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Brindisi, Festa Santi Patroni: il messaggio di Mons. Rocco Talucci



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Brindisi, 01/09/2007

Festa Santi Patroni: il messaggio di Mons. Rocco Talucci

Galleria foto 1 Festeggiamenti S. Teodoro

Un caro saluto a tutti voi nel nome dei Santi patroni: S. Teodoro D’Amasea, un grande laico come voi, fedele a Dio, fedele allo Stato, fedele all’uomo e S. Lorenzo, un grande sacerdote, evangelizzatore in Europa, dottore della Chiesa, amante della sua città.

Sul loro esempio amate anche voi la Chiesa per coltivare la vostra fede nell’amore a Dio che è Padre, amate la città nella quale incontrate il prossimo, come vostro fratello. Così dalla santità dei nostri Patroni si passa alla santità nostra di noi che come cittadini e come cristiani viviamo il tempo della nostra Storia nella prospettiva dell’eternità beata.

In questa giornata grande per noi mi piace ricordare due eventi che pure ci appartengono. Oggi primo settembre è la giornata della salvaguardia del Creato che ci orienta al rispetto della natura, dell’ambiente, della vita nel progetto di Dio Creatore che ha affidato il mondo alle nostre mani.
Ma è anche la giornata dell’incontro del Papa con i giovani italiani a Loreto. E mentre io sto parlando a voi, Benedetto XVI sta parlando ai giovani sotto lo sguardo della Madonna, e sarà bello domani riascoltare o leggere la sua parola che certamente tanto coraggio e tanta forza infonderà anche a voi giovani di Brindisi, che siete rappresentati a Loreto da un consistente gruppo di vostri coetanei.

E a proposito del Santo Padre voglio dirvi che nella Visita ad limina Apostolorum, nello scorso marzo, l’ho incontrato in udienza privata e mi ha accolto con queste parole “Brindisi, che bel porto” mentre ammirava il libro che documentava l’accoglienza dei ventimila albanesi in quelle giornate memorabili nelle quali l’amore è prevalso su ogni indifferenza. Al Papa ho parlato del nostro porto che vorremmo fosse veramente bello per lo sviluppo della città, ho parlato delle sofferenze e delle speranze di Brindisi, ho parlato della nostra Chiesa e dei nostri programmi pastorali. L’ho invitato a venire a Brindisi. Si è detto disponibile con gioia, meravigliandosi come mai Giovanni Paolo II non fosse mai venuto. Siamo in attesa di una risposta. Speriamo che venga. Se verrà lo accoglieremo in questo porto, in questo mare, proprio come accogliamo le reliquie dei nostri Santi Patroni.

In questo anno, grande impegno stiamo profondendo, come Diocesi e Soprintendenza, a difesa dei nostri Beni Culturali. Mi riferisco al grande restauro della facciata della Cattedrale, e alla ristrutturazione della Chiesa di S. Teresa e della Chiesa di S. Maria degli Angeli, a noi tanti cara, perché voluta da S. Lorenzo che oggi celebriamo. È vero che sono beni ecclesiali ma danno lustro alla nostra città. Superiamo tutte le polemiche e godiamo di un rinnovamento grande che rende ancora più bella Piazza Duomo che con la sua illuminazione, si presenta come un salotto di fede e di cultura.

Sarà inaugurato il nuovo Seminario Arcivescovile, dovuto alla provvidenza di tanti benefattori e dettato dalla necessità di rendere stabile il cammino dei chiamati al sacerdozio. Per la realizzazione del Seminario è stata rispettata ogni volontà senza nessun compromesso e senza alcun abuso, nella trasparenza di una generosità che annulla interessi particolari. Il Seminario l’ho sempre visto legato alla presenza dell’Università brindisina anch’essa inaugurata già in alcune facoltà con la prospettiva di altre, speriamo rispondenti alle esigenze culturali del nostro territorio. Per l’inaugurazione, il 18 novembre prossimo, sarà con noi S. Em. il Card. Tarcisio BERTONE, Segretario di Stato della Città del Vaticano.

Non possiamo non fare, quest’anno, un riferimento alla apertura definitiva del nostro Teatro di Città e del Salento che ha dato a tutti i cittadini, e ai giovani in particolare, la possibilità di vivere dei momenti culturali di cui tutti abbiamo bisogno per elevarci ad un sentire più umano, al gusto delle cose belle, al superamento dei confini. Ci auguriamo che il nostro Teatro diventi la sede della elevazione del pensiero e della valorizzazione di tutti i talenti anche nostrani. Sia il Teatro un luogo al di sopra delle parti, per coltivare, nella collaborazione di tutti, una maggiore unità culturale di cui la nostra città ha bisogno.

Con settembre e con la festa dei Santi Patroni, Teodoro d’ Amasea e Lorenzo da Brindisi, al quale come città vogliamo erigere un solenne Monumento, già pronto appena verrà scelta il sito più adatto per la sua collocazione, si segna la ripresa di tutte le attività sia religiose che culturali, si riprende il nuovo anno pastorale e il nuovo anno sociale.
L’anno pastorale sarà caratterizzato dalla valorizzazione e dalla missionarietà delle Aggregazioni Laicali, cioè Associazioni, Movimenti e Gruppi, sui cui ci si è fermati nelle tre giornate residenziali a San Giovanni Rotondo negli ultimi giorni di Agosto.

È nostro desiderio di Chiesa rilanciare un’opera di nuova evangelizzazione che è il miglior servizio che la Diocesi può offrire al territorio nel quale vivono gli uomini: uomini aperti a valori che si scontrano con disvalori; uomini desiderosi di certezze inequivocabili che si mescolano con esperienze effimere e precarie, uomini alla ricerca di senso per dare speranza alla propria esistenza, che si imbattono con forme di relativismo e di permissivismo che rendono possibile tutto, anche quanto è contrario all’umano e al bello; uomini che affrontano sfide educative per la formazione delle coscienze, che intravedono l’oscuramento della coscienza e la perdita della dignità; uomini che vivono il presente con lo sguardo al futuro e non possono essere distolti da una immediatezza pragmatica e precaria che impedisce di andare oltre per una speranza che non muore.

Ma riprende anche l’anno sociale. Nel nome dei Santi, che hanno nelle mani, per nostro volere, le chiavi della Città, vorrei porgere un augurio per il migliore svolgimento dei programmi previsti attraverso le responsabilità delle nostre amministrazioni comunale e provinciale, portuale, aeroportuale, commerciali e culturali.

Se è vero, come è vero, che la diversità e pluralità delle parti si esige per la libertà delle scelte e per la più sicura ricerca della verità, senza nulla togliere a quest’autonomia di fondo, esorto le Istituzioni, a nome di tutti noi, a coltivare un servizio sempre più unitario per realizzare i progetti che si hanno in cantiere per la città.

Ci sono interessi civici che non possono non appartenere a tutte le parti. Portate insieme a compimento l’unico sviluppo possibile: perché questa città riscopra il suo volto più naturale nella sua ristrutturazione, perché gli investimenti siano possibili per garantire lavoro, perché gli impianti siano compatibili con certezze vere e documentate; perché non si sciupi ulteriormente il dono del tempo per altri programmi, perché si porti a compimento il percorso universitario per le scelte e le strutture; perché si garantisca la migliore sicurezza degli esercizi commerciali e anche delle nostre strade, troppo spesso rese rosse del sangue di tanti cittadini e di tanti giovani; perché l’educazione alla legalità e la formazione scolastica sia meglio messa al centro di ogni attenzione. Ed è quest’ultimo un sincero augurio che rivolgo alle nostre scuole che stanno per riprendere il cammino formativo.
Queste sfide esigono dalle Amministrazioni una maggiore unità convergente, pur stimolante e propositiva, per evitare crisi indebite che bloccano un progresso e uccidono la speranza.

Quanta collaborazione possiamo esercitare a sostegno delle varie povertà. Mentre abbiamo lo sguardo teso verso i fratelli del Perù, della cui sofferenza per il grande terremoto si occupa la Caritas ma anche il nostro PAM (Programma Alimentare Mondiale), nella sede ONU di Brindisi, che ha fatto partire aiuti umanitari nei giorni scorsi, vogliamo guardare anche alle famiglie povere di casa nostra, e insieme a quanti affollano la mensa Caritas e gli immigrati accolti a Restinco, a cui assicuriamo la nostra vicinanza.

Sia questa festa che ci piace condividere con i nostri fratelli Ortodossi nella venerazione di S. Teodoro l’occasione per meditare insieme e programmare insieme, perché in questa nostra città voi fedeli e cittadini vivete come popolo, popolo di uomini per vivere una storia degna, e popolo di cristiani per vivere una fede che dona la speranza ultima, quella di Dio, con la quale ha certamente senso la nostra esistenza.

+ Rocco Talucci
Arcivescovo

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