Brindisi, 29/08/2007
Riduzione emissioni CO2, Errico:"e' inderogabile iniziare da Brindisi"
“Se non per i disastrosi effetti ambientali che nei decenni hanno prodotto in via locale le centrali a carbone, sicuramente per gli effetti clima-alteranti che il polo termoelettrico produce con rilevanza planetaria, Brindisi è comunque finalmente al centro dell’attenzione nazionale ed europea come emergenza ambientale.
I dintorni della centrale di Cerano non sono più coltivabili perché dei 243 punti indagati nei terreni agricoli 230 presentano una contaminazione da Metalli, l’aria di Torchiarolo ha gradi di polverosità peggiori di quella milanese, il mare della zona ogni anno è surriscaldato dallo scarico di 3 miliardi di tonnellate di acque calde ed inquinato dallo scarico di 3 milioni di tonnellate di acque inquinate, la falda acquifera è a sua volta inquinata e per di più depauperata dalla estrazione di centinaia di migliaia di metri cubi di acqua il cui utilizzo è invece inibito alle aziende agricole, il porto di Brindisi è asservito al traffico di milioni e milioni di tonnellate di carbone all’anno.
Questi sono gli effetti della sola centrale di Cerano, le cui 15 milioni di tonnellate di C02 emesse ogni anno sono per i Brindisini il dato minore (visto che essi ne risentono come tutti gli abitanti del pianeta) ma per il mondo intero costituiscono di gran lunga la massima fonte di gas clima-alteranti d’Italia e una delle maggiori d’Europa e del pianeta.
La concomitanza tra l’aggressione ambientale locale, che pure da 3 anni è sotto strettissimo controllo pubblico e per questo,in via di deciso contenimento, e il disastro climatico planetario ci dà oggi finalmente chiare e favorevoli prospettive di superamento del bubbone Cerano e di conduzione alla sostenibilità dell’intero polo elettrico.
In 3 anni abbiamo conseguito operazioni di scarico in banchina finalmente degne di un Paese civile e rispettose dei lavoratori, dei passeggeri e degli abitanti di Brindisi (grazie anche all’intervento della Magistratura), abbiamo raggiunto il contenimento delle emissioni di inquinanti ai livelli pur elevati della convenzione del 1996, abbiamo ottenuto il cristallizzatore delle acque industriali ENEL in corso di realizzazione, abbiamo conseguito la progettazione dei parchi carbone coperti di Brindisi Nord e di Brindisi Sud, abbiamo indotto ENEL con Edipower a riattivare l’iter di progettazione e realizzazione a proprie spese di molo dedicato ai combustibili nel porto esterno, sì da liberare Costa Morena; l’onere (non lo svolgimento) del monitoraggio dell’ambiente marino costiero è stato posto a carico di ENEL, Edipower e altre industrie. Dalle stesse aziende abbiamo ottenuto l’assunzione di disoccupati di lunga durata, respingendo goffi tentativi di mettere in competizione ambiente e lavoro.
Il territorio ha conquistato una dignità nei confronti dei grandi poteri elettrici che da anni non aveva, dopo aver offerto ad essi accomodamenti tangentizi o totale inadeguatezza e incapacità rispetto a problematiche ambientali sanitarie ed economiche che sono molto presto venute al pettine.
Quanto ottenuto in tre anni è a maggior ragione rilevante perchè a fronte di nessuna convenzione firmata, tanto da conservare mani libere in una trattativa che si condurrà senza soste sino al traguardo della sostenibilità.
Il carbone è ancora gigantesco condizionamento per il porto e immane fonte di inquinamento. Gli 8 milioni di tonnellate all’anno tra le due centrali, di fatto la metà di tutto il carbone importato in Italia, sono presenza estranea al territorio, alla sua cultura, alla sua economia, al suo ambiente.
Il proposito locale di liberare la nostra terra generosa da tale oppressione e quello globale di salvare il pianeta rendono automaticamente gli impianti brindisini oggetto di non rinviabile intervento da parte del Ministero dell’Ambiente, in concomitanza delle istruttorie per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale, istituto che non può risolversi nell’accorpamento delle tante autorizzazioni già acquisite dalle centrali ma che deve garantire l’effettiva applicazione delle migliori tecnologie disponibili, in relazione pure alla speciale dignità che la legge (art. 7 del D. Lgs. n. 59/2005) ha dato all’A.I.A., quella di essere l’unico strumento che può imporre limiti alle emissioni di gas serra “quando ciò risulti indispensabile per evitare un rilevante inquinamento locale”.
Con riferimento al Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di C02 (quello in vigore ex decreto 18.12.2006 che assegna all’impianto di Cerano C02 in diminuzione da 13.341.535 ton nel 2008 a 10.169.341 ton nel 2012 o quello che venisse eventualmente ridefinito in diminuzione) la Provincia ha chiesto appunto in sede di AIA che venga posto all’impianto il divieto di acquisto di quote di C02 sul mercato, in relazione al grave stato di inquinamento esistente: quest’ultimo deve essere al centro della istruttoria per l‘Autorizzazione Integrata Ambientale.
Dalla suddetta limitazione alla emissione di C02 sarebbe consequenziale infatti una riduzione della produzione — o una conversione a combustibile meno produttivo di emissioni quale il gas
— tale da ridurre apprezzabilmente l’impatto ambientale della centrale, cosa evidentemente indifferibile per l’inquinamento locale ufficialmente riscontrato.
Secondo le stesse proporzioni delle quote di C02 assegnate in diminuzione si ridurrebbero le emissioni di macroinquinanti a partire dai valori già proposti in riduzione da ENEL nell’aprile
2007.
In uno sforzo di realismo e di coerenza con le politiche nazionali di contenimento delle emissioni di gas climaalteranti, la Provincia di Brindisi non ha proposto dunque limiti alla produzione su numeri contestabili ma si è adeguata ai valori della pianificazione nazionale, pur assai generosi con ENEL rispetto agli impegni da ENEL sottoscritti con il Governo e gli EE.LL. nei 1996, diventati norma attraverso il suddetto D.P.R. 23 .4.98.
In collegamento telefonico con i convenuti al Teatro Verdi di Brindisi per la Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici dello scorso 20 luglio, il Ministro Pecoraro Scanio ha sottolineato la necessità di portare il settore elettrico alla riduzione delle emissioni di C02.
E’ inderogabile iniziare da Brindisi, la legge ne offre gli strumenti, la sofferenza locale ne sottolinea l’indifferibilità”.
Michele Errico Presidente Provincia di Brindisi
COMUNICATO STAMPA PROVINCIA DI BRINDISI
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