Brindisi, 06/11/2007
De Michele (FI) attacca Ferrarese: "affronti le urne"
Sulla polemica che vede coinvolti esponenti politici e Confindustria Brindisi è intervenuto Cosimo De Michele, consigliere comunale di Forza Italia.
Il giovane esponente azzurro ha attaccato la figura di Massimo Ferrarese.
Da lui - scrive De Michele - "è arrivato un salto di qualità rispetto ai suoi predecessori: l’intervento a gamba tesa nei confronti della politica. Ha brandito “la clava” dell’antipolitica; ha messo alla gogna “partiti” e rappresentanti istituzionali, rei, a suoi dire, di rivendicare il primato della politica, di rifiutare ingerenze strumentali da parte degli industriali, o di chiedere alle imprese fantasiose assunzioni clientelari. Terminata la “pars destruens”, è passato alla “pars costruens”, esponendo soluzioni rapide ed efficaci a tematiche non certo di sua competenza. Chiede l’apertura di tavoli di concertazione, molti negli ultimi tempi, ma senza riuscirne mai a chiuderne uno.
Sferzate contro tutti e contro tutto, alla Robespierre che all’assemblea costituzionale francese, alla testa della borghesia, reclamava la testa del re Luigi XVI di Francia. Lui però non ha esternato queste valutazioni ad una assemblea rivoluzionaria, ma ai cittadini, agli attenti lettori della carta stampata. Ha dimenticato però di evidenziare “colpe ed omissioni” forse proprie: il calo della competitività internazionale, gli scarsi investimenti, la mancanza di ricerca e di innovazione sui prodotti, la poca tendenza al rischio con la conseguente emigrazione di molti industriali".
Mimmo De Michele sostiene che "in Italia la grande industria non c’è più e c’è solo da augurarsi che l’agonia non sia irreversibile. L’ industria italiana, che per molti anni è vissuta su una rendita di posizione, non ha retto il rapido aprirsi dei mercati, dove la torta è sempre la stessa, ma i commensali sono cresciuti di numero. Sul tanto decantato spirito di impresa, ha prevalso lo spirito di tupravvivenza e di conservazione".
Tornando a Brindisi, il giovane consigliere comunale ritiene che Assindustria debba "abbandonare le ideologie e la tendenza allo scontro, concentrandosi invece sulle spinte al rinnovamento che provengono dalla base".
De Michele entra nel merito della questione Agricoltura-Enel, sollevata dall’ordinanza del sindaco Mennitti che vieta la coltivazione e la raccolta dei prodotti agricoli nelle aree adiacenti il nastro trasportatore del carbone: "Il diritto a fare impresa (dell’Enel e degli Agricoltori) riceve una adeguata tutela nel nostro ordinamento, ma è un diritto “affievolito”, che incontra un limite invalicabile nel “diritto alla salute”, che riceve una tutela costituzionale assoluta e non negoziabile.
Ecco perché da questo punto di vista non si comprende a cosa servirebbe un tavolo di concertazione se non al venir meno del sacrosanto principio che “chi inquina paga”. Da questo punto di vista Confindustria dovrebbe cominciare a svolgere anche un ruolo “etico” nei confronti dei propri aderenti. Il sospetto è che, con la scusa di garantire un indennizzo agli agricoltori, non si voglia indurre le amministrazioni pubbliche ad agevolare l’insediamento in quelle aree di altro tipo di produzioni, magari energetiche (eolico o altro?)".
L'intervento di De Michele termina con una riflessione sui supposti condizionamenti della politica sul sistema imprenditoriale: "Ferrarese non può gettare la pietra e nascondere la mano, facendo finta di dimenticare che molte decisioni affrettate in tema di investimenti industriali sono state giustificate in nome dello sviluppo e dell’occupazione. Abbiamo forse dimenticato la vicenda British gas o le vertenze ancora in piedi con l’Enel e l’Edipower? Tutti hanno il diritto di criticare, di parlare e proporre soluzioni, ma la legittimità deriva dal consenso popolare. Sarebbe opportuno, a tal proposito, che il presidente Ferrarese, non ancora sindaco o presidente della Provincia, affrontasse l’esame elettorale delle urne".
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