Brindisi, 24/10/2007
Nuovo Psi: "consideriamo fallimentare l'esperienza dell'amm.ne comunale"
Di seguito l'intervento del capogruppo del Nuovo PSI al Consiglio Comunale di Brindisi tenutosi in data odierna:
Egregio Presidente, Egregi Colleghi
I consiglieri comunali del mio gruppo voteranno contro la delibera sulla verifica degli equilibri finanziari e dello stato di attuazione dei programmi per diverse considerazioni di natura politica e di carattere tecnico.
Nei mesi scorsi abbiamo presentato al sindaco una proposta articolata su più punti per il rilancio della economia del territorio convinti che è necessario smuovere l’immobilismo di questa amministrazione, incapace di trovare soluzioni alle situazioni di stallo in cui versano tutti i comparti economici.
Tutto quanto abbiamo richiesto è stato disatteso e nessuna azione politico-amministrativa è stata avviata per la soluzione dei gravi problemi del territorio che versa ormai in uno stato di crisi divenuto quasi irreversibile e che ha determinato l’impoverimento di numerosissime famiglie brindisine.
Sostenere che la cultura ed il turismo (“Brindisi città d’acqua”) possano essere le sole chiavi per un futuro migliore, trascurando o persino contrastando lo sviluppo degli altri comparti dell’economia, ha determinato la paralisi degli stessi e la conseguente caduta in termini di investimenti ed occupazione.
Il comparto industriale paralizzato dal grave problema della caratterizzazione delle aree, le convenzioni con le società produttrici di energia, il piano regolatore urbano, il piano regolatore delle coste, il piano regolatore del porto, il ciclo dei rifiuti, il piano per l’agricoltura in crisi per più motivazioni, e soprattutto la necessaria “pianificazione strategica area vasta” sono i veri punti che devono essere affrontati per il rilancio dell’economia del territorio.
In questa situazione così drammatica, il sindaco si mostra invece soddisfatto per aver nominato il direttore artistico del Teatro Verdi, apre un contenzioso sterile con il sindaco di Lecce per riportare la colonna romana a Brindisi, presenzia costantemente a manifestazioni di carattere culturale e dimentica o cerca di far dimenticare ai suoi cittadini le gravi difficoltà provocate dall’assenza di un serio programma economico, dall’assenza del lavoro, dai numerosi licenziamenti intervenuti negli ultimi anni, dalla povertà che incombe su numerosissime famiglie e persino dalla incapacità di far rispettare le norme igieniche più elementari nella pulizia della nostra città.
Migliaia di nostri giovani, intanto, come negli anni ’50, ma in condizioni ancora più difficili, emigrano al Nord, con stipendi e salari da fame che non permettono di poter sopravvivere senza aiuti sostanziosi da parte delle loro famiglie.
Esportiamo i figli migliori, laureati, diplomati, operai specializzati e perdiamo, ancora una volta, la possibilità di lavorare nella nostra terra per riscattarci una volta per tutte dalla povertà e dal bisogno.
I brindisini non hanno bisogno solo della cultura, di teatri e serate riservate a poche persone abbienti; hanno bisogno di un lavoro dignitoso e di impegnarsi tutti nella crescita e nello sviluppo economico della nostra provincia.
Questo abbiamo chiesto al sindaco: non più la politica delle parole, sorda ai bisogni della gente, ma azioni che manifestassero la volontà di fare per risolvere i veri problemi.
Una politica aperta, partecipativa, che veda tutte le componenti della società brindisina (istituzioni, associazioni dei datori di lavoro, organizzazioni sindacali dei lavoratori, ordini professionali, associazioni culturali etc.) impegnate alla soluzione dei problemi, come d’altronde ci è stato indicato dalla Comunità Europea nei documenti di presentazione della pianificazione strategica area vasta, e non una politica vissuta da pochi eletti, da una piccola casta, che nel segreto di alcune stanze decide il futuro di tutti.
Questa amministrazione ha rifiutato, per i comportamenti assunti nei fatti, tutte le nostre richieste, asserragliandosi nella propria torre d’avorio, gelosa del proprio potere, non rendendo partecipi delle proprie decisioni i consiglieri comunali né di maggioranza né di opposizione che rappresentano la comunità brindisina. Solo i pochi eletti conoscono i percorsi scelti, persino nelle delibere comunali si tenta di nascondere le decisioni più importanti assunte in giunta, pretendendo dai consiglieri di alzare la mano al momento della votazione senza alcuna consapevolezza su che cosa si sta decidendo.
È per tutto questo che consideriamo fallimentare, e pertanto finita, l’esperienza dell’amministrazione comunale di Brindisi nata nelle elezioni amministrative del 12 e 13 giugno 2004. Questi sono i motivi per i quali abbiamo assunto piena consapevolezza della impossibilità di un percorso politico comune e della insensibilità di questa amministrazione verso i bisogni della nostra gente.
Senza lasciarci trascinare dal vento dell’antipolitica, basta parlare con la gente comune per percepire il disagio che serpeggia in città, la rabbia della gente che lavora, produce e soffre in silenzio, senza alcuna possibilità di sfogo nelle televisioni o sui giornali.
Dicevo comunque, all’inizio del mio intervento, che anche dal punto di vista tecnico, la delibera che viene sottoposta al nostro esame non è aliena da censure. Intanto per quanto attiene il rispetto del termine entro cui per legge doveva essere approvata, che se non erro era fissato al 30 settembre.
Il segretario generale vorrà poi spiegarci se tale termine ha natura perentoria o meramente indicatoria e se il suo mancato rispetto produrrà conseguenze per la giunta e per i singoli consiglieri. Entrando poi nel merito della proposta deliberativa, lascia perplessi il fatto che tra i debiti fuori bilancio venga indicato solo quello generato dalla nota controversia con gli ex presidenti di circoscrizione, mentre non si fa alcuna menzione di sentenze che hanno già visto soccombente l’amministrazione comunale con la conseguente condanna al risarcimento del danno.
Ricordo, ad esempio, il maggiore indennizzo che dovrebbe essere corrisposto alla società della cava espropriata per realizzare la discarica comunale o al proprietario dell’area in cui nascerà il cosiddetto Parco Magrone.
Come non ricordare anche il passivo già accumulato nel corso di quest’anno da alcune società partecipate o dalle aziende come la Multiservizi, la Bocche di Puglia e la Società per i Servizi Farmaceutici, per le quali il comune è tenuto ogni anno alla necessaria ricapitalizzazione. Illuminante è, da questo punto di vista, la lettera aperta a firma del presidente della Multiservizi, con la quale denuncia l’assenza dei rappresentanti del Comune in tutte le assemblee convocate per decidere le strategie aziendali necessarie per il risanamento definitivo della società.
A nostro giudizio, su questi time occorre una riflessione approfondita, piuttosto che affidarsi fideisticamente alle attestazioni di dirigenti, che, se forse ci salvano sul piano della responsabilità amministrativa e contabile, sicuramente non ci lasciano tranquilli sul piano delle scelte politiche. E invece niente di tutto questo, ancora una volta, puntualmente accade!
È paradossale, ma il nostro consiglio comunale è considerato un organo chiamato solo a ratificare le decisioni della giunta. Accade quel “votificio” che il sindaco Mennitti aborriva nelle dichiarazioni programmatiche da lui rese nel consiglio comunale del settembre 2004.
Quanto al piano delle opere, sarebbe meglio stendere un velo pietoso: basta confrontare i lavori effettivamente avviati con i cronoprogrammi indicati nel programma triennale delle opere pubbliche per gli anni 2007-2009 per rendersi conto dell’immobilismo di questa giunta che ormai fa seriamente correre alla città il rischio di perdere definitivamente i fondi P.O.R. della misura 5.1, ossia quei fondi destinati al restyling del Lungomare Regina Margherita, alla realizzazione del Parco del Cillarese e alle tante opere pubbliche peraltro neppure progettate da questa amministrazione ma ricevute in eredità dalle precedenti.
Per questo abbiamo deciso di ribellarci una volta per tutte a questo stato di cose, con il nostro voto contrario oggi vi abbandoniamo alla vostra solitudine, denunciamo la vostra incapacità e ci riprendiamo quella libertà di pensiero e di azione che è necessaria per rispondere ai bisogni della nostra gente e alla nostra coscienza politica.
Capo gruppo Nuovo PSI Brindisi
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