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San Pietro V.co, 8Giugno:"inaccettabile che l'Enel faccia passare per concessione il gia' dovuto"



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San Pietro V.co, 12/04/2007

8Giugno:"inaccettabile che l'Enel faccia passare per concessione il gia' dovuto"

Nell’area ad elevato rischio di crisi ambientale, dichiarata tale da una delibera del Consiglio dei Ministri dell’11 luglio 1997, è in vigore il Decreto del Presidente della Repubblica del 23 aprile 1998 di approvazione del Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Brindisi.

Tale Piano, proposto dall’allora Ministro dell’Ambiente, Ronchi, e controfirmato dall’allora Presidente del Consiglio, Prodi, supera “la logica della normativa ambientale ordinaria, al fine di perseguire obiettivi di qualità più stringenti rispetto a quanto disposto per il resto del territorio nazionale”.
Pertanto esso non si limita a soluzioni di sostenibilità ambientale delle singole fonti di inquinamento, ma agli effetti cumulativi e indiretti nel loro complesso, per cui esso va oltre il rispetto dei limiti normativi delle emissioni dei singoli impianti e del contenimento del rischio individuale, e tiene conto della “intensità della pressione complessiva sull’ambiente dell’area a rischio e dei rischi connessi”.

La Convenzione partecipata sul polo energetico brindisino del 1996, approvata dalle assemblee elettive locali, dopo una lunghissima istruttoria con tutte le parti sociali del territorio, e firmata dai Ministeri dell’Ambiente e dell’Industria, oltre che dall’Ente elettrico, compendiava tale complessità e unitarietà, recepita nel DPR del 98.
Pertanto riteniamo che neppure il processo di liberalizzazione del settore energetico nazionale possa superare tale logica unitaria, tuttora salvaguardata dalla vigenza dell’apposito Decreto Presidenziale.
Né può essere accettabile che l’Enel faccia passare per concessione il già dovuto e per disponibilità convenzionale il nulla che propone relativamente alla riduzione delle quantità di carbone! Liberalizzazione non può comunque significare che un territorio ritenuto a rischio sia lasciato in balia degli atti di “liberalità” delle aziende private!

Riteniamo quindi legittimo continuare a perseguire la strada che possa portare al recesso degli Enti Locali dalle Convenzioni con Enel e Edipower del 2002 e del 2003, magari reimpostando i termini giuridici della questione energetica brindisina, che i nostri legali stanno studiando e valutando.
Nello stesso tempo crediamo sia assolutamente doveroso investire gli organismi della Comunità Europea sulla compatibilità delle abnormi quantità produttive della centrale elettrica più clima alterante d’Italia, oltre le responsabilità cui è chiamato il Governo dal Protocollo di Kyoto e dai nuovi più stringenti, vincolanti e sanzionabili, obiettivi europei.

Intanto, il Comitato 8giugno, adopererà tutti i mezzi a propria disposizione e in ogni sede utile, perché il territorio dell’area a rischio, compreso quello a nord di Lecce, possa conoscere la situazione reale delle emissioni inquinanti, anche di quelle mai rilevate, in uno con la sua situazione epidemiologica, se è vero che già il DPR del 98, a pag.21, punto 2.4.7, rilevava che l’O.M.S. aveva messo in evidenza un eccesso di mortalità per malattie neoplastiche!
Validazione democratica, validazione scientifica e applicazione scrupolosa e responsabile del principio di precauzione, orienteranno l’iniziativa del Comitato 8giugno, in favore dello sviluppo sostenibile e della tutela della salute dell’area a rischio.

COMUNICATO STAMPA COMITATO 8GIUGNO – S. Pietro Vernotico - Brindisi


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