Lecce, 19/09/2007
Colonna, Perrone a Mennitti: "Lecce e Brindisi vicine se resta al suo posto"
Il sindaco Paolo Perrone ha inviato oggi al primo cittadino di Brindisi Domenico Mennitti una lettera con la risposta ufficiale alla richiesta inoltrata ieri dallo stesso e relativa alla restituzione della Colonna di Sant’Oronzo alla città di Brindisi. Questo il testo integrale della lettera:
“Gentile Sindaco,
a scanso di facilissimi equivoci mi preme chiarirti subito che la mia netta ed immediata replica alla tua richiesta sulla Colonna di Sant’Oronzo non è stata dettata né dall’istinto né dall’orgoglio campanilistico. Tuttavia, una serie di riflessioni mi inducono a ribadirti che tale richiesta non può essere accolta. La “scortesia” cui ho fatto riferimento nella primissima risposta, ieri, non è certo un atteggiamento che valuto come personale nei miei confronti, tanto meno come istituzionale dal momento che hai avuto la premura di avvisarmi prima di rendere pubblica la richiesta, ma lo considero rivolto alla città di Lecce ed ai leccesi, ma anche a Brindisi ed ai brindisini. Anzi, sarei portato a parlare piuttosto di “scortesia storica” sulla base della considerazione che, trattandosi di un dono e non di un oggetto defraudato o acquisito illegalmente o frutto di bottino di guerra, richiederne la restituzione appare una sorta di sgarbo proprio a quella comunità che volle ringraziare il nostro Santo Patrono in quel modo.
Ma ci sono altre considerazioni che ci tengo ad illustrarti. Innanzitutto, sebbene ci sia confusione su come realmente si siano svolti i fatti che poi hanno portato quel manufatto da Brindisi a Lecce e non si possa contare sull’oggettività di alcun documento, esiste un minimo di verità e di certezza storica almeno sul fatto che la colonna che sorregge oggi la statua di Sant’Oronzo strutturalmente non è la colonna romana terminale della via Appia. Si tratta di un lotto che giunse a Lecce piuttosto malconcio dopo il crollo e che Giuseppe Zimbalo provvide a ricostituire costruendo una nuova base con pietra locale, rastremando i rocchi di 65 centimetri (la circonferenza passò alla base da 4,77 a 4,12 metri) e riducendo il capitello corinzio. Come dire che l’attuale Colonna di Sant’Oronzo è solo una vaga idea di quella che stava a Brindisi, non solo dal punto di vista sostanziale, ma anche squisitamente estetico.
Che senso avrebbe riportare a Brindisi l’attuale manufatto di Piazza Sant’Oronzo? Non sarebbe, oltre tutto, uno schiaffo alla logica della storia dell’arte e a quella romana in particolare, così fedele al sistema delle proporzioni? Inoltre, stando alla questione dell’immagine della tua città quale Città d’acqua, dove le colonne gemelle sono state simbolo della vita marittima, mi permetto di rilevare come si tratti di una immagine che Brindisi non ha più da quasi 400 anni e che quindi non la rappresenta più nel mondo. Così come, viceversa, la Colonna di Piazza Sant’Oronzo si è consolidata nello stesso periodo di tempo quale uno dei simboli più significativi della città di Lecce. E’ un discorso di contestualizzazione storica e visiva che non può essere ignorato.
Da ultimo, non posso non essere d’accordo con il tuo invito alla collaborazione anche su questioni così particolari come questa. Non è in discussione il rapporto interistituzionale, né la filosofia del Grande Salento, né, infine, alcun aspetto del legame tra le due città. Ma mi sembra infinitamente più legittimo difendere tale legame lasciando le cose come stanno, perché è questa situazione di fatto che costituisce un magnifico esempio di un buon rapporto di vicinanza e affetto, di gratitudine e di riconoscenza.
Lecce e Brindisi vicine non solo idealmente. Sulla base di questo, sono convinto che saprai apprezzare anche questa nostra gelosa e genuina difesa della Colonna.
Distinti saluti”.
COMUNICATO STAMPA AMM.NE COMUNALE DI LECCE
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