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Brindisi, Accordo 23/7: si costituisce il Comitato del NO



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Brindisi, 25/09/2007

Accordo 23/7: si costituisce il Comitato del NO

Il 23 luglio del 2007 il governo ha definito un protocollo d’intesa, poi sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil, che se trasformato in legge, peggiorerà notevolmente le condizioni di vita e di reddito dei lavoratori e delle lavoratrici, ancor più se precari.

Pensioni;
Gli scalini peggio dello scalone. Si porta a regime l’età pensionabile a 62 anni, con 35 di contributi o a 61 con 36, a partire dal 2013. Chi ha 40 anni di contributi continuerà a uscire con le “finestre” e anche chi ha la pensione di vecchiaia dovrà aspettare le “finestre”. Così la pensione di vecchiaia delle donne, sale oltre i 60 anni e quella degli uomini oltre i 65. Non solo lo scalone non viene abolito ma a regime l’età pensionabile viene aumentata rispetto alla riforma Maroni.

L’imbroglio dei lavori usuranti. L’esenzione dei lavori usuranti dallo scalone si rivela una beffa: i fondi stanziati coprono solo 5.000 lavoratori all’anno che saranno inizialmente esentati dallo scalone, ma poi dovranno andare in pensione con almeno 58 anni d’età e 36 di contributi. Per tutti gli altri pur facendo lavori usuranti non vi sono risorse per essere esentati.

Revisione dei coefficienti: Pensioni più basse per tutti. Si peggiora la riforma Dini sui coefficienti, che verranno tagliati a partire dal 2010 del 6-8%. Da allora ogni tre anni verranno rivisti automaticamente al ribasso, con un decreto del governo, una scala mobile al rovescio. La commissione tra le parti potrà solo, entro il 2008, decidere le esenzioni. Il limite del 60% per le pensioni più basse dei precari è solo un’ipotesi di studio.

A partire dal 2011, se non saranno fatti risparmi a sufficienza con la ristrutturazione degli enti previdenziali, aumenteranno i contributi sulla busta paga dei dipendenti e per i parasubordinati.

Mercato del lavoro e competitività
Straordinari a tutto spiano. Vengono scandalosamente ridotti i contributi pensionistici e la contribuzione maggiorata per le ore di straordinario. Così si danneggia l’occupazione e anche il bilancio dell’Inps, mentre non ci sono i soldi per cancellare lo scalone. Le aziende pubbliche e private ne faranno ancora più massicciamente ricorso anziché assumere nuovo personale.

Aumenta il lavoro precario Viene confermata la Legge 30 e in particolare il lavoro interinale a tempo indeterminato (staff leasing). I contratti a termine potranno durare anche oltre 36 mesi, senza alcun limite, con procedure conciliative fatte presso gli uffici del lavoro con l’assistenza dei sindacati. Nulla cambia per i lavori interinali che rimangono privi di vincoli.

Viene detassato il salario variabile aziendale sul quale le aziende pagheranno meno contributi previdenziali, anche se i lavoratori non si vedranno decurtata la loro contribuzione. Taglio dei costi per le imprese a carico dello stato.

L’accordo va respinto perché conferma le peggiori politiche del passato ai danni dei lavoratori e, in alcuni casi, persino le peggiora. Per cambiare e riconquistare una pensione pubblica dignitosa e abolire la precarietà bisogna prima di tutto votare no alla consultazione
Anche il no all’accordo espresso nelle consultazioni sui posti di lavoro permetterà di conquistare e difendere i diritti che ci spettano.
Per contrastare questo accordo scellerato si è costituito un Comitato nazionale che a Brindisi è formato dalle seguenti organizzazioni sindacali e non : COBAS , Rete 28 aprile CGIL , RDB, USI-RDB Ricerca, Cobas Scuola,Partito Alternativa Comunista.

Per adesioni ed informazioni noallaccordo@yahoo.it cell. 3406685341


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