Brindisi, 02/11/2007
Problema palme: Argese (FI) risponde a Iaia (PD)
A proposito delle sollecitazioni avanzate dal consigliere Raffaele Iaia del PD sulla opportunità di intervenire radicalmente sulla lotta al punteruolo rosso che imperversa su tutte le palme cittadine pubbliche e private, mi permetto di intervenire sulla questione precisando che ogni mia considerazione è solo frutto di una trentennale esperienza di lavoro in qualità di ispettore fitosanitario presso l’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Brindisi.
Mi risulta che “il punteruolo rosso abbia fatto la sua prima apparizione in territorio brindisino nella primavera del 2006 nell’immediata periferia della città e già nell’autunno dello stesso anno segnalava la sua presenza in città con alcune piante colpite nel pieno Centro cittadino e subito abbattute dall’Amministrazione comunale. La questione mi ha sin da subito interessato attesa la vastissima diffusione di questo coleottero in tutta l’area del bacino del Mediterraneo. Già le prime consultazioni finalizzate a conoscere le abitudini di questo insetto, mi hanno portato a convincermi della necessità di considerare la lotta al rincoforo una problematica seria da affrontare con la massima urgenza, serietà e professionalità. Sulla questione mi pare di aver constatato che l’Amministrazione comunale di Brindisi non è rimasta a guardare passivamente l’evolversi della infestazione. Mi consta, avendovi assistito personalmente, che l’ufficio preposto ha da subito preso contatti con diversi enti istituzionali quali:
il Servizio fitosanitario dell’ispettorato provinciale all’agricoltura di Brindisi;
La facoltà di Agraria dell’Università agli Studi di Bari;
Il centro studi sulle palme di Sanremo;
e avuto confronti continui con diversi comuni interessati dallo stesso problema come Napoli, Palermo, Catania e Maglie.
Oltre agli abbattimenti che l’Amminstrazione ha effettuato, sono stati praticati interventi antiparassitari compreso il ricorso alla naftalina (sull’uso della quale andrei cauto per il rischio per la salute umana).
Il Comune di Brindisi si è distinto per aver attuato una tecnica di difesa sicuramente interessante: l’endoterapia. E’ una tecnica sulla quale è stata data ampia comunicazione senza dimenticare che la stessa ha interessato fitopatologi spagnoli giunti a Brindisi lo scorso giugno per constatarne personalmente gli effetti essendo anche la Spagna interessata al problema del Rincoforo.
Ad oggi, anche se i risultati non sono visibilmente promettenti, occorre precisare a tutti che se migliorata è l’unica tecnica che si propone più rispettosa dell’ambiente e con migliori risposte. La cittadinanza va informata, che la lotta al punteruolo deve essere svolta seriamente e contestualmente anche dai privati. La presenza nei giardini familiari di piante morte o morienti è il chiaro segnale dall’ampia diffusione dell’insetto tanto da considerarsi ormai “indigeno”. La lotta, quindi, è quanto mai difficile e va attuata anche considerando l’aspetto economico. E sulla questione, che ha assunto dimensioni non più locali ma regionali, nazionali e comunitarie, non mi pare che siano state prese da istituzioni superiori all’Amministrazione comunale di Brindisi misure specifiche finalizzate alla completa soluzione del problema. Anzi, mi consta, che solo l’assessorato regionale all’agricoltura abbia stanziato cento mila euro per la ricerca e assegnate all’Osservatorio Regionale per le malattie delle Piante di Bari. E mi rammarica il fatto che l’Amministrazione comunale di Brindisi di tutto questo non è stata informata considerando che è una delle Città più colpite nella stessa regione Puglia insieme alla città di Maglie. A tal proposito il consigliere regionale Marcello Rollo intende porre la questione nel corso dei lavori del prossimo consiglio regionale. Ad oggi, pur essendo trascorsi diversi mesi dalla determinazione della Regione Puglia, non è stata avviata alcuna attività di ricerca sulla materia lasciando al punteruolo rosso la possibilità di girovagare in lungo e in largo per il territorio. Infatti, mi risulta che sia già stata segnalata la sua presenza nei comuni di san Pietro Vernotico e Cellino San Marco.
Sulla questione sarebbe opportuno anzicchè sollevare sterili polemiche e proposte come ha fatto il Consigliere IAIA, che sono state da tempo già superate dall’attività svolta dal comune di Brindisi e dalle esperienze di altri comuni che da anni si confrontano con questa problematica, suggerire interventi di carattere anche finanziari e l’istituizione da parte della Regione Puglia del riconoscimento della “lotta obbligatoria” come già avvenuto in altri casi che hanno interessato le coltivazioni agrarie vedi la Sharka delle drupaceae , il colpo di fuoco batterico delle pomaceae (Erwinia Amylovora) e la tristeza degli agrumi. Il Comune di Brindisi senza il contributo di altre istituzioni ha già speso e continua a spendere in questa direzione. Ma ora occorre individuare dei circostanziati interventi finanziari sia per la pubblica amministrazione sia per i privati. Oltre a dotare il porto di Brindisi di un apposito Ufficio da mettere a disposizione del Servizio Fitosanitario Regionale dotato almeno di un microscopio a fibre ottiche perchè possano essere meglio controllate le piante e le parti di piante che vengono importate da Paesi extracomunitari.
Il Consigliere Comunale
Giuseppe Argese
Gruppo Forza Italia
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