Brindisi, 18/10/2007
Emissioni CO2: Errico incontra il Ministero dell'Ambiente
In relazione alla imminente istruttoria per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) alla centrale a carbone di Brindisi Cerano, la massima fonte emissiva italiana di gas clima-alteranti ed inquinanti, è programmato per martedì 23 ottobre 2007 presso il Ministero dell’Ambiente incontro tra il Presidente della Provincia di Brindisi Michele Errico e il Capo di Gabinetto Giancarlo Viglione.
Sarà l’occasione intanto per ricordare al Ministero dell’Ambiente le aspettative del vasto territorio brindisino e leccese, oggetto primo degli effetti ambientali di tale centrale, e gli orientamenti delle istituzioni locali, in particolare dell’Amministrazione provinciale di Brindisi a partire da delibere all’unanimità del proprio Consiglio, in rapporto proprio agli effetti che la gigantesca produzione energetica da carbone produce sull’ambiente e sull’economia brindisina.
Ma soprattutto sarà l’occasione per chiedere l’adesione del Ministero dell’Ambiente alle formali richieste della Provincia di Brindisi circa l’Autorizzazione Integrata Ambientale dell’impianto di Cerano: che l’istruttoria si fondi sul disastro ambientale ufficialmente riscontrato intorno alla centrale; che l’A.I.A. ponga il divieto di acquisto di quote di CO2 sul mercato, in relazione al grave stato di inquinamento esistente, secondo quanto disposto dall’art. 7 del D. Lgs. n. 59/2005, che consente all’A.I.A. di porre valori limite per le emissioni dirette di gas serra.
In relazione al primo punto si farà riferimento alla caratterizzazione delle aree agricole intorno alla centrale e all’asse policombustibile attrezzato, come noto oggi inibite alla coltivazione perché dei 243 punti indagati nel 2006 230 hanno mostrato una contaminazione da metalli (Stagno, Berillio, Arsenico, Vanadio, Cobalto, Rame, Cadmio, Mercurio e Nichel) oltre i limiti di legge.
Si farà riferimento anche ai 93 superamenti del limite di legge della media giornaliera di PM10 (rispetto ai 35 sconfinamenti annui consentiti dalla legge) segnalati dalla centralina pubblica di Torchiarolo nel 2006. Ai 6 milioni di tonnellate scaricati ogni anno nel porto di Brindisi dalla sola ENEL. Ai 2,6 miliardi di tonnellate di acque calde o inquinate scaricate ogni anno nel Mare Adriatico. E ad altri gravi aspetti dell’impatto ambientale della centrale di Cerano.
In relazione al secondo punto, il divieto di acquisto di quote di CO2 sul mercato limiterebbe le emissioni di CO2 della centrale a quelle previste nel Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di CO2 in vigore ex decreto 18.12.2006, in diminuzione da 13.341.535 ton nel 2008 a 10.169.341 ton nel 2012. Da tale limitazione deriverebbe una riduzione della produzione tale da ridurre apprezzabilmente l’impatto ambientale della centrale, cosa evidentemente indifferibile per l’inquinamento locale ufficialmente riscontrato.
Con l’incontro di martedì la Provincia di Brindisi conta di instaurare sul tema un rapporto costruttivo ed efficace con un Ministero che da un anno propugna il superamento dell’economia del carbone.
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BRINDISI
|