Brindisi, 12/02/2007
Rigassificatore: i particolari dell'operazione giudiziaria
5 arresti, 27 avvisi di garanzia, 52 perquisizioni in tutta Italia, sequestro dell'area di Capobianco.
“Non siamo ancora all’inizio, ma quasi”. Così si è espresso il dott. Giuseppe Giannuzzi, procuratore della Repubblica di Brindisi, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli delle indagini condotte dai pm Giuseppe De Nozza e Silvia Nastasia e sfociate nei provvedimenti restrittivi e di garanzia emessi dal gip di Brindisi, Simona Panzera.
L’operazione, condotta stamane dalla Guardia di Finanza e dagli agenti della Digos della questura di Brindisi, ha riguardato l’intero territorio nazionale e si è sviluppata attraverso l'analisi di una "mole notevole" di materiale, intercettazioni telefoniche, esame di persone, sequestri di documenti.
Il reato ipotizzato è “corruzione continuata e aggravata”.
Per la procura esiste un vero e proprio canale tangentizio fra la società inglese, British Gas-Brindisi Lng, ed il “gruppo” brindisino formato da Luca Scagliarini e dall’ex Sindaco Giovanni Antonino, finalizzato ad agevolare le autorizzazioni per la costruzione dell’impianto. Per Antonino e Scagliarini, già coinvolti nella tangentopoli brindisina del 2003, sono stati emessi altrettanti provvedimenti di custodia cautelare in carcere.
Arresti domiciliari, invece, per il versante della società controllata dal gruppo British Gas. Hanno riguardato i dirigenti Franco Fassio, Fabio Fontana ed Yvonne Barton.
Secondo gli inquirenti le tangenti venivano elargite attraverso un sistema consolidato che faceva perno sulla società ISS, riconducibile a Scagliarini. Il trasferimento di denaro veniva motivato da un sistema di prestazioni fittizie, esistenti, cioè, solo sulla carta ma mai svolte.
Stando alle prime indagini la procura avrebbe accertato uno scambio di denaro per un importo di circa 360 milioni di lire.
I reati sarebbero commesi in un arco temporale che va dal 1999 sino ad oggi.
Il sequestro preventivo dell'area di Capobianco "è stato richiesto e disposto per evitare che sia portato a compimento il reato ipotizzato".
Tra i 27 indagati vi sarebbero alcuni funzionari del ministero delle attività produttive (Bruno Agricola e Gilberto Vialuce), l'ex presidente dell'Amministrazione provinciale di Brindisi, Nicola Frugis, l'ex presidente dell'Autorità portuale, Mario Ravedati, il responsabile del C.T.R. Puglia, Francesco Marrazzo, il dirigente dell'Autorità Portuale, Donato Caiulo e Paola Rentocchini, della società D'Apollonia.
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