Danni incalcolabili. Ciò che di estremo valore ma non ha prezzo è andato perso definitivamente.
Distruzione e morte.
Distruzione. Quella che ha interessato tanta, troppa, vegetazione. Canneti, dune ed una vasta oasi di macchia mediterranea : un'oro che la natura aveva creato con fatica nel corso di una miriade di anni e che l'uomo, con altrettanta fatica, era riuscito a preservare.
Morte. Quella delle rare specie animali sterminate dall'incendio. Vite che nella riserva di Torre Guaceto avevano trovato per tanti anni l'habitat naturale per stabilirsi e riprodursi lontano dalla mano nemica dell'uomo.
Ma quella mano nemica, nella fattispecie la forza della bestialità che arma i piromani, è arrivata dove non sarebbe mai dovuta giungere. Le bestie ci avevano già provato in mattinata ma il fuoco era stato prontamente domato. Ma non è bastato. Ed è stata tragedia.
Le fiamme, divampate ieri pomeriggio verso le 15 di ieri sono state spente poco prima che arrivasse l'alba ma l'emergenza è continuata fino a mattinata inoltrata nel timore che il micidiale mix del vento e delle alte temperature determinate dall'incendio e dal sole potesse riaccendere altri focolai.
La circolazione stradale della 379 Bari - Brindisi è stata ripristinata stamane intorno alle 5 dopo un'interruzione di oltre 14 ore. Troppo alte le fiamme ed il fumo provenienti dall'oasi per assicurare una guida esente da rischi.
Dopo una lunga operazione di bonifica adesso si contano i danni. Nessun problema alle persone ma i vigili del fuoco hanno calcolato che sono andati distrutti più di cento ettari di dune, canneto e macchia mediterranea. E' quasi il 10% dell'estensione dell'intera riserva di Torre Guaceto, una delle più grandi e preziose d'Italia, un vanto per la provincia di Brindisi e per l'intera Puglia.
Le reazioni al triste episodio non si sono fatte attendere.
Si passa dallo sdegno espresso da Roberto Protopapa del WWF, allo sgomento manifestato dall'On. Carbonella che, tra l'altro, ha chiesto controlli più efficaci.
Michele Losappio, assessore regionale all'Ecologia, che domani farà un sopralluogo nella zona, ha diffuso una nota facendo sapere "che la Regione non arretrerà di un centimetro nella sua politica di tutela e di valorizzazione dell’habitat".
Più sorpresa è apparsa l'On. Laura Marchetti, sottosegretario all'Ambiente, che non riesce proprio a spiegarsi gli interessi che possono aver armato la mano dei piromani.
Certo, Torre Guaceto non è come Vieste o come quella Campania che, mai come questa estate, è stata martoriata da tanti incendi. Ma la speculazione edilizia, ragione addotta dai più per motivare l'azione piromane, potrebbe essere la causa dell'incendio anche dell'Oasi alle porte di Brindisi. Il meccanismo potrebbe essere simile anche se oggi potrebbe vigere una piccola variazione sul tema. Solitamente si manda a fuoco la vegetazione per evitare che la zona possa diventare oasi protetta e quindi terreno non edificabile. Ma sarebbe così inverosimile che a Torre Guaceto sia avvenuto il contrario, ossia che si sia voluta bruciare parte della Riserva Naturale per toglierle la qualifica di Oasi protetta?
Se confermata, la presenza del doppio focolaio fa cadere l'ipotesi che il piromane appartenga alla categioria degli "incendiari inconsapevoli", ossia di quelle persone in possesso di scarsa cultura ambientalista ma non della volontà di appiccare il fuoco e fare danni.
Altra ipotesi - terribile quanto e forse più di quella della speculazione edilizia - potrebbe legare l'azione piromane agli interessi economici che, seppur secondari e non ingenti, coivolgono l'attività del Consorzio di Torre Guaceto. E' sempre possibile che la mano diqualcuno possa essere stata mossa da sentimenti come l'invidia o la rabbia di essere escluso da un business, seppur piccolo.
Gli organi preposti avranno un bel da fare per sbrogliare una matassa che appare molto imbrigliata. Intanto la gente civile, quella che ama il proprio territorio, piange uno degli sfregi più terribili mai commessi ai danni della Provincia di Brindisi.