Brindisi, 17/10/2007
Rapina al camion Galbani: tutto un bluff
Era tutto un bluff. Ma gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Brindisi, guidati dal dott. Francesco Barnaba, non si sono lasciati ingannare e nel volgere di poco più di 48 ore sono riusciti a smascherare una sorta di organizzazione a delinquere che, come atto finale, faceva giungere merce trafugata sugli scaffali di alcuni esercizi commerciali.
Tutto è partito da una denuncia di un camionista che ha asserito di essere stato bloccato sulla SS 379, legato, narcotizzato e rapinato della merce trasportata, ossia un carico di circa 80 quintali di salumi e formaggi della "Galbani".
Ma i poliziotti non hanno "bevuto" il racconto ed hanno voluto vederci chiaro scoprendo che era tutta una messa in scena: non c'era stata nessuna rapina. Il camionista, con l’aiuto di due complici, ha finto la rapina mentre la merce, con il coinvolgimento dei titolari di tre supermercati brindisini che l'hanno acquistata a prezzo irrisorio (2 euro al kg), era stata trasportata in un deposito del quartiere Sant'Elia e, in parte, già immessa in commercio.
Determinante ai fini dell'indagine aver scoperto che salumi e formaggi trafugati erano già sui banconi di un minimarket di Via Cicerone, al rione Commenda. L'acquisizione delle immagini di una telecamera posta nelle vicinanze ha poi compiuto il resto dimostrando la reità del commerciante.
Dopo aver ascoltato tutti i soggetti coinvolti, gli Agenti della polizia di Stato hanno ottenuto i riscontri che cercavano ed hanno ricostruito l’intera vicenda che è stata delineata in una conferenza stampa tenuta nella mattinata odierna presso la Questura di Brindisi.
Ad oggi sette persone indagate: sei per il reato di ricettazione, una, il camionista, per simulazione e appropriazione indebita. Ma le indagini continuano allo scopo di verificare il coinvolgimento di altri soggetti ed anche di accertare l'esistenza di altri reati penali e fiscali. Non sfugge infatti che la merce era acquisita senza l'idonea fatturazione ed era venduta a prezzi stracciati, violando le più elementari regole di concorrenza commerciale. Inoltre i questi prodotti rubati erano immessi in commercio dopo essere stati conservati in luoghi e con modalità non conformi alle vigenti disposizioni di legge.
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