Ostuni, 17/10/2007
Aperti i lavori del congresso nazionale di Epidemiologia
Oggi alle ore 14.00 si sono aperti i lavori del congresso annuale dell'Associazione Italiana di Epidemiologia a Ostuni (Brindisi).
Il presidente dell'associazione Luigi Bisanti ha introdotto i temi principali del convegno. “Parliamo di invecchiamento” sottolinea Bisanti “e non di vecchiaia. In questo modo vogliamo concentrarci non su uno stato ma sul processo che porta all'invecchiamento dell'individuo e, più in generale, della società”.
Al presidente hanno fatto seguito i saluti e gli auguri del sindaco di Ostuni Domenico Tanzarella che ha parlato dell'importanza del tema “perché coinvolge e preoccupa le istituzioni. Le problematiche che qui si andranno a discutere (i costi dell'invecchiamento e le metodologie di analisi delle patologie della vecchiaia, ndr) sono realtà con cui le amministrazioni, a ogni livello, devono quotidianamente confrontarsi”.
Alberto Tedesco, assessore alle politiche della salute della Regione Puglia spiega la posizione della Regione nei confronti delle analisi epidemiologiche. Egli sottolinea l'enorme importanza “dell'interazione stretta, che in parte esiste in parte deve essere ancora creata, tra le strutture dedicate alla raccolta di dati epidemiologici e la politica che gestisce la sanità pubblica”.
Tra i temi portanti che si andranno a discutere nei prossimi giorni citiamo delle brevi introduzioni agli interventi di Cesare Cislaghi e Carlo Vergani.
Cesare Cislaghi: “Si ritiene che le stime corrette indicano un aumento solo moderato della spesa dovuta all’invecchiamento della popolazione. Spesa del tutto compatibile con il sistema assicurativo pubblico attuale. Diversi fattori invece preoccupano maggiormente e primo tra tutti l’aumento dei costi dovuti alle nuove tecnologie prevalentemente orientate a fasce di popolazione non ancora anziana. Analisi e stime accurate aiuteranno a programmare il futuro, mentre allarmi di ampiezza ingiustificata fanno sospettare che lo spauracchio dell’aumento della spesa dovuto all’invecchiamento voglia essere utilizzato per mettere in discussione l’attuale sistema universalistico che tra l’altro, per lo meno in piccola parte, è tra i “colpevoli” della crescita dell’invecchiamento. Quindi dell'incremento dell'aspettativa di vita di ognuno.”
Secondo Carlo Vergani, direttore della Cattedra di Gerontologia e Geriatria e della Scuola di Specializzazione in Geriatria presso l’Università degli Studi di Milano: “Fra gli ultra75enni con patologia cronica il 23 per cento degli uomini e il 20 per cento delle donne dichiarano uno stato di salute buono o molto buono. Nell’anziano salute non significa semplicemente assenza di malattia. Oltre alla condizione fisica altri fattori, e precisamente i fattori contestuali ambientali e personali, qualificano la salute percepita.” Questa percezione unita alla presenza di una pluripatologia che non permette l'identificazione della singola malattia predominante, sostiene il professor Vergani, apre una nuova sfida ai medici che devono aprirsi a un nuovo approccio che può definirsi medicina della complessità.
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