Brindisi, 07/03/2004

Donna Sindaco a Brindisi? Interviene Rosetta Scarparo

Sento a questo punto della discussione la responsabilità politica di prendere la parola sulla candidatura di una donna alla carica di sindaco. Sento la responsabilità non solo come donna, ma anche come protagonista attiva di quella innovazione, quel cambiamento di cui tutte/i sentiamo il bisogno.
Ovviamente niente da ridire riguardo ai nominativi avanzati; molto invece sul percorso, il metodo adottati per arrivare alla candidatura di una donna.
Ormai è innegabile che gli uomini tendono sempre ad occupare la scena, a parlare anche in nome delle donne, a dividersi per poi magari accordarsi tra di loro e mantenere nelle loro mani il potere di decidere. La nostra parola sembra ancora non contare, è volutamente ignorata. Ma se si vuole cambiare, vanno ripensati in profondità i concetti chiave, le pratiche e gli strumenti della politica.
Nell'esperienza del "cambiare rotta" per esempio e ancor di più, nella commissione elettorale, non si è prevista la presenza, il confronto, lo scambio, ascoltare le donne insomma.
Anche se i due sessi appaiono entrambi protagonisti, questa rappresentazione è soltanto verosimile. Esiste ancora un'impermeabilità alla pratica politica (e soprattutto alla soggettività politica) delle donne.
Ancor più ritengo che qualsiasi condivisione di spazi e percorsi politici, per essere veramente segnati da una sostanziale democrazia e da un'effettiva spinta innovativa, debba passare attraverso l'esplicito riposizionamento degli uomini che devono assumere la parzialità del proprio punto di vista sessuato.
Non si possono "riempire" gli spazi della politica aggiungendo solo lo specifico femminile, ma si deve fare del punto di vista di genere e delle pratiche delle donne, la leva del cambiamento. Tutto ciò non è avvenuto e questo denota l'interesse degli uomini a conservare il proprio ruolo e ad impersonare la POLITICA.
Resta quindi illusorio qualsiasi processo di cambiamento se non si entra in relazione con le donne, se non si ascolta la loro voce, non ci si mette in contatto con le loro pratiche.
Mi sembra che molti soggetti, in questa fase, stiano annegando nel diluvio del falso cambiamento di rotta.
Grandi carovane si sono messe in cammino, si sono costruite oasi, dune, palmizi e una grande arca di Noè. Sta a noi donne salire sull'arca, ma per decostruire sia il vecchio Noè che i suoi figli maschi, non nel nome del Padre e nemmeno nel nome di Eva, con la complicità della quale si partecipa alla guerre, si contribuisce allo smantellamento dello stato sociale, si approvano leggi che mortificano le donne, il loro corpo, la loro autodeterminazione. Non nel nome di Eva quindi, ma nel nome di Lilith che mise in crisi Adamo solo per il fatto di essere Lilith, Lilith la disobbediente solo per il fatto stesso di nominarsi, di pensarsi, di pensare donna, donna differente per una politica differente.

Rosetta Scarparo
Forum delle Donne PRC