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Mesagne, Molfetta (A sinistra) sulle antenne di telefonia mobile



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Mesagne, 27/12/2007

Molfetta (A sinistra) sulle antenne di telefonia mobile

Rimonta nella città l’indignazione per l’installazione selvaggia delle antenne di telefonia mobile.
Quell’improbabile “comignolone” issato come un totem sul tetto della Porta Piccola deturpa irreparabilmente la maestà barocca della facciata di S. Maria in Betlemme e lascia sospesi, sul capo dei cittadini residenti nel Centro Storico, tutti i rischi connessi all’inquinamento da onde elettromagnetiche.
Non vi è dubbio dunque che si tratta di puro atto vandalico perpetrato a danno della città e dei suoi cittadini al cui coro di indignazione io mi associo.

Dopodichè si può continuare a blaterare ed inveire contro l’universo mondo, contro l’inettitudine del governo in carica, contro l’imperizia dell’ Ufficio Tecnico e contro i “comunisti”. Si può anche ragionevolmente dire che la colpa è degli altri, che “io non c’ero” e “che se c’ero non sono stato informato”.
Si possono infine raccogliere le firme secondo la “cultura del Gazebo” introdotta nei nuovi modelli di comunicazione dal Cavaliere. Tutto ciò farà guadagnare certamente popolarità e consenso ma non sposterà di un millimetro l’antenna dalla sua spudorata posizione.

Più difficile è interpretare, governare e risolvere i problemi.

Per dovere di verità allora bisogna ricordare che il Comune di Mesagne, in faticosa sinergia con i comitati di base promossi direttamente dai cittadini, ha lottato contro questa deriva utilizzando al massimo i pochissimi mezzi concessi agli Enti Locali dalla legislazione vigente: da quella sciagurata legge Gasparri che fu addirittura bocciata dalla Corte Costituzionale per essere poi sostituita da un Decreto legislativo che ne costituisce la peggiore controfigura. Ricordare alcuni passaggi di quella intensa attività amministrativa svolta nel nostro Comune serve ad uscire dalla denuncia generalista e a dare contezza delle responsabilità oltre che della complessità del problemi.

Il Comune di Mesagne, come molti altri comuni, elaborò un regolamento di disciplina della installazione delle antenne in linea con i dettami legislativi correnti e con gli orientamenti generali espressi dall’ANCI. Difese il proprio disciplinare in sede legale ricorrendo fino al Consiglio di Stato per opporsi alla sentenza del TAR che dava ragione, qui come altrove, ai gestori. Ha monitorato costantemente, con mezzi propri e con l’ausilio dell’A.R.P.A. (agenzia regionale di controllo dell’inquinamento ambientale), l’emissione delle onde elettromagnetiche dalle antenne già installate su private abitazioni affinché non si superassero i limiti imposti dalla legge.

Emise addirittura una ordinanza sindacale di rimozione dell’antenna di via Omero, compiendo forse una forzatura amministrativa che fu rigettata dagli organi di controllo. Tentò infine, quando altro non potè, di concordare con i gestori degli impianti Umts, un piano di de-localizzazione delle antenne esistenti sul territorio in aree a basso impatto ambientale e lontano da “siti sensibili”.
Certo questo sforzo non produsse risultati apprezzabili perché ogni iniziativa intrapresa andava a sbattere contro il muro legislativo incardinato nel concetto che vuole i ripetitori assunti ad “opere di pubblica utilità” per meglio tutelare i grandi potentati economici privati cui questa legge evidentemente ammiccava.
Forse il Comune poteva fare di più e meglio e se il centrodestra di Mesagne ha piani supplementari o proposte alternative per risolvere il problema ne dia conto alla città; ne prenderemo atto con favore. Sempre che le proposte che verranno non siano della stessa tessitura demagogica di cui furono intrisi i pochi provvedimenti assunti dalla Giunta Incalza che anziché risolvere i problemi li ha ulteriormente aggrovigliati.

La furia decisionistica con la quale furono rimosse le transenne su via Marconi, infatti, non bastò a risolvere il problema della pista ciclabile su cui oggi gravano ulteriori danni e complicazioni.
Con un po’ di pacatezza e senza pregiudizio ideologico si poteva forse tentare di salvare temporaneamente capra e cavoli per esempio utilizzando dei segnalatori a raso e imponendo il divieto di sosta nel tratto di marciapiede opposto alla pista in modo da rendere possibile la piena fruibilità della carreggiata per il traffico veicolare ed un minimo di agibilità in sicurezza alla pista ciclabile.

Ne si può pensare di risolvere le antiche angherie ed i soprusi perpetrati dalla sinistra sostituendo ai loro protettorati i propri, così come hanno maldestramente cercato di fare strappando la gestione della Pinacoteca Comunale alla cooperativa “Eterogenea” per affidarla a nuovi operatori accreditati al centrodestra, col risultato finale di far chiudere definitivamente la pinacoteca stessa.
Ne ha giovato ad accelerare i tempi di apertura del nuovo stadio la proposta d’intervento lanciata in pompa magna dall’ ex Assessore ai Lavori Pubblici e meno ancora ha potuto l’ostentato presenzialismo del gruppo dirigente del centrodestra al “Fanuzzi” nella gara d’esordio del campionato d’Eccellenza.

Io credo che questa città meriti di più di quel che passa dall’orizzonte asfittico di questo centrodestra populista e “gazebista” ed ho tanta speranza che una nuova fase di rinascita politica possa essere innescata proprio dal processo costituente in atto nella Sinistra- Arcobaleno e dal suo e mio candidato sindaco prof. Giancarlo Canuto.
Solo la ricomposizione unitaria del quadro politico di un centro-sinistra rinnovato negli uomini e nelle idee può recuperare quella solida cultura di governo che fece guadagnare alla nostra città traguardi importanti di civiltà e di progresso e far passare finalmente questa odiosa transizione in cui tutti cercano solo di abbaiare alla luna.

dr. Pompeo MOLFETTA
La Sinistra \ Arcobaleno
Movimento “A Sinistra”


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