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Oria, Operazione Dobermann: tutti i particolari



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Oria, 02/10/2007

Operazione Dobermann: tutti i particolari

Si confondono, ora, gli echi degli squilli di tromba delle ultime manifestazioni frediciane, in quel di Oria, con il trambusto dell’ennesima notte di veglia per gli uomini in uniforme della Compagnia Carabinieri di Francavilla Fontana.
L’ultima volta, circa un anno fa, la città di Federico II si era risvegliata al ritmo di “Bamba”. Quel 12 settembre gli arresti furono 18, tra Oria, Desio (Mi), Piacenza, Latiano (Br) e Manduria (Ta).

Quando la nuova indagine, convenzionalmente denominata “Dobermann”, aveva avuto inizio, il processo per oltre la metà di quegli arrestati era già concluso.
Gli imputati avevano scelto di seguire la via del procedimento alternativo dell’“applicazione della pena su richiesta delle parti”, c.d. “patteggiamento”, fruendo, per questo, degli sconti di pena previsti dalla Legge, raccogliendo, tuttavia, condanne per quasi 90.000,00 euro di multa e oltre 30 anni di carcere.

Sono tutti Oritani: decapitata la Famiglia Castrovillari in Contrada “Chiusurella”
Era febbraio, A.D. 2007, allorquando, in Oria, nell’ambito di uno specifico servizio, si procedeva all’arresto in flagranza di due giovani oritani, uno all’epoca dei fatti minorenne, per estorsione in concorso; il servizio permetteva al personale del Nucleo Operativo e Radiomobile di Francavilla Fontana di scoprire, quasi nell’immediatezza, altri tre casi di estorsione consumata, posti in essere nei giorni precedenti dai due ragazzi nella c.d. forma del “cavallo di ritorno”; la forma di estorsione in argomento si concretizza nel furto di un automezzo con conseguente richiesta di denaro in cambio della sua restituzione.
Sia dalle prime risultanze dell’attività di indagine, sia da quelle dei primi interrogatori dei due arrestati, appariva chiaro come il duo avesse operato, e fosse abitualmente dedito a farlo, in concorso con altri soggetti; iniziava così un nuovo filone investigativo, che discerneva dagli accertamenti relativi ai due arresti in flagranza.
Il fenomeno delle estorsioni è presente nelle province salentine ormai da decenni. Nello storico periodo di affermazione sul territorio del noto sodalizio criminoso denominato “Sacra Corona Unita”, le “estorsioni” hanno caratterizzato il diffondersi dell’allarme sociale, punto forte della strategia delinquenziale di affermazione sul territorio dei capi del sodalizio. Proprio in ragione di tale dato storico, si rendeva quanto mai necessario avviare una mirata attività di indagine; l’input all’avvio dell’indagine in argomento, oltre al fatto reato per cui si era proceduto, era costituito dalle innumerevoli denuncie di furto di automezzi con conseguente rinvenimento da parte dei proprietari stessi nel Comune di Oria ed altri ad esso limitrofi; la dimensione del fenomeno era sintomatica del pericolo in cui versava l’ordine pubblico.
Nel corso dei successivi accertamenti venivano individuate, in seguito ad uno screaning delle più recenti denuncie di furto prodotte presso la Stazione Carabinieri di Oria. Questo studio premetteva di individuare casi di furto, e successivo rinvenimento del bene asportato, in genere automobili di piccola e media cilindrata, nonché mezzi per la coltivazione della terra, che prestavano perlomeno il fianco a dubbi sulla veridicità di quanto denunciato, se non altro per la preoccupante sistematicità e ripetitività dei dati contenuti e riportati nelle singole denuncie (luogo in cui avveniva il furto nonché luogo in cui veniva ritrovato, orario e modalità di ritrovamento, finanche alla quasi ciclica ripetizione del tipo di macchina rubata.
Spesso, come detto, si trattava di piccole utilitarie, spesso tanto nuove da indurre il proprietario a cedere al “ricatto” pur di rientrare in possesso del bene e, comunque, più facili da “forzare”). E’ stato possibile acquisire ulteriori elementi, quindi, dalla successiva escussione delle vittime dei furti, i quali, a volte inconsapevolmente hanno fornito agli investigatori piccoli ma importanti indizi, fondamentali tasselli di un puzzle ben più complicato, che andava via via formandosi sotto le mani pazienti degli investigatori.
Altra attività di riscontro, inoltre, è stata lo studio, l’attento monitoraggio, delle abituali frequentazioni del duetto arrestato in flagranza, minorenni e non, specie di quelle immediatamente precedenti il giorno dell’arresto. Basilare l’apporto in questo senso della pregnante presenza sul territorio degli uomini della Stazione di Oria e del Nucleo Operativo di Francavilla Fontana, abituati, questi a confondersi nel tessuto sociale pur di raccogliere importanti notizie.
Lo svolgimento di tutte queste attività permetteva, quindi, di individuare un insieme di persone, tra cui anche un altro minorenne, che si erano organizzate, mettendo a disposizione i propri mezzi e le proprie attività, per il conseguimento di uno scopo comune, consistente nelle commissione di un numero indeterminato di delitti contro il patrimonio per trarne guadagno.
Gli elementi costitutivi del delitto di associazione a delinquere sono rinvenibili nelle condotte delittuose poste in essere dai soggetti individuati. La costituzione dell’associazione non è da ricercare nella condotta di uno o più soggetti emersi, bensì nelle radici storico-delinquenziali di alcuni famiglie di Oria, che da sempre hanno tratto i propri mezzi di sostentamento da attività delittuose, impostando il proprio modus vivendi sull’illegalità (la famiglia Castrovillari – Damiano, il padre, nonché Dario, Daniela Spina – la moglie di Damiano, uno dei due ancora da ricercare, Fabio Iurlaro – il minorenne – e Maurizio De Michele); ciò comportava, di conseguenza, la sussistenza di un vincolo associativo continuativo nel tempo a carattere generale.
L’attività di indagine svolta ha permesso di accertare come spesso queste famiglie costituissero addirittura un punto di riferimento per il cittadino che aveva patito il furto della propria autovettura; indipendentemente da un’eventuale coinvolgimento nel furto del mezzo, i componenti delle famiglie in argomento si adoperavano per far sì che la persona offesa dal reato potesse ritornare nella disponibilità del proprio bene, traendo comunque un guadagno dall’illecito interessamento. Come l’occasione in cui un professore francavillese rientrò in possesso, nell’aprile di quest’anno, della sua auto, del carrello appendice e di una motozappa che aveva riposto su quest’ultimo per gentile concessione ed intermediazione di Cosimo Spina e Crocefisso Fitto, oggi indagati, nel ruolo di partecipi, nell’ambito dell’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio e, nello specifico, appunto, di furti, ricettazioni ed estorsioni.
Nella figura di capo, promotore ed organizzatore, invece, si esaltava, oltre a quelle dei due ancora da ricercare, la personalità di Damiano Castrovillari, capo della omonima famiglia, il quale, sebbene sottoposto alla detenzione domiciliare, riceveva presso il proprio domicilio le persone offese dai furti o i ricettatori che acquistavano i beni di provenienza illecita, così come appreso nel corso delle investigazioni.
Le responsabilità accertate a carico di tutti i soggetti individuati, siano questi capi, promotori e/o organizzatori, o anche solo partecipi dell’associazione, non sono da ricercare nel semplice concorso di persone nel reato, poiché, questo è stato accertato, l’accordo criminale tra i componenti non era circoscritto alla commissione di uno o più furti, bensì ad un accordo nel tempo basato sulla commissione di un numero indeterminato ed illimitato di reati; il programma dell’associazione, inoltre, è proseguito nonostante la carcerazioni di due di essi.
Durante il periodo di indagine venivano arrestati uno dei due ancora da ricercare, in esecuzione di un provvedimento di ripristino della custodia cautelare in carcere per aver violato più volte le prescrizioni cui era sottoposto dopo esser stato scarcerato in forza del provvedimento c.d. dell’“indultino”, e Damiano Castrovillari, questo, invece, per un provvedimento di revoca della misura degli arresti domiciliari cui stava fruendo.
Tuttavia, nonostante la loro assenza dalla scena in virtù di questi nuovi periodi di carcerazione, il programma delinquenziale dell’associazione proseguiva, in quanto il vincolo associativo non veniva interrotto anche in ragione degli stretti legami di parentela tra le famiglie degli indagati Castrovillari/Spina (cinque, in totale, gli arrestati) nonché per via della presenza di Maurizio De Michele, appartenente alla stessa famiglia dei “patalino”, già tristemente nota in paese perché coinvolta nella sparatoria del marzo 2004 in cui persero la vita i fratelli Livio e Salvatore Italiano, nonché storicamente dedita alla commissione di furti di autoveicoli e mezzi per l’agricoltura, spesso nell’ambito di azioni predatorie (veri e propri “raid”) finanche nelle province limitrofe di Taranto e Lecce.

“Il Dobermann ha colpito ancora”! Così era solito vantarsi, anche in paese, Dario Castrovillari, all’indomani dell’ennesimo furto. Da qui la curiosa denominazione convenzionale dell’operazione, con la quale gli investigatori hanno voluto intenzionalmente tributare una particolare attenzione al membro della famiglia Castrovillari, individuata non a torto quale motore di tutta l’illecita attività posta in essere dall’associazione sgominata in queste ore, coinvolto inoltre, al pari di uno dei due ancora da ricercare, sia nella commissione dei reati contro il patrimonio ad opera della stessa associazione, sebbene “solo” nel ruolo di partecipe, sia relativamente alla commissione di reati, in concorso anche con Michele Pinto, Cosimo Saccomanno e Luana Panzetta, concernenti le sostanze stupefacenti.

Non solo furti, ricettazioni e “cavalli di ritorno” ma anche droga: Benvenuti al gran bazar in “Chiusurella” Alcuni dei componenti dell’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, inoltre, emergevano essere coinvolti anche in traffici in materia di sostanze stupefacenti di vario tipo, in particolare cocaina ed eroina; il prosieguo dell’attività di indagine svolta permetteva di individuare diversi loro clienti, dai quali poi sono state assunte le informazioni indizianti nei confronti di coloro poi tratti in arresto, costituenti i canali di rifornimento per le sostanze.
Tutta l’attività di indagine, infatti, complessa e per questo variamente articolata su più fronti, diversi aspetti di un unico panorama di degrado sociale e morale antro cui ben si districavano le figure individuate, si è sviluppata su due binari distinti, paralleli ma straordinariamente convergenti allo stesso tempo, se non altro proprio per la duplice occupazione di uno dei due ancora da ricercare e Dario Castrovillari, uno riguardante l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio e l’altro in relazione alla commissione di reati concernenti le sostanze stupefacenti.
Le indagini dei procedimenti penali pendenti presso le Procure di Brindisi, per i maggiorenni, e di Lecce, per l’unico minorenne indagato, venivano minuziosamente dirette e coordinate rispettivamente dai Sostituti Procuratori Dott.ssa Adele Ferraro e Dott.ssa Simona Filoni mentre i provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dai Giudici per le Indagini Preliminari, Dott.ssa Antonia Martalò e Dr Raffaele Casto.

Guai anche per una depositeria sulla Oria/Cellino Particolare attenzione è stata prestata alla figura di G.P., 43enne titolare di una ditta di autosoccorso e deposito autoveicoli lungo la circonvallazione di Oria, il quale concorreva con alcuni componenti nelle illecite attività dell’associazione, fornendo e preparando loro attrezzi idonei allo scasso (i cosiddetti “spadini”); sul conto di quest’ultimo venivano rilevate numerose indicazioni che, sebbene non fossero chiaramente riconducibili alla commissione di un reato, erano sintomatiche di una connivenza con l’humus criminale locale individuato nel corso dell’indagine stessa (frequentazioni abituali riscontrate anche in luoghi ed orari non giustificabili con il precipuo espletamento della propria attività, tanto più che alcuni degli indagati, di fatto, non hanno una stabile occupazione regolarmente retribuita).
Nei confronti dell’uomo, il Giudice Martalò ha ritenuto sufficiente l'applicazione della misura cautelare dell'obbligo di dimora nel Comune di Oria

I NOMI DEI 12 ARRESTATI
Nel corso della nottata sono state tratte in arresto 12 persone, nove per “ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALLA COMMISSIONE DI REATI CONTRO IL PATRIMONIO E SPECIFICAMENTE FURTI E RICETTAZIONI DI VEICOLI ED ALTRI OGGETTI NONCHÉ ESTORSIONI NEI CONFRONTI DEI PROPRIETARI DEI MEZZI DI PROVENIENZA FURTIVA”:
1. CASTROVILLARI DAMIANO, 41enne;
2. UNO DEI DUE ANCORA DA RICERCARE;
3. UNO DEI DUE ANCORA DA RICERCARE,
anche “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso” con DARIO CASTROVILLARI, MICHELE PINTO, COSIMO SACCOMANNO e LUANA PANZETTA); … in qualità di capi, promotori ed organizzatori dell’associazione;
4. CASTROVILLARI DARIO, alias “Dobermann”, 23 anni (anche “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso” con UNO DEI DUE ANCORA DA RICERCARE, MICHELE PINTO, COSIMO SACCOMANNO e LUANA PANZETTA);
5. SPINA DANIELA, MOGLIE DI DAMIANO E MAMMA DI DARIO, 38enne, agli arresti domiciliari;
6. SPINA COSIMO, 23 anni, NIPOTE DI DANIELA SPINA;
7. DE MICHELE MAURIZIO, 35 anni, agli arresti domiciliari;
8. FITTO CROCEFISSO, 36 di Oria, GIÀ RECLUSO PRESSO LA CASA CIRCONDARIALE DI TARANTO;
9. IURLARO FABIO, ALL’EPOCA DEI FATTI MINORENNE, DI MARIO, ora 19enne, collocato, proprio per questo in una comunità per Minorenni presso l’Istituto Penale di Monteroni (Le); Associazione costituita e operante nelle province di Brindisi, Taranto, Lecce ed altrove da aprile 2006 in permanenza …
… e per “DETENZIONE E SPACCIO, A VARIO TITOLO, DI SOSTANZE STUPEFACENTI, IN CONCORSO, DEL TIPO COCAINA, EROINA ED HASHISH”:
10. PINTO MICHELE, 46enne;
11. SACCOMANNO COSIMO, 38enne;
12. PANZETTA LUANA, 27enne, agli arresti domiciliari; .. in concorso con UNO DEI DUE ANCORA DA RICERCARE e DARIO CASTROVILLARI, il “Dobermann”.

Nei confronti di I.M., 54enne e P.G., 43enne, invece, È STATA APPLICATA LA MISURA DELL’OBBLIGO DI DIMORA NEL COMUNE DI ORIA


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