Brindisi, 21/09/2007
Il Dirigente del settore Beni Monumentali sul trasporto della colonna
I lavori di completamento del restauro del complesso monumentale della ex-Corte d’assise erano sorretti da un finanziamento di € 1.549.000,00 nell’ambito del programma URBAN Italia- Brindisi.
In tale progetto era previsto, fra l’altro, il trasferimento dei componenti originali della Colonna romana (pulvino, capitello ed ultimo rocchio) ed il conseguente allestimento, secondo le prescrizioni delle competenti Soprintendenze, della cosiddetta “Sala della Colonna”.
Tale intervento, date la complessità e delicatezza dello stesso, oltre che l’assoluto rilievo storico-artistico del manufatto lapideo, era scorporato rispetto all’appalto principale di restauro dell’intero immobile, perché da affidarsi evidentemente a ditta altamente qualificata e specializzata.
Va in premessa e doverosamente sottolineato in cosa consistesse tale intervento, che, intanto, non poteva limitarsi per ovvi motivi al solo trasferimento, pure complesso, dei componenti originali:
• Carico, trasporto e scarico componenti a piè d’opera (rocchio, capitello e pulvino) dallo stabilimento Enichem a Palazzo Nervegna- ex Corte d’Assise;
• Fornitura, costruzione, zincatura, trasporti e montaggio del piano di appoggio e del basamento per il sostegno degli stessi componenti;
• Fornitura, costruzione, trasporto e montaggio del piano di appoggio in lamiera con relativi piano di scorrimento per lo spostamento dei componenti all’esterno del Palazzo Nervegna;
• Fornitura, costruzione, trasporto e montaggio struttura per il sollevamento e la posa in opera dei com6ponenti;
• Posa in opera sul basamento metallico definitivo del rocchio, capitello, pulvino;
• Smontaggio struttura e trasferimento delle strutture per il sollevamento e la posa in opera.
L’Ufficio aveva preliminarmente inteso affidare questo intervento per continuità ed agli stessi patti e condizioni ( stesso ribasso d’asta) dell’appalto principale, per un importo pari a € 40.000,00, alla ditta assuntrice dei lavori , che aveva declinato l’invito, non ritenendolo remunerativo.
Successivamente, dovendo comunque eseguire l’operazione ed ultimare, entro i tempi previsti dal Ministero delle Infrastrutture, i lavori di restauro e fruibilità dell’edificio della ex-Corte d’Assise, il progettista incaricato ha aggiornato il progetto, modificando contestualmente il quadro economico di riferimento.
L’Ufficio, sulla scorta dei nuovi atti contabili-amministrativi e progettuali, ha proceduto all’affidamento dell’intervento, con le dovute caratteristiche d’urgenza, perché il mancato trasferimento dei manufatti lapidei avrebbe comportato serie difficoltà nella ultimazione dei lavori complessivi appaltati, secondo le tempistiche imposte dal finanziamento. A titolo esemplificativo si ricorda solo che le pavimentazioni del piano terreno non avrebbero potuto essere realizzate prima dello stesso trasferimento.
Si è proceduto nello specifico all’espletamento di una gara con procedura negoziata, ai sensi di legge, invitando ditte specializzate presenti sul mercato locale.
Fra i requisiti e le condizioni essenziali per partecipare alla gara vi erano l’accettazione incondizionata della esecuzione dei lavori entro venti giorni e l’attestazione di avere eseguito lavori analoghi.
E’ pervenuta alla scrivente Amministrazione un’unica offerta, quella della ditta BRIGANTE s.r.l., con un ribasso del 3 %.
Rispetto alla esecuzione dell’intervento si vuole assicurare la pubblica opinione e la Cittadinanza intera che alcun danno è stato prodotto alla Colonna Romana e che l’allargamento del varco del portone, peraltro limitato a pochi centimetri, è consistito nella sola rimozione di due conci in pietra leccese dallo stipite destro del portale, finalizzata a garantire l’accesso del manufatto all’interno dell’edificio, per non arrecare alcun danno al capitello.
Tale rimozione ci è sembrata e ci sembra sicuramente di minor conto rispetto alla eventuale danno che si poteva arrecare al capitello stesso, stanti le misure di ingombro e la luce del portone.
Pare superfluo sottolineare come tutte le fasi di lavorazione, pur garantendo doverosamente la sicurezza del cantiere a termini di legge, sono avvenute alla luce del sole e dei riflettori e flash dei fotografi, a conferma che non vi era nulla da nascondere e occultare, oltre che alla presenza di funzionari della competente Soprintendenza.
Il Dirigente del settore Beni Monumentali
Arch. Fabio Lacinio
COMUNICATO STAMPA AMM.NE COMUNALE DI BRINDISI
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