Brindisi, 28/06/2007
Musio (Ds): "Brindisi subisce un pesante processo di accumulo energetico"
E' sempre più evidente che la provincia di Brindisi, nella quale già si concentra il 75% della produzione elettrica regionale, sta subendo un pesante processo di “accumulo energetico”.
Difatti, l'invasione incontrollata dell'eolico, e i progetti promossi dalla Regione relativamente all'energia fotovoltaica e alle biomasse, non stanno sostituendo un solo grammo delle energie fossili inquinanti, ma si stanno aggiungendo a queste, in un processo di accumulo, che sta provocando un ulteriore stress energetico e ambientale.
Da tempo i Democratici di Sinistra, a livello provinciale e regionale, hanno lanciato un allarme sul business e l'incontrollabilità assunta dall'eolico nel Salento, e in particolar modo nella provincia di Brindisi.
Nei Documenti regionali di febbraio e marzo 2007 si avanzavano tempestivi suggerimenti al Pear, per una migliore sostenibilità dello sviluppo regionale e il miglioramento della qualità della vita dei pugliesi.
In particolare, per l'eolico si proponeva la diffusione del mini eolico, al servizio di aziende agricole e distribuito nel territorio; così come si sollecitava la promozione della pannellistica termica e voltaica diffusa, in ambito specialmente abitativo e delle infrastrutture pubbliche.
Anche per la produzione dei biocarburanti si ritiene che ciò debba essere l’occasione per riconvertire territori agricoli in crisi e abbandonati, o a scarso o nullo valore produttivo aggiunto. Certo è impensabile che, per ottenere energia dalle biomasse, si importino le materie prime dall’estero, senza utilizzare quelle nostrane o sfruttare le potenzialità produttive del territorio, creando vere e proprie filiere agroenergetiche locali.
Sono quindi pertinenti gli interrogativi posti dal compagno Tomaselli in una nota stampa del 26 giugno, sulla valutazione del rapporto costi-benefici per il territorio e sulle sedi decisorie dello sviluppo e sua qualità della nostra realtà, a proposito del mega impianto fotovoltaico previsto nell’area dell’ex Petrolchimico e di un ulteriore impianto di produzione energetica, sfruttando lo stabilimento di raffinazione di zucchero da canna, previsto a ridosso del porto.
Le incentivazioni pubbliche al ricorso alle energie rinnovabili, che approviamo e promoviamo, non devono ritorcersi contro uno sviluppo ambientalmente sostenibile di un territorio come quello brindisino, già ampiamente provato da un enorme carico energetico, inquinante e climalterante.
Accumulo energetico, sostenibilità ambientale e rapporto costi-benefici territoriali delle realtà regionali che più di altre stanno pagando un pesante tributo alla solidarietà energetica nazionale, sono punti di criticità del P.E.A.R., che vanno chiariti nelle sedi politiche, di governo e istituzionali proprie.
Peraltro, ripetuti Documenti regionali e provinciali dei Democratici di Sinistra, e per ultimo, l’approvazione in Consiglio Regionale di un impegnativo Ordine del Giorno sulla situazione ambientale dell’area salentina, presentato dai consiglieri Maniglio, Romano, Taurino e Montanaro, pongono questioni di tale rilevanza che obbligano il Piano Energetico Ambientale Regionale a un supplemento di ascolto partecipativo e concertativo, essendo esso per sua natura, un atto di indirizzo e programmatorio, la cui pianificazione si definisce in progress, di modo che nulla si consumi “più sulla testa delle comunità locali…a Brindisi, a Bari e a Roma”, come dice Tomaselli. Sottoscriviamo. Più coraggio, quindi!
Ernesto Musio
Dipartimento Regionale Ambiente DS
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