Brindisi, 31/03/2007
Beffa Carrefour: assunti e mandati a casa senza lavorare
Bruttissima sorpresa stamattina per una quarantina di ragazzi brindisini che avevano superato le selezioni per l’ipermercato Carrefour, aperto da qualche giorno all’interno del centro commerciale “Le Colonne” a Brindisi.
Da ieri, per molti di loro, si erano finalmente spalancate le porte del mondo del lavoro: dopo essere stati chiamati dalla filiale della società di lavoro interinale Worknet si sono recati a Lecce ed hanno firmato il contratto di lavoro.
Un contratto a termine per la somministrazione di lavoro a tempo determinato presso la società "SSC Società Sviluppo Commerciale" (ossia Carrefour). Impiegati per sei giorni su sette dal 31 marzo al 14 aprile per un totale di 20 ore settimanali, flessibili all'interno della fascia oraria compresa dalle ore 8.00 alle ore 22.00.
Di certo un contratto senza fiocchi, giudicata soprattutto la retribuzione (6,83 € lorde all'ora per un sesto livello) ma pur sempre una buona occasione per fare esperienza nel mondo del lavoro e dimostrare il proprio valore per un futuro più ricco di soddisfazioni.
L’appuntamento per l’avvio della prestazione lavorativa era previsto per la giornata di oggi, alle ore 8.30.
E stamani tutti i ragazzi si sono recati presso l’ipermercato convinti di dover iniziare la nuova avventura. Ma non è stato così. Almeno non per la maggioranza di loro.
Ad esempio, degli otto ragazzi che hanno sottoscritto un contratto di lavoro per addetto alla vendita e che avrebbero dovuto prendere servizio nel reparto informatica ed elettronica, solo uno è stato effettivamente assunto.
Ci era stato riferito che avremmo dovuto incontrare la Dott.ssa Tomba – racconta uno dei ragazzi che ha in mano un contratto sottoscritto e controfirmato dalla Worknet – ma di lei nessuna traccia. Allora ci siamo suddivisi per gruppi in relazione al reparto di riferimento e ci siamo recati a lavoro. Io come gli altri sette addetti alla vendita di materiale informatico ed elettronico siamo stati accolti da un signore che ha detto: “la worknet ha sbagliato; non ci servite tutti, ne basta solo”. E di otto persone, sette sono state mandate a casa. Con quale criterio sia stata effettuata la scelta tra gli otto è difficile capirlo (o no?) ma la cosa peggiore è che una situazione simile si è verificata anche presso gli altri reparti".
|