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Brindisi, Criminalità, De Luca (PdCi): "risposte assenti e sindrome dell'apparire"



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Brindisi, 05/02/2007

Criminalità, De Luca (PdCi): "risposte assenti e sindrome dell'apparire"

Qualche settimana fa si leggeva: “…. Dal punto di vista endogeno questa situazione economica, politica e sociale (a Brindisi e provincia ndr) è molto simile a quella degli anni 70-80, qualche mutazione geopolitica e la differenziazione delle esigenze di mercato non faranno tornare il contrabbando di TLE ma spingono con forza verso la riproposizione di modelli criminali di tipo organizzato, per stupefacenti, appalti, sfruttamento del lavoro nero, mercato della contraffazione, riciclaggio dei rifiuti, racket o usura lo vedranno le forze deputate alle indagini e alla repressione, ma dal punto di vista economico, sociale e politico le condizioni si ripropongono….”

È poco elegante autocitarsi, ma non ho mai avuto la pretesa di essere fare tendenza. Volevo solo richiamare l’attenzione della società civile, gli addetti ai lavori credo che conoscano bene le cose, sui fenomeni di degenerazione nei comportamenti sociali da parte di fasce crescenti della popolazione della nostra provincia.
Le risposte sono state assenti e, le iniziative, poche, sono caratterizzate, in perfetta coerenza con le condizioni sociali sopra esposte, dalla sindrome dell’apparire e del cercare il responsabile. E il responsabile è lui o, meglio, loro. A scelta l’identificazione. Ne abbiamo uno, facile facile: l’indulto.
Premesso che l’indulto, al quale mi sono opposto dal giorno in cui Giovanni Paolo II lo chiese (applaudito 23 volte) nel Parlamento a Camere Riunite, è stata una grande sciocchezza; premesso che in questo strano paese il Ministro degli Interni si indigna per la quantità di cocaina che si consuma (ma in Parlamento ci va mai signor Ministro?), premesso che nella Commissione Parlamentare Antimafia siedono onorevoli dalla fedina penale multicolore; premesse molte altre cose che sarebbe lungo e tedioso ricordare, non sarebbe il caso di considerare ruolo e funzioni di ciascuno di noi?

Ad esempio, facile facile anche questo, le nostre istituzioni locali hanno volontà, mezzi e strumenti per fare la propria parte nel contrasto all’insorgere di fenomeni criminali? Perché troviamo la voglia di appassionarci a discutere nelle nostre realtà della mafia, della ndrangheta, della camorra e rarissimamente della nostra criminalità endogena?
Di norma in questa situazione emergono tre posizioni di chi è in cerca del suo minuto di notorietà, nel migliore dei casi:
• la prima posizione dice, qui non c’è lavoro, la mancanza di lavoro favorisce la criminalità;
• la seconda dice ci vuole un aumento delle forze dell’ordine;
• la terza meglio non parlare che se no ci roviniamo la reputazione.

Se emergeranno queste tre posizioni allora possiamo dire che il terreno per l’insediamento di una organizzazione mafiosa è pronto davvero.

Alle vittime di oggi va la nostra solidarietà umana, vorremmo aggiungerci anche qualcosa di più, una partecipazione collettiva che conduca rapidamente alla individuazione e alla punizione, secondo la legge, dei responsabili.
Non importa se ci sono simpatiche o meno, le vittime di oggi sono quello che ciascuno di noi potrebbe essere domani, chiedendo giustizia per loro aumenta la sicurezza per ciascuno di noi.
Chi sa parli allora, e dica tutto, non per etica e dovere verso gli altri ma anche per un sano egoismo.
Parole perse, lo so, ma se non le scrivessi dovrei rispondere alla mia coscienza e alla coscienza non si può mentire.

Pino De Luca (Responsabile ambiente PdCi)


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