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Brindisi, Progetto NPL: un adulto che legge una storia ad alta voce ad un bimbo



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Brindisi, 08/04/2007

Progetto NPL: un adulto che legge una storia ad alta voce ad un bimbo

Apprendere l’amore per la lettura attraverso un gesto d’amore: un adulto che legge una storia. Questo è il cuore di Nati per Leggere (NPL): promuovere una tutela del bambino più ampia in nome del suo diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo.

Dal 1999, il progetto ha l'obiettivo di promuovere la lettura ad alta voce ai bambini in età prescolare di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni.
Recenti ricerche scientifiche dimostrano come il leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale (è una opportunità di relazione tra bambino e genitori), che cognitivo (si sviluppa meglio e più precocemente la comprensione del linguaggio e la capacità di lettura); per di più si consolida nel bambino l'abitudine a leggere che si protrae, poi, nelle età successive anche grazie all'imprinting precoce legato alla relazione.

Con delibera N° 326 del 29-11-2006, la Giunta provinciale ha voluto avviare, anche nel nostro territorio, in modo sperimentale in tre Comuni, San Vito dei Normanni, Latiano e San Michele Salentino, il progetto Nati per Leggere (NPL). Devo ringraziare la sensibilità e la disponibilità dell’assessore alle politiche sociali, Ada Spina, che ha fatto proprio il progetto da me presentato in seno alla Prima Commissione permanente Provinciale. Il progetto coinvolge gli ambulatori dei sei pediatri dei tre Comuni e consiste nel dono di un libro, appropriato per l’età, o di altro materiale informativo con la illustrazione degli scopi dell’iniziativa durante le visite per i controlli di salute da parte del medico. Il dono del libro, quindi, come messaggio simbolico verso la famiglia. Negli stessi ambulatori, per un periodo di 12 settimane, verrà garantito la presenza di lettori volontari che durante i momenti di attesa, racconteranno e leggeranno i libri ai piccoli pazienti, dimostrando ai genitori come i loro figli verranno rapiti da questa esperienza. Far acquisire, quindi, al genitore la cognizione che leggere deve essere un “piacere” e non un “dovere”. L’azione della lettura ad alta voce deve portare ad una disponibilità d’animo, ad un disponibilità di tempo, tempo diverso da tutti gli altri, messo a disposizione del bambino. La stimolazione e il senso di protezione che genera nel bambino il sentirsi accanto un adulto che racconta o legge storie, fiabe e filastrocche già dal primo anno di vita e condivide il piacere del racconto è impareggiabile.

Le esperienze che in questo decennio si sono accumulate dimostrano quanto tutto questo sia importante per un migliore sviluppo neurologico. I bambini che hanno ricevuto questi imput, fin dai primi giorni di vita, da parte dei genitori, hanno imparato più precocemente, rispetto ai loro coetanei, a parlare, a leggere e a scrivere, e da statistiche effettuate si è evidenziato che anche l'abbandono scolastico precoce, in questi soggetti, era decisamente inferiore rispetto ai loro coetanei non stimolati in questo senso. Inoltre questo tipo di stimolo si è dimostrato importante in famiglie di livello socio-economico disagiato, perché ha favorito una migliore integrazione delle stesse a livello sociale.

Lo sviluppo ottimale delle capacità cognitive del bambino presuppone una sua adeguata stimolazione in un ambiente familiare e sociale positivamente orientato. Il bambino non adeguatamente stimolato, se anche normalmente dotato dal punto di vista neuro-sensoriale, rischia di non riuscire ad esprimere adeguatamente le sue potenzialità, di conseguenza avrà minori opportunità.
Nascere in realtà familiari e sociali svantaggiate, poco propense alle attività “letterarie”, comporta quindi un grave handicap con il concreto pericolo che il bambino resti vittima del perpetuarsi di un perverso circuito in cui la povertà economica e culturale produce disadattamento e scarsa riuscita scolastica, causa di insuccesso sociale e lavorativo che a sua volta riprodurrà povertà economica e culturale. Una società veramente civile deve fare ogni sforzo per ridurre il più possibile queste disparità, cercando di stimolare al meglio lo sviluppo di ogni bambino in modo che tutti possano sfruttare al massimo le proprie capacità.

Quindi NPL è un vero è proprio atto medico, un intervento sanitario protettivo per le famiglie svantaggiate che fa bene alla salute.
Viene, quindi, favorito un equilibrio ottimale della diade madre\bambino, a sua volta fonte di benessere e tranquillità per entrambi. Il bambino “copia” dall’adulto esperienze ed emozioni ed impara a conoscere gli stati d’animo fin dai primi mesi di vita.
Pleonastico sottolineare la diversità dell’approccio rispetto al televisore\baby sitter portatore di un rapporto unidirezionale di produzione fredda di immagini e suoni, ricevuti passivamente dal bambino col risultato di “ucciderne” la capacità di immaginare e di partecipare emozioni. L’immagine fissa del libro ha una valenza diversa rispetto all’immagine in movimento. Quest’ultima assorbe molto di più, tanto da prevalere sul linguaggio verbale.

Per concludere, in futuro, con una maggiore disponibilità economica, anche con la partecipazione di privati, aziende, banche, Enti Pubblici, ecc, si potrebbe allargare l’offerta gratuita dei libri, oltre che negli ambulatori pediatrici, in tutti quei luoghi frequentati dalle famiglie (centri di vaccinazione, asili nidi, scuole materne, ludoteche, centri commerciali, oratori, biblioteche, doposcuola ecc.); in questi punti lettura e/o prestito potrebbero operare i lettori volontari per coinvolgere genitori e figli nella lettura in comune.

Dott. Francesco Gianfredi
Consigliere Provinciale dei D.S.
Vicepresidente I° Commissione Permanente
(Sicurezza Sociale, Trasporti, Protezione Civile)


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