Roma, 14/06/2007
Tomaselli dopo l'approvazione del ddl sulle liberalizzazioni
Con la approvazione nella giornata odierna da parte della Camera dei Deputati del Disegno di Legge sulle liberalizzazioni si è scritta un’altra importante tappa del percorso che il Governo e la maggioranza hanno avviato per la modernizzazione e la crescita del Paese.
Tale percorso ha già visto l'entrata in vigore delle leggi n. 248 del 2006 e n. 40 del 2007, entrambe di conversione di decreti-legge emanati dal Governo ed entrambe dedicate al tema delle liberalizzazioni. Ad esse devono aggiungersi il provvedimento sullo sportello unico delle imprese, già approvato dalla Camera, i provvedimenti in esame alla Camera o al Senato sui servizi pubblici locali, sull'azione risarcitoria di valore collettivo e generale, sulla modifica della disciplina delle authority, solo per citarne alcune.
Accanto ad essi va considerato il testo sulla modernizzazione della pubblica amministrazione, per le evidenti connessioni che esso ha con la strategia tracciata dal Governo.
Il disegno di legge approvato traduce in norme punti fondamentali della linea che il Governo e la maggioranza hanno assunto, e che si articola intorno a tre questioni centrali. La prima è l'innovazione. È noto che il nostro Paese registra un ritardo notevole nell'applicazione della strategia di Lisbona e, sul tema della innovazione, ha fatto segnare sin qui le maggiori difficoltà. Non ci sfugge che l'innovazione è un elemento trainante nella pubblica amministrazione, soprattutto nei rapporti con i cittadini e il sistema delle imprese. C'è bisogno di una pubblica amministrazione più efficiente, meno autoreferenziale, più capace di corrispondere alle esigenze sociali e alla legge, meno ancorata a procedure elefantiache e invasive.
La seconda questione è quella di inserire più libertà nel mercato. È necessario aumentare la vera concorrenza, abbattere i pesi indebiti, consentire più opportunità e accessi non sbarrati a chi vuole avviare un'attività o dedicarsi ad un mestiere o ad una professione, facilitare la crescita delle nuove generazioni.
La terza questione riguarda il riconoscimento e la tutela dei diritti dei cittadini utenti e consumatori, i quali richiedono più trasparenza, più informazione, meno posizioni dominanti, la riduzione e l'abolizione dei costi ingiustificati, determinati anche da privative antistoriche che sono rimaste in violazione, magari, delle normative dell'Unione europea. La maggiore consapevolezza dei cittadini e una loro più incisiva presenza sono elementi fondamentali di garanzia e di correzione in un mercato più libero, ma anche più rispettoso delle regole.
Il disegno di legge approvato è sorretto da questa linea e la attua in modo positivo, anche se il testo finale non è identico a quello originariamente presentato dal Governo. Si è sviluppato un dibattito ampio in Commissione e in Assemblea che si è intrecciato con un altrettanto ampio dibattito che ha visto protagonisti, a volte su posizioni contrapposte, gruppi sociali e portatori di interessi. C'è stato un confronto approfondito e utile che è stato favorito - direi di più: sollecitato - dall'atteggiamento di apertura e di disponibilità al dialogo della maggioranza. C'è stato un ascolto che ha portato anche all'introduzione di previsioni condivise tra maggioranza e opposizione.
Ad un iniziale scetticismo sulla capacità del Governo e della maggioranza di portare fino in fondo provvedimenti robusti ed incisivi, si è sostituito il tentativo del centrodestra di minimizzare quanto contenuto nel provvedimento, per enfatizzare oltre misura quello - si tratta peraltro di poche disposizioni - che, forse, avrebbe potuto esserci.
Per non parlare, poi, delle grandi riforme, mai fatte prima, che si pretenderebbe venissero realizzate tutte adesso, in un colpo solo.
Affermiamo con forza che non è così e crediamo che a dimostrarlo sia sufficiente analizzare con attenzione il disegno di legge. Alcune - poche - previsioni non presentate dal Governo non hanno trovato il necessario consenso, anche per una loro non felice formulazione.
Altre – il riferimento è in particolare all'abolizione del PRA - sono state stralciate, ma al fine di un maggiore approfondimento all'interno di un altro provvedimento. Altre ancora sono state modificate, ma hanno mantenuto la forma e la forza di riforme efficaci. Nell'insieme, quindi, si tratta di un provvedimento ricco di misure innovative, in direzione di una maggiore concorrenza e della crescita dei diritti del consumatore.
Sotto il profilo dell'innovazione e della semplificazione delle procedure, si possono citare la delega al Governo per la riduzione degli adempimenti a carico delle imprese e l'esclusione delle piccole imprese dall'obbligo del trattamento dei dati sensibili.
Pensiamo che questo disegno di legge realizzi un altro pezzo del programma di governo, che però intendiamo portare avanti con ancora maggiore determinazione, per consentire al nostro Paese di competere meglio, al fine di realizzare condizioni di maggiore equità sociale e di più semplice e spontanea adesione alla legge.
In un anno di Governo e di legislatura sono stati raggiunti, in tale direzione, numerosi risultati, molti di più rispetto a quelli raggiunti in precedenza, meno che mai dal Governo di centrodestra nella scorsa legislatura.
Lo affermiamo e lo assumiamo con semplicità, ma anche con fermezza. Questo è per l’ULIVO un modo concreto di rendere il «sistema Italia» più civile, più moderno e più libero
On. Salvatore Tomaselli
Deputato dell’Ulivo
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