Brindisi, 03/12/2007
CCIAA: presentato il "Piano di cooperazione territoriale e di internazionalizzazione dell’economia brindisina"
Una vera “rivoluzione copernicana” nell’approccio al Sud Italia che trasformi quest’ultimo da Meridione d’Italia e d’Europa nel “Nord del Sud”, ridisegnando l’idea del Mediterraneo e della Puglia come centro nevralgico di un’area di fondamentale importanza per la nuova Europa “allargata”.
Questa è l’idea alla base del “Piano di cooperazione territoriale e di internazionalizzazione dell’economia brindisina” per il periodo 2007-2013, presentato oggi pomeriggio presso la Camera di Commercio di Brindisi, alla presenza del Vice Ministro per gli Affari Esteri Ugo Intini.
Partendo dalla constatazione dello spostamento dell’asse dell’Unione Europea verso sud-est, con la conseguente perdita di centralità da parte dell’Europa baltico-renana, e da tre nuovi strumenti comunitari per le politiche di vicinato e di prossimità, la Camera di Commercio di Brindisi ha studiato un piano di relazioni estere del territorio brindisino, organizzato intorno al concetto di “esportabilità delle capacità tecnologiche” che le filiere produttive locali hanno maturato negli ultimi decenni, raggiungendo significativi traguardi nei settori della logistica integrata, dell’agricoltura e dell’agroalimentare, dell’Innovation & Communication Technology, della chimica-plastica, dell’aeronautica-avionica, dell’edilizia, della tutela dell’ambiente e dei servizi alle imprese.
Nel progetto della Camera di Commercio, tale internazionalizzazione dovrà seguire tre direttrici geopolitiche fondamentali: sviluppare l’itinerario del “Corridoio VIII” che unisce la costa adriatica ad Albania, ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, Bulgaria e Romania; incrociare gli itinerari dei Corridoi Balcanici che mettono in comunicazione la zona a sud dei Balcani con il Centro e Nord Europa; aprirsi ai Paesi del Mediterraneo come Malta, Cipro e Turchia fino ad arrivare ai Paesi del Maghreb, come Algeria, Tunisia e Libia, e quelli del Mashreq, come Siria, Libano e Giordania, in un’ottica di centralità del Mediterraneo che, alla luce della storia recente, è diventata ormai imprescindibile, sia a livello culturale che a livello economico.
Proprio in quest’ottica si intendono creare e consolidare ampi partenariati transnazionali che possano adeguatamente sfruttare l’attivazione di un “Corridoio Mediterraneo” intermodale est-ovest che attivi nuove reti, potenziando allo stesso tempo i sistemi locali e restituendo al Mediterraneo il suo ruolo centrale.
A tale proposito, il vice ministro Intini, nel corso dell’incontro, ha affermato che “Brindisi è un porto di importanza storicamente decisiva nell’area del Mediterraneo. Il Mediterraneo era al centro del mondo quando c’era la ‘Via della seta’, quella dei grandi traffici verso la Cina e l’Asia. Poi la Via della Seta si è interrotta ed il centro del mondo si è spostato verso l’Atlantico. Adesso la Via della Seta si riapre perché il miracolo economico della Cina e dell’India spinge un enorme quantità di beni e di navi attraverso il Mar Rosso e verso il Mediterraneo. Se riusciremo a cogliere questa opportunità, quella, cioè, della riapertura della via della Seta, il Mediterraneo ritornerà ad essere centrale. E questa rappresenta una grande opportunità per i Paesi che si aprono al Mediterraneo. Per quanto riguarda il Piano elaborato dalla Camera di Commercio di Brindisi, ritengo che la cooperazione con realtà economiche come quella brindisina che vogliono proiettarsi all’esterno sia assolutamente necessaria ed utile”.
“Negli ultimi anni – ha affermato il presidente della Camera di Commercio Giovanni Brigante – l’Unione Europea, anche sulla spinta del processo di ‘allargamento’, inserito a sua volta nel più generale concetto di ‘globalizzazione’, ha espresso uno straordinario interesse verso gli strumenti di pianificazione del suo futuro. Ciò ha determinato un cambiamento sostanziale di quello che, per secoli, abbiamo identificato come ‘confine’, termine che oggi è vissuto più come una variabile dipendente dall’efficienza delle reti di connessione tra sistemi territoriali ed economici piuttosto che come ostacolo allo sviluppo di rapporti tra popoli, culture e sistemi diversi. In Europa, l’idea di realizzare nel continente euro-asiatico un ‘canale secco’ tra due distinti mari, il Mare del Nord ed il mare Mediterraneo, rappresenta proprio la rottura della logica interpretativa che vedeva le economie dei diversi bacini territoriali fra loro antagoniste. Questo fatto comporta la necessità di riconoscere la rilevanza del ruolo che il bacino del Mediterraneo assumerà nei prossimi anni nel quadro dei processi economici con i Paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. Il Mediterraneo, con l’allargamento dell’Unione Europea, si sta trasformando da mero ambito geografico in determinante sistema geo-economico. I nove corridoi paneuropei sono diventati gli assi portanti di un sistema territoriale. In questo nuovo quadro internazionale, l’Italia ha l’occasione di valorizzare la sua posizione geopolitica ed il suo sistema infrastrutturale che può rappresentare la ‘spina dorsale’ dell’interconnessione di territori ed economie sinora conflittuali”.
COMUNICATO STAMPA CCIAA BRINDISI
|