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Brindisi, Zona franca, Cisl: "Quali opportunità per Brindisi?"



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Brindisi, 21/04/2007

Zona franca, Cisl: "Quali opportunità per Brindisi?"

A distanza di circa un anno dalla sottoscrizione dell’Accordo Stralcio di Programma, presso il Ministero delle Attività Produttive, in attesa della definizione dell’Accordo di Programma sulla chimica (se ne parla da oltre dieci anni senza aver prodotto nessun atto concreto), le uniche aziende che stanno rispettando gli impegni per la ricollocazione dei lavoratori ex Dow ed ex EVC sono la T.I. Group e la Peritas che hanno assunto una decina di questi lavoratori.
Mentre Salver, Dema, Servizi Avanzati, Ata System e Hpc Sud, nonostante attingeranno alla maggior parte dei finanziamenti relativi agli investimenti, non hanno assunto sino ad oggi una sola unità dei lavoratori in mobilità.
Nel frattempo la Mignini ha rinunciato all’accordo di programma, la Supernova e la Data Management non hanno superato la fase istruttoria e il progetto Bartolini è rimasto inevaso da parte della Regione Puglia.
Intanto i lavoratori continuano a non percepire alcuna indennità economica e con il periodo estivo alle porte, anche l’anno 2007 rischia di chiudersi senza dare definitiva soluzione alla vertenza Dow ed Evc che si trascina da troppo tempo.

La Cisl alla riunione del Tavolo permanente del 24 p.v., istituito presso la Confindustria di Brindisi, chiederà a tutti i soggetti partecipanti di assumere iniziative adeguate per accelerare l’iter conclusivo dell’Accordo di programma.
La Cisl, ormai da tempo, richiede un tavolo permanente con tutte le forze politiche e Istituzionali, per tracciare, con atti concreti, volontà precise ed azioni immediate atte al superamento della grave crisi. Per questo è necessaria una programmazione d’area per avviare politiche di coesione mirate al raggiungimento di un solo obiettivo chiamato “Sviluppo”, visto che la situazione occupazionale peggiora di giorno in giorno con situazioni di crisi che investono, oltre ai settori produttivi privati anche il pubblico impiego con l’Arsenale ed i precari del settore sanità.
Riguardo al dibattito di questi giorni circa l’istituzione della “Zona Franca” a Brindisi, la Cisl ribadisce che essa rappresenta una opportunità da non perdere, a condizione però che tutti i soggetti operanti nel territorio abbiano una precisa condivisione del percorso da seguire. A nostro avviso si deve preliminarmente chiarire se per “Zona franca” s’intende un’area della città o dell’intero perimetro urbano, inteso nella sua interezza amministrativa, inclusa la zona industriale.

Nessuno ovviamente si oppone affinché si creino sul nostro territorio migliori convenienze per gli investimenti provenienti dall’esterno dell’area e agevolabili dall’istituzione di una zona franca: ma deve essere chiaro a tutti che sarebbe preferibile che tale zona – se ciò fosse consentito dalla legge vigente – dovrebbe includere la zona industriale ove si concentrano i maggiori presidi produttivi del nostro territorio urbano e dove è presente una maggiore dotazione di infrastrutture.
Solo così l’istituzione della “Zona Franca” a Brindisi potrà incidere notevolmente sugli aumenti di investimenti e di produzioni, accelerare l’afflusso di capitali e tecnologie fornendo stimoli all’economia.
Questa potrebbe rappresentare una occasione straordinaria per la nostra città, per voltare pagina e raggiungere finalmente un livello di sviluppo economico che consenta di dare risposte concrete alle migliaia di giovani disoccupati costretti ad abbandonare le nostre terre emigrando nelle zone del nord Italia.
In questa prospettiva – e solo in questa prospettiva – la zona franca è uno strumento utile: altrimenti diventa uno slogan dietro il quale potrebbero celarsi i consueti disegni di deindustrializzazione che l’intera città – e non solo il popolo dei lavoratori dell’industria - non comprende ed osteggia con forza.

COMUNICATO STAMPA SEGRETERIA CISL BRINDISI


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