Brindisi, 21/07/2007
Zona Franca: Di Maria (Cisl) replica all'On. Carbonella
L’intendimento della CISL non era e non è finalizzato ad alimentare polemiche.
Sul tema della zona franca urbana, la CISL, ha solo espresso dubbi e perplessità su quanto, in termini di sviluppo reale, possa apportare a Brindisi che, invece, ha bisogno di ben altro.
Ciò detto, di fronte alle forti convinzioni dell’On. Carbonella non si può che prendere atto ed auspicare che al più presto si possano realizzare quegli eventi positivi a cui il parlamentare fa riferimento.
Nel contempo nessuno può avere però la pretesa di impedire alla CISL di esprimere la propria opinione sui vari argomenti che interessano il territorio e per questo nessuno si può arrogare il diritto di annoverare la CISL fra favorevoli e contrari.
La CISL come parte sociale vuole continuare a svolgere sino in fondo il ruolo che gli compete. Da tempo si chiede un tavolo permanente con tutte le forze politiche e istituzionali, per avviare una programmazione di area attraverso politiche di coesione mirate al raggiungimento di un solo obiettivo chiamato “SVILUPPO”, visto che la situazione occupazionale peggiora di giorno in giorno con situazioni di crisi che investono, oltre i settori produttivi privati anche il pubblico impiego con l’arsenale ed i precari del settore sanità.
A tal proposito circa l’istituzione della zona franca a Brindisi, nel mese di Aprile, la CISL tenne a dire che essa rappresentava una opportunità da non perdere, a condizione però che tutti i soggetti operanti nel territorio avessero avuto una precisa condivisione del percorso da seguire.
In particolare, si chiese che preliminarmente si doveva chiarire se per zona franca si intendeva una area della città o dell’intero perimetro urbano, inteso nella sua interezza amministrativa, inclusa la zona industriale.
Inoltre, la CISL disse di non essere contraria al fatto che nel nostro territorio si creassero le migliori convenienze per gli investimenti provenienti dall’esterno dell’area e agevolabili dall’istituzione di una zona franca, ma doveva essere chiaro a tutti che sarebbe stato preferibile che tale zona – se ciò fosse stato consentito dalla legge vigente – avrebbe dovuto includere la zona industriale, ove si concentrano i maggiori presidi produttivi del nostro territorio urbano e dove è presente una maggiore dotazione di infrastrutture.
Infine, si esplicitò che solo così l’istituzione della zona franca a Brindisi avrebbe potuto incidere notevolmente sugli aumenti di investimenti e di produzioni, l’accelerazione dell’afflusso di capitali e tecnologie fornendo stimoli all’economia.
Per cui l’opinione della CISL è che solo così la zona franca può rappresentare una occasione straordinaria per la nostra città, per voltare pagina e raggiungere finalmente un livello di sviluppo economico che consenta di dare risposte concrete alle migliaia di giovani disoccupati costretti ad abbandonare le nostre terre emigrando nelle zone del nord Italia.
In questa prospettiva e solo in questa prospettiva , la zona franca è uno strumento utile: altrimenti rimane solo ed esclusivamente uno slogan per conquistare visibilità.
Il Segretario Generale
Teodoro Di Maria
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