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Brindisi, Mennitti sul ricorso Enel al blocco agricolo: "gli interessi aziendali sono diversi da quelli del Comune"



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Brindisi, 29/10/2007

Mennitti sul ricorso Enel al blocco agricolo: "gli interessi aziendali sono diversi da quelli del Comune"

Stamani, nella Sala “Mario Marino Guadalupi” di Palazzo di Città, si tenuta la prevista conferenza stampa convocata dal sindaco Domenico Mennitti in relazione al ricorso presentato dall’Enel - nei confronti dell’ordinanza sindacale del 28/6/2007 - con cui l’azienda richiede l’annullamento del provvedimento che ordina la sospensione della coltivazione nelle aree inserite nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) adiacenti il nastro trasportatore della centrale Enel di Cerano, oltre alla distruzione delle colture erbacee e dei frutti pendenti.

Nel corso dell’incontro - al quale erano presenti il primo cittadino, il segretario generale Giovanni Battista De Cataldo, il legale dell’Amministrazione comunale, avv. Francesco Trane ed il dirigente della Ripartizione all’Ambiente, ing. Francesco Di Leverano – il sindaco Mennitti ha affermato che “è giunto il momento di fare chiarezza sull’intera situazione in atto”.
A tale proposito, ha sottolineato l’incoerenza dell’Enel che, per bocca del Responsabile dell'Unità business della centrale Termoelettrica di Brindisi, ing. Calogero Sanfilippo, ha prima riconosciuto la legittimità del provvedimento, salvo poi, il giorno dopo, averlo messo in discussione per mezzo del ricorso.
“Con tutta probabilità – ha proseguito Mennitti - l’Enel avrà difficoltà a farsi riconoscere il diritto al ricorso, in quanto l’ordinanza non chiama assolutamente in causa la società”.
Il ricorso dell’Enel, infatti, fa solo riferimento al fatto che alcuni agricoltori avrebbero inviato missive alla società elettrica per richiedere il risarcimento dei danni subiti.
“Molto probabilmente – ha detto il sindaco – i veri interessi di questo ricorso sono due: l’Enel teme di essere chiamata al ristoro dei danni e teme, inoltre, che questa ordinanza possa fare da apripista per altre situazioni simili presenti sul territorio italiano. Infatti, molti sindaci di comuni con analoghe problematiche hanno fatto richiesta di ottenere copia del provvedimento. L’Enel fa bene a difendere i propri interessi, ma va chiarito che si tratta di interessi aziendali. Gli interessi del Comune, invece – che sono, poi, quelli che io rappresento - sono evidenti: far rispettare la legge, difendere gli interessi della comunità e salvaguardare la propria immagine”.

Mennitti ha poi riassunto tutti i passaggi che hanno portato alla situazione attuale, partendo da quando, nel 2005, il Commissario Delegato all’Emergenza Ambientale chiese la redazione di un Piano di Caratterizzazione per il sito di Brindisi.
L’incarico, per quanto riguarda le aree agricole, fu affidato a Sviluppo Italia. Il Ministero dell’Ambiente approvò il Piano e lo inviò al sindaco affinché assumesse le determinazioni di sua competenza. Da parte sua, il sindaco invitò l’Asl a predisporre una relazione in merito. Il risultato di questa relazione - che Mennitti ha definito “inquietante” – aveva evidenziato la preoccupazione che le sostanze inquinanti cui facevano riferimento i dati emersi sia dal Piano che dalla relazione dell’Asl potessero entrare nella catena alimentare, riportando anche l’esempio di casi precedenti che avevano indotto alla distruzione dei prodotti ritenuti pericolosi per la salute pubblica.
Risale, invece, al 26 giugno di quest’anno la convocazione di una Conferenza di Servizi per la costituzione di un tavolo tecnico, allargata a tutti gli aventi titolo a partecipare, ovvero i rappresentanti del Settore Ambiente del Comune di Brindisi, dell’’ARPA, dell’AUSL BR/1, del Settore Ambiente della Polizia Municipale di Brindisi, della Regione Puglia (Settore Rifiuti e Bonifiche, Settore Ecologia e Ufficio del Genio Civile, ma era assente l’Assessorato allo Sviluppo Economico) e dell’Ufficio del Commissario Delegato all’Emergenza Ambientale in Puglia.
In quella occasione, l’Arpa comunicò che i risultati dell’indagine condotta potevano essere considerati ufficiali e che erano in corso di trasmissione al Ministero dell’Ambiente.
Dall’incontro, tuttavia, emerse la necessità di verificare il grado di inquinamento delle zone, ma anche di effettuare un’analisi sulla produzione, finalizzata a comprendere se la stessa risultasse effettivamente contaminata. Inoltre, fu dato parere favorevole all’emissione, in via cautelativa, di un’ordinanza sindacale di divieto della coltivazione nelle aree interessate, al fine di evitare l’eventuale rischio per la salute pubblica rappresentato dall’ingresso di agenti inquinanti nella catena alimentare. Parere che, di fatto, portò all’emissione dell’ordinanza del 26 giugno con la quale si vietava la coltivazione delle aree in questione e con cui si ordinava la distruzione preventiva dei raccolti.
Il passo successivo fu la convocazione di due tavoli: uno tecnico ed uno politico. Le finalità del tavolo tecnico sarebbero state quelle di valutare l’opportunità di effettuare analisi sulle colture presenti nell’area ‘incriminata’, al fine di valutare l’effettiva tossicità delle colture stesse, stabilire a chi andassero attribuite le responsabilità di questa situazione e vagliare la solidità del provvedimento emanato in via cautelativa dal Sindaco. Il tavolo politico, invece, avrebbe dovuto discutere la questione del ristoro dei danni nei confronti degli agricoltori danneggiati, segnalando alla Regione che questa situazione di inquinamento poteva essere equiparata ad una calamità naturale. Tesi, quest’ultima, prontamente respinta dalla Regione.
Dei 273 sondaggi eseguiti dall’Arpa, ben 265 risultarono inquinati, ma per quanto riguarda l’analisi sui prodotti fu riferito dalla stessa Arpa che non esisteva un procedimento rapido che permettesse di ottenere dati non empirici che consentissero, quindi, di ritirare il decreto. E su questo fronte le analisi sono tuttora in corso.
“In presenza del ricorso dell’Enel – ha proseguito il sindaco – il Comune aprirà una vertenza con la Regione per quanto riguarda il ristoro dei danni subiti dagli agricoltori, così come è pronto ad aprirla con chiunque dovesse essere ritenuto responsabile dell’inquinamento delle aree agricole. Se colpe ci sono, dovranno emergere ed i responsabili dovranno pagare.
Non solo. Se proseguirà l’atteggiamento dilatorio della Regione e la decisione sulla questione del ristoro dovesse essere rimandata oltre la data che è stata comunicata ufficialmente (il 12 novembre prossimo n.d.r.), il Comune assumerà un atteggiamento finalizzato alla tutela dei cittadini e, quindi, in questo caso, anche degli agricoltori”.
Il sindaco Mennitti, infine, ha affermato di essere sotto assedio per inerzie altrui, ma ha anche precisato di non avere mai accusato nessuno, “che l’abuso di potere che mi viene contestato nel ricorso è considerato solo come una piccola provocazione da parte dell’Enel e che chi è responsabile dell’attuale situazione dovrà ora rispondere non solo agli agricoltori ma anche alla Pubblica Amministrazione”.

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRINDISI


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