Brindisi, 12/07/2007
Convenzioni, Musio (Ds): chiarezza sulla vicenda energetica
Credo sia utile e opportuno introdurre, con sincera umiltà, alcuni elementi obiettivi di chiarezza, dinnanzi a interventi, prese di posizione e iniziative politiche e istituzionali di questi giorni, sull’infinita vicenda energetica.
Le modalità di esercizio delle centrali elettriche, qualità e quantità delle produzioni e delle emissioni, sono di esclusiva competenza dello Stato, e tali restano anche dopo la modifica del Titolo V della Costituzione.
Esse possono essere disciplinate solo ed esclusivamente da provvedimenti di autorizzazione presidenziali e ministeriali.
Produzione e ed emissioni delle centrali termoelettriche sono sottratte ai poteri locali e a quello regionale, il quale ultimo può svolgere solo un ruolo programmatorio e di concertazione tra le parti.
Stabilire quindi un accordo tra le parti pubbliche locali e le società elettriche sulle quantità produttive ed emissive degli impianti, non ha alcun valore ed efficacia legali, se non è previsto dai decreti autorizzativi di esercizio dei relativi impianti.
L'efficacia legale della mitica "Convenzione del 96" (delittuosamente non fatta rispettare), è stata resa possibile non da poteri convenzionali, che neppure allora poteva avere su materie di esclusiva competenza statale, ma da quel grande capolavoro concertativo politico e tra i vari livelli istituzionali e di governo dello Stato e l'azienda pubblica Enel, che previde, in appositi e contestuali provvedimenti autorizzativi, quanto concordato e convenuto tra le parti, addirittura migliorando la qualità degli accordi - con il concorso attivo dei Ministri Ronchi e Bersani- che ridussero a due milioni di tonnellate di carbone le quantità produttive del polo energetico brindisino, in quanto si riconobbe e si dichiarò con Decreto presidenziale l’elevato rischio di crisi ambientale dell’area.
Le Convenzioni vigenti che consentono una produzione di ben otto milioni di tonnellate circa di carbone, sono il prodotto di modificazioni autorizzative ministeriali con annesse deroghe, intervenute nel corso degli anni e dei Governi.
I Democratici di Sinistra hanno dato un contributo fondamentale e decisivo alla attivazione di un tavolo negoziale con le società elettriche per la stipula di nuovi accordi, più compatibili con la crisi ambientale del territorio. Quei punti negoziali, che hanno un mandato unanime del Partito e del Consiglio Provinciale, sono e restano inderogabili.
Quantità e qualità produttive - del quale il ciclo combinato di Edipower resta parte fondamentale, anche se su ciò è sceso un singolare silenzio!-, confinamento di tutto il carbone e dei residui della combustione in un molo esclusivamente dedicato, e sviluppo in loco delle nuove frontiere della ricerca quali la filiera dell’idrogeno, sono i capisaldi sui quali impiantare un grande tavolo –sia pure tardivamente!- di concertazione come nel e sul modello del '96, coinvolgendo tutti i soggetti politici, sociali, istituzionali e di governo ai vari livelli decisionali…se si vogliono raggiungere risultati apprezzabili per il territorio, senza protagonismi solitaristici e senza pilatesche deresponsabilizzazioni, individuando per le varie problematiche, i veri tavoli decisionali, “e la costruzione delle migliori condizioni, per la stipula delle nuove Convenzioni”, come recita la Sintesi dei risultati della Campagna di Ascolto di DS, Margherita, SDI.
Ovviamente, nulla vieta che già oggi si possano stipulare accordi parziali con le società elettriche, sempre che esse siano d’accordo -anche se dovrebbero essere più ragionevoli e disponibili alla luce dei nuovi e più restrittivi scenari realtivi alle quote e al mercato delle emissioni-, sui punti già condivisi, pure essi importanti, come la liberazione del Porto dalla servitù e dalla schiavitù del carbone, delle ceneri e dei gessi e la disponibilità a rivedere al ribasso i livelli di emissione, anche rispetto alle conclusioni del Comitato Tecnico.
E' indubbio però che, al di là delle caratterialità politiche personali, la richiesta del rispetto delle quote di Co2 -già generose per alcuni impianti più climalteranti-, assegnare dai Decreti Ministeriali, senza le scappatoie previste dall’emmission trading, formalizzata dal Presidente della Provincia, Michele Errico, è un modo corretto, attuale, obiettivo e durevolmente efficace per giungere a livelli di produzione energetica e conseguente inquinamento, più compatibili con un territorio enormemente stressato, anche alla luce delle nuove decisioni europee e dei nuovi scenari mondiali, che obbligheranno sempre più ad agire localmente per arginare il problema globale del surriscaldamento terrestre, del quale l’anidride carbonica è ritenuta massima responsabile.
Osare l’ impossibile, se è necessario per le nostre genti, deve dare a tutti la forza per renderlo possibile, anche se provoca dolori e ferite momentanee. Ma chi scommette sul futuro, come il nascente Partito Democratico, fa del combattimento per le giuste cause, il suo carattere distintivo e fondativo, la sua mission.
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Ernesto Musio
Dipartimento Regionale Ambiente DS
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