Fasano, 01/06/2007
FasanoJazz 2007: lunedi parte la X edizione
Il 4 giugno prossimo, alle 21 nel teatro Kennedy, a Fasano (Brindisi), si apre la rassegna “FasanoJazz 2007” (ad ingresso libero) con un’esclusiva nazionale: il concerto di una formazione storica del jazz inglese, i Soft Machine Legacy, assemblata da autentici protagonisti della musica europea come il bassista Hugh Hopper, il batterista John Marshall, il chitarrista John Etheridge ed il sassofonista Theo Travis, capace di sostituire egregiamente e, soprattutto di non far rimpiangere, un talento del jazz come Elton Dean, scomparso lo scorso anno. “FasanoJazz 2007” è organizzata interamente dal Comune e vedrà altre due date, il 7 con gli “Apogeo” di Giovanni Tommaso, in Largo San Giovanni Battista alle 21.30, ed il 14 con Tàngheri, impreziosito dalla presenza del chitarrista americano Marc Ribot, in Largo San Giovanni Battista alle ore 21.
I “Soft Machine” rappresentano una leggenda e una istituzione della musica britannica, al pari dei “Nucleus”, la formazione di Ian Carr che ha fornito nel corso dei primi anni Settanta ai Softs diversi musicisti. Nella band hanno suonato strumentisti insigni del panorama jazz-rock internazionale: Robert Wyatt, Daevid Allen, Kevin Ayers, Roy Babbington, Mike Ratledge, Karl Jenkins, Andy Summers (entrato più tardi a far parte dei Police), Hugh Hopper ed anche il grande Jimi Hendrix che ha, seppur per breve tempo, collaborato con la band nel 1968.
Fin dalla sua creazione nel 1966, questo gruppo si è dimostrato pioniere nella sperimentazione del “Progressive-Rock”e del “Jazz-Rock”. Ha più tardi introdotto, tra le sue sonorità, variazioni di chitarra elettrica, lanciando uno dei più grandi chitarristi al mondo, Allan Holdsworth, poi avvicendato da John Etheridge, influenzando intere generazioni di musicisti.
La band si dissolve nel 1978 per poi riformarsi diverse volte e con nomi e formazioni diverse (Soft Works), ma assume la forma definitiva nel 2004 col nome di “Soft Machine Legacy”, composta da: Elton Dean, sassofonista dall’estro creativo e inventore del “saxello”, variante sul sax soprano, John Etheridge, Hugh Hopper e John Marshall.
Nell’ambito del movimento jazz-rock, i Soft Machine hanno rappresentato, nel corso della loro lunghissima carriera, la quintessenza dell’unione dei due percorsi musicali: semplificando si potrebbe dire che abbiano costituito, insieme ai Weather Report, il binomio più caratterizzante dell’intero genere. Gli statunitensi partendo dal jazz e dalla lezione di Miles Davis, gli inglesi dal rock. Un rock “sui generis” fin dagli esordi, uno dei pilastri di quella che, a cavallo fra musica informale, jazz-rock e progressive, sarebbe stata ribattezzata “scuola di Canterbury”.
Soggetti a periodiche variazioni di organico – ma sempre all’interno di una ben definita famiglia di musicisti – i Soft si ripresentano, a partire dalla fine del 2004, con la denominazione Soft Machine Legacy, quasi a voler rivendicare un’eredità musicale peraltro difficilmente contestabile. Primo frutto discografico di questa nuova avventura, il live a Zaandam (Olanda), registrato il 10 maggio 2004, presenta una manciata di inediti più un classico come “Kings & Queens”, eseguiti da una line-up composta da Elton Dean (sax alto, saxello e piano elettrico), John Etheridge (chitarra elettrica), Hugh Hopper (basso) e John Marshall (batteria). Non si attendevano novità stilistiche, bensì la consueta impeccabile eleganza formale, l’equilibrio perfetto e quell’intatta gioia di fare musica, sempre sul filo dell’improvvisazione. Adesso, sono musicisti in grado di fluire in perfetta armonia dal semplice riff rock al free più complesso, dall’improvvisazione scatenata al fraseggio melodico più scritto. Ormai da parecchi anni lo spirito dei Soft Machine perdura quasi esclusivamente nella dimensione live, ad esso assai congeniale, perciò il marchingegno si è comunque risvegliato e lavora a pieno regime: un’autentica prelibatezza il nuovo album di studio uscito nel 2006, per la Moonjune Records di Leonardo Pavkovic, unitamente ad una inedita registrazione live del 1975.
Giovedì 7 giugno ore 21.30, in Largo San Giovanni Battista, è di scena un quintetto d’eccezione, denominato “Apogeo”, composto dal contrabbassista Giovanni Tommaso, dal giovane e talentuoso pianista Claudio Filippini, da Daniele Scannapieco al sax, Bebo Ferra alla chitarra, già ammirato nella edizione 2006 della rassegna con il quintetto di Rosario Bonaccorso e dal batterista statunitense Anthony Pinciotti.
Contrabbassista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, Giovanni Tommaso, uno dei nomi più noti del nostro jazz, vanta prestigiose collaborazioni con alcuni dei più grandi musicisti della storia del jazz: Sonny Rollins, Dexter Gordon, Gil Evans, Kenny Clark, John Lewis, Gato Barbieri.
Giovanni Tommaso inizia la sua attività jazzistica nel 1957; a Roma nel 1967 sperimenta il jazz d’avanguardia e nel 1971 forma il gruppo “Perigeo”, formazione storica del panorama jazz-rock nazionale, che guida fino al 1977 realizzando cinque album e tournèè in tutto il mondo, anche al fianco di prestigiosi gruppi (Soft Machine, Weather Report e Mahavishnu Orchestra).
Ha scritto numerose colonne sonore per il cinema e la televisione ed è stato titolare della cattedra di musica jazz nel il Conservatorio di Perugia. Nel quintetto, che dirige da molti anni, hanno suonato alcuni tra i migliori jazzisti italiani, tra cui Massimo Urbani, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Danilo Rea, Roberto Gatto.
L’artista lucchese ha festeggiato quest’anno i trent’anni del Perigeo, dando vita ad un progetto chiamato Apogeo con una formazione rinnovata che mantiene però lo stesso organico, includendo tutti musicisti dall’enorme talento. A parte la chitarra elettrica, gli altri strumenti sono squisitamente acustici, rendendo così possibile l’ottenimento di un sound tutto nuovo. Una musica naturalmente più evoluta, rispetto agli anni settanta, con un sound piano-chitarra sax capace di far interagire melodia, ritmo, groove e armonia, con una libertà che ai tempi del Perigeo non era possibile.
L’ultimo concerto della rassegna musicale fasanese, giovedì 14 giugno alle 21 in Largo San Giovanni Battista, è quello dell’ensemble Tàngheri, impreziosito dalla presenza del chitarrista americano Marc Ribot.
Originale ed ironico gruppo musicale, i Tangheri (con l’accento sulla “a”, ovvero persone rozze e villane nei modi, come scherzosamente si sottolinea nelle note di copertina dell’ultimo album), si proiettano tra le realtà di rispetto del panorama jazz italiano.
La loro idea musicale parte infatti dal Tango, che il gruppo elabora in modalità jazz, passando per i principali ritmi latinoamericani, conditi con puro spirito italiano: da Gardel a Coltrane, da Modugno a Gato Barbieri, da Farrés alle composizioni originali, tutto con estremo senso dell’autoironia e dello show.
La batteria e le percussioni di Antonio di Lorenzo con il basso di Davide Penta danno vita ad una ritmica vibrante e collaudatissima che duetta con la vertiginosa fisarmonica di Vince Abbracciante, giovanissimo talento adottato e riconosciuto pubblicamente più volte dal grande Richard Galliano.
Compagno quasi fisso nel percorso dei tre è il cantante-attore Giuseppe Del Re che, sollecitato dai loro spunti imprevedibili quanto stimolanti, tradisce la tradizione con rispetto consapevole.
Il loro ultimo lavoro discografico “Silente” vede, inoltre, la straordinaria partecipazione di uno dei chitarristi più acclamati degli ultimi 20 anni, Marc Ribot, esponente di punta della scena newyorkese. Il suo stile personale ed innovativo di suonare la chitarra, definito un mix tra punk, jazz e blues ha ispirato migliaia di chitarristi in tutto il mondo e la serie di dischi ed artisti con cui ha collaborato è impressionante.
“FasanoJazz” vanta la partecipazione, fino ad oggi, di numerosi strumentisti di primo piano, come il gruppo inglese degli Hatfield & the North di Richard Sinclair, Phil Miller e Pip Pyle, autentici mattatori della edizione 2005, presentati direttamente da uno dei loro fan più fedeli, lo scrittore inglese Jonathan Coe. Altri pregevoli ospiti del festival sono stati il percussionista svizzero Pierre Favre ed il fiatista francese Michel Godard, oltre al prestigioso batterista statunitense Peter Erskine ed il contrabbassista franco-algerino Michel Benita; il chitarrista franco-vietnamita Nguyen Le ed i batteristi italo-francesi Aldo Romano e Dedè Ceccarelli.
La rassegna, negli anni, ha valorizzato tanti artisti della regione ed, ancora, musicisti italiani che non hanno bisogno di presentazioni come Danilo Rea, Bruno Tommaso, Rosario Bonaccorso, Rita Marcotulli, Roberto Gatto, Flavio Boltro, Paolino Dalla Porta, Lino Cannavacciuolo, Vincenzo Deluci, Andrea Pozza, Marco Tamburini, Stefano Bollani, Franco D’Andrea, Antonello Salis, Roberto Ottaviano, Agostino e Antonio Marangolo, Nico Morelli, James Senese, Carlo Fava, Teresa De Sio, Radicanto, Elena Ledda.
Pertanto, “Fasano Jazz” si conferma, al decimo anno di vita, una rassegna musicale di alto valore qualitativo e culturale.
La manifestazione costituisce una importante vetrina per la valorizzazione del territorio e del centro storico, con le bellezze paesaggistiche e turistiche del Fasanese.
I concerti sono ad ingresso libero. Info 080.4394123.
COMUNICATO STAMPA AMM.NE COMUNALE DI FASANO
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