanci, mira alla definizione delle aree dove non possono essere installate le torri eoliche, dando per scontato che su tutto il territorio comunale sia ammesso l’installazione di eliche e pali di acciaio superiori ai 100/150 metri di altezza.

Riteniamo debba porsi come problema primario la salvaguardia e la tutela dei valori più specifici del paesaggio antico, rurale e naturale che significa tutelare la nostra agricoltura i cui prodotti non risulterebbero più appetibili e ricollegabili alla bellezza e alla naturalità dei luoghi di origine.
È doveroso fare esperienza da quei casi già accaduti in cui lo scempio perpetrato è di tale rilevanza da aver già modificato in modo radicale e inquietante il contesto ambientale. Riteniamo che non ci si debba porre l’ambito, quanto autolesionistico, traguardo di dover risolvere i problemi energetici del Paese. Questo territorio non si è sottratto sinora al suo senso del dovere pagando, per questo, un caro prezzo in termine di salute dei propri abitanti e di gravi danni ambientali. Ora è necessario ripensare tale ruolo e ai sindaci chiediamo di non svendere il loro territorio per un effimero tornaconto.
Le torri eoliche sono impianti industriali e, in quanto tali, deve essere consentito installarli solo nei siti deputati a siffatti insediamenti e a seguito di rigorose valutazioni paesaggistiche e non solo anemologiche ed economiche. Dovrebbe costituire un punto fermo il concetto che l’energia prodotta da fonti rinnovabili e alternativa tale deve essere, nel senso che deve contribuire ad alleggerire il territorio dalla produzione di energia prodotta da combustibili sporchi e fortemente inquinanti come il carbone. In un territorio come il nostro l’energia “pulita” deve sostituire quella “sporca” altrimenti non si produce una politica a vantaggio del territorio ma a tutto beneficio di chi porta avanti specifici interessi speculativi.
Riteniamo che si debbano promuovere fortemente quelle tecnologie più flessibili e facilmente adattabili ai contesti ambientali e paesaggistici, come il fotovoltaico e occorre farlo con forme intelligenti ed efficaci di incentivi, agevolando l’installazione di centrali nelle aree degradate oltre a dare un forte impulso ad una microgenerazione diffusa (nell’architettura abitativa singola e condominiale, capannoni ecc,). L’impiego del biocombustibile può costituire un reale e valido contributo alla soluzione del problema energetico soprattutto se si inserisce nei processi di filiera delle attività agricole del nostro territorio.
Solo in un quadro complessivo degli interventi che si intendono realizzare e nell’ambito di un’adeguata valutazione del calcolo costi/benefici (non trascurando quelli sociali), si potranno valutare quanti e quali interventi possono essere realizzati sul territorio e come ripartire gli eventuali vantaggi. Tenuto conto che nell’installazione di centrali eoliche, a fronte di ben individuati interessi particolari si determinano diffuse e diversificate penalizzazioni che non trovano quasi mai i corrispondenti indennizzi.
Per i motivi sopra evidenziati si manifesta la necessità di programmare tavoli di concertazione, previsti obbligatoriamente dal PEAR al fine di analizzare preventivamente le diverse situazioni e definire i singoli programmi comunali.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO COLDIRETTI - ITALIA NOSTRA


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