Brindisi, 05/09/2007
Mostra fotografica: "E se qualcosa cambia fatecelo sapere"
Sarà presentata venerdì 7 settembre alle ore 18.00, la mostra fotografica di Marcello Carrozzo: “E… se qualcosa cambia fatecelo sapere”, già aperta il primo settembre, presso FC STUDIO, in V. Congregazione n. 3 a Brindisi.
L’esposizione racconta, con immagini di grande formato, l’itinerario compiuto dal fotoreporter, per 45 giorni, nei campi profughi palestinesi.
L’iniziativa, organizzata da TERRAROSSA_servizi per la cultura e il turismo, nell’ambito del programma “Città aperte d’estate 2007”, è promossa dalla Regione Puglia e dall’Azienda di Promozione Turistica di Brindisi ed è patrocinata dalla Provincia, dal Comune di Brindisi e dal Comitato Italiano per il Programma Alimentare Mondiale WFP/PAM.
Dopo Roma (Galleria La Pigna), Civitavecchia (Galleria del Melograno e Sacrestia dell’ex Chiesa di S. Giovanni di Dio) ed Ostuni (Biblioteca Comunale), la SECOP edizioni di Corato ha curato anche l’allestimento a Brindisi.
La presentazione è prevista sulla Salita di Ripalta, all’inizio di v. Congregazione, alla presenza del Commissario dell’A.P.T. di Brindisi Francesco Nacci, dell’Assessore provinciale alla Cultura Giorgio Cofano e del Sindaco della città Domenico Mennitti. Domenico Saponaro, critico d’arte, introdurrà gli interventi del fotoreporter Marcello Carrozzo e della poetessa Angela De Leo. Giuseppe Saba della rete UNHRD e Vincenzo Pirato del WFP/PAM – Nazioni Unite, racconteranno dell’esperienza del comitato italiano, nei paesi e tra la gente di Palestina, ritratta nelle immagini esposte.
La mostra può essere visitata tutti i giorni, fino al 23 settembre, dalle 18.00 alle 21.00.
La Macchina Fotografica è quella di Marcello CARROZZO.
Itinerante è stato il suo viaggio nei Campi Profughi Palestinesi, per raccontare un mondo sommerso, spesso ignorato, mai conclamato alla ribalta dei mass-media.
Poetico: perché l’eleganza dello scatto, la delicatezza dell’impostazione silenziosa, il garbo del punto di osservazione, la pazienza, la visione e l’ascolto di un’immagine che da sola potesse parlare, fanno di questo percorso/racconto per immagini un testo di comunicazione poetica.
La scelta di essere lì in modo quasi impalpabile, perchè nessuno potesse sentirsi violentato da una presenza invadente, che più acuminata di una freccia potesse entrare spietata nell’intimità del dolore vissuto, nella normalità della vita, che di normale, in realtà, non ha più nulla, è poesia.
Poetico: perché si può denunciare senza usare il linguaggio cruento delle immagini che mostrano, compiaciute di sadica perversione, l’uomo privato della sua dignità.
Poetico: perché si può parlare un’altra lingua, vivendo per quaranta giorni come se si conoscesse solo quella; mangiando alla stessa tavola; sedendosi per il rito del caffé o inginocchiandosi nell’ora della preghiera.
Poetico: perché si può scegliere di fotografare profughi (uomini, donne e bambini) senza coglierli nei momenti di rabbia o di follia omicida, ma piuttosto nella rassegnazione e nel silenzio.
Poetico: perché non sono icone politiche, bandiere di ostentazione, vessilli al facile pietismo, le fotografie in bianco e nero di questo racconto della vita, che sopravvive comunque, tra le macerie e nella negazione dei valichi di libertà.
Non c’è musica da cantare o da ballare che echeggi nelle strade senza sole dei moukayan, perché qui le giornate scorrono scandite al ritmo dell’attesa.
L’attesa che, disegnata sui muri delle case diroccate, ha forma di tenda e colore di sabbia del deserto, fiori che spuntano dai fucili; l’attesa, seduta sui cuscini o sui tappeti delle case senza tetto; l’attesa del bambino che trasporta senza sosta bidoni d’acqua per tutto il giorno fino a sera.
Attesa che sotto questo cielo qualcosa cambi...
"e... se qualcosa cambia, fatecelo sapere."
IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO
Con gli stessi sentimenti, che hanno mosso l’Autore nel fare gli scatti, e con lo stesso garbo con cui Marcello CARROZZO ha voluto raccontare il suo viaggio, si intende far conoscere al pubblico il contenuto socio - antropologico, autenticamente umano, delle fotografie, attraverso una Mostra Fotografica e la pubblicazione delle stesse nel Libro, a cura della SECOP Edizioni di Corato (BA).
MOSTRA FOTOGRAFICA
La Mostra, il cui allestimento è stato progettato dall’art designer Antonio SERLENGA, prevede l’esposizione di foto (circa 60) alcune in formato 50x70.
Si parla di un viaggiatore che, spinto ad oltrepassare il suo obiettivo dall’imperativo categorico della sua anima, deve attraversare il tunnel del suo pregiudizio, lasciandosi alle spalle il personale agiato vissuto occidentale, per raggiungere l’altro da sé, l’altro "persona" con vissuto diverso e, nel caso specifico, drammatico, in una sorta di personale strada di Damasco, dove la folgorazione è quella di intuire che l’uomo è uomo ovunque e che, come tale, ha bisogno di una vita che sappia di potersi addormentare e risvegliare nello stesso luogo, con le stesse persone, in una sequenza di possibile normalità, perché ogni altra condizione deve essere una sua scelta e non una sosta obbligata.
Il tunnel è il passaggio simbolico del fotografo che, attraverso la camera oscura, una sorta di camera uterina, rinasce a nuova vita.
Dal buio alla luce.
E, ad ogni rumore di ogni nuovo scatto, matura la sua coscienza di tempo, di storia, di sabbia e di vento.
Il vento, che ridisegna sempre un altro paesaggio di sabbia, può ridisegnare una nuova dignità, per chi la sabbia la sogna ancora sotto i piedi.
La storia, che è in divenire sempre, si può ancora riscrivere o scrivere nuova (e non soltanto per il popolo palestinese, anche se da questo Marcello CARROZZO è partito).
Il tempo è il grande collante: potrebbe cancellare il passato per definire un possibile presente.
In questa ottica, il racconto fotografico si svilupperà creando, attraverso la porta d’accesso, il "luogo dell’entrare dentro", per "entrare dentro" la storia, nei fatti.
LIBRO
Il libro-catalogo "e... se qualcosa cambia, fatecelo sapere" contiene tutte le foto presenti nella Mostra, corredate dallo stesso raccontare dell’Autore. Il libro è destinato ad offrire la possibilità ai visitatori della Mostra di potersi portare la Mostra a casa, perché non rimanga un "esserci stato", ma possa trasformarsi in un "volerci essere".
Il libro contiene le "emozioni" di scrittori e giornalisti.
PATROCINI
La mostra è patrocinata: dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche); dalla FIAP (Fédération Internationale de l’Art Photographique); dall’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani); dall’Associazione-Fondazione Papaboys onlus.
ITINERARIO ESPOSIZIONI
La mostra è stata esposta a Roma, Galleria “La Pigna”; a Civitavecchia, Galleria del Melograno e Sacrestia dell’ex Chiesa di S. Giovanni di Dio dal 23.12.2006 al 06.01.2007; ad Ostuni (BR), Biblioteca Comunale dal 27.01.2007 al 28.02.2007.
COMUNICATO STAMPA ROSSOdiSERA
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