Brindisi, 25/06/2007
Acque di falda: la Provincia realizza la fotografia
La falda superficiale risulta oggi essere il primo recapito degli agenti inquinanti provenienti dal suolo; gli acquiferi che la contengono sono inoltre fortemente interessati dall’abbassamento del livello freatico e dalla salinizzazione.
D’altra parte gli acquiferi profondi sono ad oggi l’unica fonte di approvvigionamento per gli usi agricoli attraverso la trivellazione di pozzi.
A Brindisi si aggiunge il potente prelievo di acque per la produzione termoelettrica (autorizzato nell’ordine dei milioni di metri cubi per la sola ENEL Cerano per esempio).
Pur esistendo una precisa regolamentazione a riguardo, la proliferazione dei pozzi abusivi è all’ordine del giorno con gravi conseguenze sul piano del bilancio idrico, sia per la scarsa attenzione generalizzata dedicata al problema, sia per la trasgressione consapevole delle norme (ad esempio l’utilizzo per fini irrigui di pozzi dichiarati per uso domestico), per cui la situazione ad oggi è in grave misura fuori controllo.
L’utilizzo indiscriminato di acque prelevate dai pozzi contribuisce: all’abbassamento dei livelli statici delle falde acquifere, con gravi conseguenze quali la desertificazione, la subsidenza e l’erosione costiera; alla contaminazione salina delle falde acquifere per ingressione di acqua marina, acqua salmastra che viene utilizzata per l’irrigazione, contribuendo in maniera preoccupante alla desertificazione del terreno.
Il progetto Interreg III A Grecia Italia GoW, di cui è appena concluso il meeting transnazionale nell’isola di Zante, ha già realizzato il Piano di campionamento delle acque superficiali e sotterranee, a cura dal dott. Geologo Antonio Cardone, che ha individuato 32 pozzi realizzati lungo la costa del territorio provinciale brindisino e sino a circa 10 km di distanza dal mare; lo stesso dott. Cardone ha curato la messa a punto delle convenzioni tra la Provincia di Brindisi e i proprietari dei pozzi affinché sia consentito, per un anno, il prelievo delle acque che l’ARPA, dipartimento di Brindisi, analizzerà ai fini del monitoraggio, rispetto ad un set di parametri chimico-fisici e microbiologici.
Nel ringraziare pubblicamente quanti hanno, con spirito di collaborazione, messo a disposizione della collettività il proprio pozzo per le dette finalità, è importante sottolineare che questa azione consentirà di realizzare una prima ‘fotografia’ dello stato delle acque di falda del nostro territorio; il campionamento sarà esteso a Canale Reale, dalla sorgente alla foce, a Canale Giancola e Canale Foggia di Rau, che alimenta la zona umida protetta di Saline – Punta della Contessa. Il Comune di Brindisi, settore Ambiente, realizzerà, infine, le opere di bonifica e riqualificazione del tratto terminale di Canale Inferno, affluente del Canale Palmarini Patri.
Tutti i dati raccolti saranno organizzati in un Sistema Informativo Territoriale Ambientale (SITA), azione a cura del prof. Giovanni Zurlini, Direttore del DISTeBA, dell’Università del Salento.
Sul fronte del riutilizzo delle acque depurate, il territorio sconta ancora un ritardo, soprattutto di tipo gestionale, nell’avvio degli strumenti per consentire gli usi irrigui agricoli, gli usi industriali, quelli civili di lavaggio strade e irrigazione dei giardini urbani ecc., in modo tale da disincentivare gli eccessivi prelievi dai pozzi. Inoltre, stante che il numero di pozzi nella sola provincia di Brindisi è stimato pari a circa 15.000, in grandissima parte situati in proprietà privata (con tutte le problematiche legate all’accesso), si riscontra una difficoltà oggettiva nel controllo del rispetto delle norme (fenomeni di abusivismo, usi impropri ecc.), per la carenza di risorse umane di cui dispongono gli Enti pubblici a fronte dell’elevato numero di pozzi.
Tutto ciò configura una situazione allarmante, per la quale è necessario impostare ed avviare strategie ed azioni di pianificazione, controllo e monitoraggio. Occorre operare scelte affinché risparmio, recupero e riutilizzo idrico siano punti imprescindibili di sviluppo, soprattutto in considerazione della sempre più scarsa disponibilità idrica.
Il progetto GoW, coordinato dall’arch. Mina Piazzo, ha l’obiettivo di realizzare il Programma di intervento provinciale per il riutilizzo della risorsa idrica – bilancio idrico per potenziale ed usi, scenari, buone prassi e strategie puntuali di intervento, a supporto del futuro Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, completo di VAS – Valutazione Ambientale Strategica; detto Programma, a cura del prof. Giovanni Zurlini, Direttore del DISTeBA, dell’Università del Salento, sarà integrato dal Regolamento edilizio tipo per il risparmio, il recupero e riutilizzo delle acque nel settore civile, che la Provincia di Brindisi realizzerà e renderà disponibile a tutti i Comuni del territorio che vorranno ampliare il proprio Regolamento Edilizio alle tematiche per la tutela della risorsa idrica.
Nel quadro descritto, infine, poco si sa degli impatti che le acque sotterranee e superficiali esercitano sull’ecosistema marino costiero; il Consorzio di Torre Guaceto, che gestisce l’Area Marina Protetta, ha già realizzato, in proposito, la mappa biocenotica del tratto di 2.000 ha di mare dalla foce di Canale Reale sino a 30 m di profondità. Il progetto GoW ha l’obiettivo di realizzare la Mappa biocenotica del tratto di mare antistante Canale Giancola, sino a 30 m di profondità, azione a cura della dott.ssa Simona Fraschetti, del CoNISMA; ciò consentirà di mettere in relazione gli impatti delle acque sotterranee e superficiali sia per un’area marina protetta (utilizzando la mappa biocenotica dell’AMP di Torre Guaceto), sia in un’area marina non protetta e soggetta alle ‘normali’ pressioni antropiche (presenza di lidi, di piccoli agglomerati di seconde case di villeggiatura, ecc.), verificando gli impatti delle stesse sull’ecosistema marino costiero.
Anche questi dati verranno implementati nel sistema di gestione sopra detto (SITA); in particolare si sottolinea che la connessione tra mappe biocenotiche e monitoraggio delle acque sotterranee e superficiali è azione pilota, che consentirà di verificare anche l’efficacia delle azioni di tutela delle Aree Marine Protette in entrambi i Paesi, tema di massimo interesse sia per il territorio di Brindisi che per l’isola di Zante, che ospita importante Parco Nazionale a salvaguardia delle tartarughe marine.
A breve sarà disponibile un sito web, realizzato dalla Provincia di Brindisi e in link con lo stesso sito dell’Ente, dove potere trovare tutte le informazioni, i report, la cartografia e le news relative al progetto.
|