Brindisi, 28/01/2004
Emergenza ambientale: Stanisci e Gaglione contro Fitto
I senatori dell’Ulivo Rosa Stanisci ed Antonio Gaglione hanno presentato un’interrogazione ai Ministri dell’Ambiente e dell’Interno in merito all’indizione da parte del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale Raffaele Fitto di 10 gare di evidenza pubblica per l’affidamento del pubblico servizio di gestione dei sistemi impiantistici di recupero energetico a servizio di quasi tutti i bacini di utenza individuati nelle province di Bari, Foggia, Lecce e Brindisi, costituiti da “eventuali linee di produzione di Combustibile da rifiuto (CDR) e/o di impianto di termovalorizzazione, discariche di soccorso, centri di selezione, linee di biostabilizzazione, centri di raccolta materiali provenienti dalla raccolta differenziata”.
I due parlamentari brindisini dell’Ulivo rilevano come, con l’ eccezione del bacino di utenza TA/1, in nessuno degli altri bacini individuati all’interno del territorio regionale, il Piano di smaltimento dei RSU (rifiuti solidi urbani) ha previsto la realizzazione di impianti di termovalorizzazione per il recupero energetico del CDR.
"Per quanto riguarda la provincia di Brindisi, sia il Piano Regionale per la gestione dei RSU approvato nel 1993, sia quello di Gestione dei rifiuti approvato dal Commissario Delegato con decreto n. 41 del 6.3.01, completato, integrato e modificato con Decreto n. 296 del 30.09.02, non prevede alcun impianto di incenerimento e/o di termovalorizzazione, in virtù dell’accertata presenza di elevate emissioni in atmosfera dovute agli impianti chimici ed energetici.
Peraltro, nella zona industriale di Brindisi è in esercizio da oltre un anno un impianto di termodistruzione di rifiuti industriali e di un’annessa discarica di elevate potenzialità che smaltisce rifiuti tossici e nocivi pericolosi provenienti per la massima parte da tutto il territorio nazionale e per la quale è stato presentato al Ministero dell’Ambiente un progetto di ampliamento.
In merito alle condizioni stabilite nel bando, di cui al richiamato Decreto n. 309, secondo il quale l’impianto di compostaggio di Brindisi deve trattare anche i rifiuti organici raccolti in modo differenziato in tutti i 20 comuni della provincia e l’impianto di produzione del CDR deve trattare anche la frazione secca dei RSU provenienti dall’impianto di selezione del bacino BR/2, non risulta chiaro come dare attuazione a siffatte prescrizioni. Infatti, allo stato attuale, nessun Comune risulta attrezzato ed organizzato per espletare il servizio di raccolta differenziata del materiale organico da compostare e l’impianto di selezione previsto a servizio del bacino BR/2 non risulta realizzato."
Vi è poi il problema della tariffa unica di gestione del ciclo dei rifiuti urbani: i due parlamentari rendono noto che a seguito del decreto del Commissario Fitto n. 296 del 30.09.02, “il costo di smaltimento dei RSU avrà un notevole incremento, che potrà anche superare il 200% dei costi attuali, con gravi e pesanti ripercussioni negative sui bilanci comunali e sulle famiglie già notevolmente gravate dagli aumenti del costo della vita.”
Stanisci e Gaglione aggiungono che Fitto ha adottato le sue scelte senza raffrontarsi con gli Enti pubblici interessati “svuotando di fatto il ruolo e la funzionalità delle Autorità per la gestione dei rifiuti, i cui compiti sono stati stabiliti con precedenti Decreti dello stesso Comissario nel settembre 2002.”
Pertanto, i due senatori dell’Ulivo chiedono ai ministri interrogati la sospensione dei bandi di gara al fine di
a) garantire la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, anche perché, la provincia di Brindisi, già dichiarata area ad elevato rischio di crisi ambientale, potrebbe essere aggravata dalla realizzazione di un eventuale ulteriore termovalorizzatore (come paventato nel Comune di Carovigno ed in altre località del brindisino) peraltro non previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti e la cui realizzazione sta già creando forti allarmi nelle popolazioni della provincia;
b) garantire la partecipazione diretta e attiva all’assunzione delle decisioni che spettano alle Autorità per la gestione dei RSU dei rispettivi bacini di utenza, visto che le stesse sono state tutte assunte in modo autonomo dal C.D. ed in palese contrasto con il Piano regionale ed i provvedimenti di assegnazione delle competenze adottati nel settembre 2002 dallo stesso Commissario;
c) evitare un notevole ed irragionevole aumento dei costi di smaltimento dei RSU con conseguente aggravio dei bilanci comunali che si ripercuoterebbero direttamente sulla Tassa per lo smaltimento dei RSU a carico dei cittadini.
Dalla redazione giornalistica di Puglia Tv
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