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Brindisi, Svolto il seminario "Donne e Violenza"



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Brindisi, 18/03/2004

Svolto il seminario "Donne e Violenza"

"Donne e violenza - Rapporto sulla città di Brindisi" è il tema del seminario svoltosi oggi, presso il Salone di Rappresentanza "Mario Marino Guadalupi" di Palazzo di Città.
L'iniziativa è stata organizzata dalla Amministrazione Comunale con il patrocinio dell'Unione Europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'Interno e rientra nell'ambito della rete antiviolenza "Urban Italia" che la scopo di attivare e di sperimentare una serie di iniziative finalizzate a contrastare la cosiddetta "violenza di genere" (violenza di uomini contro donne e bambine).
All'incontro erano presenti il Commissario Straordinario del Comune di Brindisi Bruno Pezzuto, il sub-commissario Clara Minerva, il capo di gabinetto Angelo Roma, Stephanie Lambert, esperta dell'Unità Pari Opportunità dell'Isfol, Vittoria Tola, esperta del Comitato scientifico rete antiviolenza Isfol, Rocco Vincenzo Santandrea, direttore dell'Ipres di Bari, Maria Mancarella, docente presso l'Università di Lecce, Maurizio Guadalupi, responsabile dell'attività di formazione nell'ambito del progetto, Maria Gabriella Colombi, dirigente del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Pina Ferraro, presidente dell'associazione "Thamaia" di Catania, Imma Tromba, responsabile del Centro Antiviolenza di Trieste, Felicita Cinnante, assessore alle Politiche Femminili del Comune di Cosenza, Lia Caprera, presidente dell'Associazione "Io Donna" di Brindisi, Rosa Bellanova, educatrice presso il Centro Antiviolenza del Comune di Brindisi e Maria Luisa Toto, presidente dell'Associazione "Io insieme" di Lecce.
Il progetto, che si realizza in 26 città della rete "Urban Italia", si pone come obiettivo prioritario di studiare la percezione sociale e gli atteggiamenti culturali sul fenomeno della violenza sulle donne da parte di un campione significativo di donne, uomini, operatori di diversi servizi e testimoni privilegiati dentro e fuori la famiglia.
Dai risultati della ricerca condotta a Brindisi, è emerso che il fenomeno della violenza nei confronti delle donne si caratterizza soprattutto come violenza all'interno della famiglia e nella relazione di coppia. Ad essere violenti nei confronti delle proprie donne sono, infatti, i mariti e fidanzati. La violenza sessuale da parte di estranei è, invece, poco presente ed i pochi casi riscontrati sono molto lontani nel tempo. A Brindisi inizia ad essere vissuta come violenza anche la richiesta di rapporti sessuali non desiderati dalla donna, all'interno di una relazione di coppia.
Spesso, tuttavia, la violenza assume anche una forma psicologica e morale, seguita da maltrattamenti fisici con botte e aggressioni. La violenza psicologica, quella continua, martellante svalorizzazione a cui molti uomini sottopongono le proprie donne, compare tra le forme più frequenti, accanto alla violenze fisiche, ai ricatti, alle minacce e alle restrizioni di vario tipo. Dalla ricerca è emerso anche che le donne giovani sono molto più sensibili, rispetto a quelle adulte, alla violenza di tipo psicologico. La percepiscono, infatti, come un atto particolarmente grave e per questo motivo hanno abbassato sensibilmente la soglia di tolleranza.
Ed è proprio la violenza psicologica la forma maggiormente denunciata dalle donne più istruite e di classe sociale medio-alta.
Per quanto riguarda i dati, è interessante rilevare che la percentuale di operatori che nel corso dell'ultimo anno ha trattato casi di violenza è pari al 38% (il campione degli intervistati era di 80 operatori). I casi di violenza arrivano soprattutto al Centro di Salute Mentale e al Commissariato, i cui operatori hanno (rispettivamente nell'81% e nel 75% dei casi) esperienza diretta di situazioni di violenza. Seguono il Pronto Soccorso Ospedaliero (42,9%), i Consultori (40%) e i Servizi Sociali territoriali (15,8%).
Per quanto riguarda i servizi del privato sociale, invece, è emerso che hanno avuto a che fare con casi di violenza soltanto le operatrici dell'Associazione "Io Donna", Casa Betania e la Caritas. La frequenza con cui sono stati trattati tali casi non è molto alta: i casi accolti sono stati 94, metà dei quali giunti al Pronto Soccorso. Al Commissariato si sono rivolte dieci donne, otto presso il Centro di Salute Mentale, sei presso il Consultorio e i Servizi Sociali. Ben più alto, invece, è il numero delle situazioni di maltrattamento che sono pervenute agli operatori: 148 quelle raccontate da donne, 62 quelle riferite da uomini. Le violenze in famiglia sono commesse quasi esclusivamente da uomini. Su 290 casi di violenze e maltrattamenti, infatti, le donne sono indicate come autrici di maltrattamenti e violenze solo in otto casi, mentre nei rimanenti 282 l'autore è un uomo. Nessun uomo è vittima di violenze sessuali.
Le differenze di genere emergono in modo ancora più chiaro se si analizza il tipo di rapporto che lega l'autore della violenza alla sua vittima. Nella maggior parte dei casi, le donne subiscono violenze da persone a loro molto vicine: in particolare dal marito (34,7%), da un parente (17,9%), da un amico (6,4%), dal genitore (9%). La percentuale di mariti che maltrattano la moglie è ancora più alta: il 59,7% contro il 6,4% di mogli che maltrattano i mariti. Fuori dalla famiglia, invece, il rischio è sicuramente minore: un estraneo è autore di violenze sessuali nei confronti di una donna nell'11,5% dei casi, un collega nel 9%. Per le donne, dunque, il luogo meno sicuro è proprio la casa, mentre per gli uomini il luogo più pericoloso è la strada, dove si verificano prevalentemente (54,8%) i maltrattamenti perpetrati da uomini nei confronti di altri uomini.
Questi, in sintesi, i dati emersi dal rapporto sulla città di Brindisi.
Ne consegue che le percezioni degli operatori sociali del nostro territorio, oltre ai fatti di cronaca locale, dimostrano che il fenomeno della violenza è molto diffuso. Le forme di violenza alle donne e alle bambine sono molteplici e vanno dalla violenza sessuale e fisica al maltrattamento, alla violenza psicologica. Non sempre, però, chi opera nel settore viene messo nelle condizioni di aiutare le vittime di tale violenza. Da qui la necessità che le istituzioni, i servizi sociali, le associazioni, i gruppi di donne organizzate per l'auto-aiuto, gli educatori e gli insegnanti lavorino insieme al fine di predisporre azioni integrate e coordinate, razionalizzando le risorse in campo e promuovendone di nuove.
Il seminario di oggi, quindi, si poneva l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare la comunità locale sulla violenza alle donne attraverso la restituzione dei dati e delle esperienze maturate nel corso delle attività realizzate nell'ambito del progetto Urban-Brindisi e di quello delle altre realtà italiane che vi hanno aderito. La presentazione del Primo Rapporto sulla Violenza alle donne della città di Brindisi e le riflessioni scaturite da esso avevano, dunque, lo scopo di valutare la percezione del fenomeno nella nostra città e di ipotizzare una lettura del fenomeno stesso, al fine di costruire politiche di prevenzione e di sostegno alle donne maltrattate e in difficoltà, fuori e dentro la famiglia.

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRINDISI

Dalla redazione giornalistica di Puglia Tv


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