S. Michele S.no, 26/02/2007
Nozze di fichi secchi: quando i frutti più dolci si incontrano agli Horti Sallustiani
Provvisti di vitamine, ricchi di fibre e di sostanze che proteggono le cellule, diverse tra le varietà, i fichi, specialmente essiccati, hanno costituito in passato uno dei più apprezzati sostituti del pane per i poveri e un cibo di riserva per le legioni romane. I pigmenti che danno colore al frutto sono dello stesso tipo dell’uva: carotednoidi per quelle bianche e verdi e flavonoidi per quelle nere e violacee. Con un po’ di salumi, con le mandorle o aromatizzati con semi di anice e finocchio, sono diventati un eccellente pasto “Light”.
Per celebrare e promuovere il più antico frutto conosciuto dall’uomo, i Comuni gemellati di Carmignano (Prato) e San Michele Salentino (Brindisi), rinomati come patria del fico, venerdì 2 marzo presentano a Roma presso la sede nazionale di Unioncamere, il ricco panorama di specialità enogastronomiche. In programma una conferenza stampa dal titolo: “Fichi di Toscana e Puglia: Quando i frutti più dolci si incontrano agli Horti Sallustiani”, e una degustazione di prodotti.
L’iniziativa, si avvale della collaborazione delle Camere di Commercio di Brindisi e di Prato, del Gal “Alto Salento”, dell’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Prato e della Regione Toscana.
I Fichi di Carmignano, della qualità “Dottato”, sono inseriti tra i 365 prodotti tipici da salvare della Toscana e dal 2001 hanno anche un presidio Slow Food; quelli di San Michele Salentino, della qualità “Bianculedde”, sono tutelati del marchio De.co e in fase di riconoscimento quale “Prodotto Tradizionale” della Regione Puglia.
A rendere unici i fichi dei due Comuni è la sapiente tecnica con cui ancora oggi vengono essiccati e “accoppiati”, una lavorazione rimasta in larga parte simile a quella usata in epoca romana.
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