Brindisi, 14/11/2007
La Uilcem sull'inquinamento dei terreni agricoli vicini al nastro del carbone
Lavoratori,
ci sembra quanto mai opportuno, in questo momento, ritornare sull’argomento “lavoro” e notare quale differenza di posizione e di logica industriale adottano alcune amministrazioni locali a noi vicine.
Ancora una volta siamo qui a denunciare l’ormai evidente crisi lavorativa che si sta abbattendo da alcuni anni sulla nostra Provincia e in particolar modo sulla nostra città. Sembra proprio che in questo territorio tutto vada male, eppure, nei palazzi di città Comune e Provincia, si sente dire che tutto stia andando per il meglio e che la situazione occupazionale stà migliorando, non credo..........
E’ degli ultimi mesi la nota vicenda, nei confronti del sistema produttivo, con cui il Sindaco On. Mennitti ha obbligato gli agricoltori dei terreni, che si trovano sull'asse del nastro trasportatore di carbone alla Centrale Enel di Cerano (emettendo una ordinanza sindacale), a non coltivare gli stessi in quanto contaminati da agenti inquinanti, nonostante che, sempre notizie dei giorni scorsi, alcuni Enti competenti hanno dichiarato che i rilievi fatti su quei terreni risultano inquinati alla pari dei terreni che si trovano nel raggio di quattordici Km. dall'asse del nastro trasportatore.
Ma queste notizie al Sindaco non arrivano? Non si potevano fare prima queste analisi dei terreni?
Perché Il Sindaco di Taranto, così come il Sindaco di Porto Marghera (noti ambientalisti veri) non fanno ordinanze contro il lavoro ma si siedono ad un tavolo con le aziende e discutono? Eppure a Taranto purtroppo, gli incidenti gravi sul lavoro negli ultimi anni sono aumentati all'interno della più grande industria siderurgica e che i livelli di inquinamento sono notevolmente in superiori del nostro territorio.
E' noto che, il Sindaco di Taranto nei giorni scorsi, ha convocato i vertici dell’Italsider e imponendo l'obbiettivo di abbattere l'inquinamento sul suo territorio riesce a spuntare notevole abbassamento delle emissioni di diossina in atmosfera, conservando e addirittura aumentando i livelli occupazionali, mediante nuovi investimenti? Ma perché le nostre Amministrazioni non prendono un analoga decisione? Cioè quello di instaurare un tavolo congiunto tra aziende e parti sociali presenti sul territorio per riuscire a programmare il futuro migliore di questa città ?
Ce chi dice che a Brindisi ormai abbiamo raggiunto il fondo, non riuscendo a capire che questa continua e costante politica del “NO” non conosce limiti e quindi oltre al fondo del barile, si tenta di raschiare altro.
COMUNICATO STAMPA UILCEM
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