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Brindisi, Giovedì la "focara" di Sant'Antonio Abate



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Brindisi, 15/01/2008

Giovedì la "focara" di Sant'Antonio Abate

Giovedì 17 gennaio in occasione della Festa di S. Antonio Abate presso la Chiesa delle Anime a Brindisi si celebrerà la benedizione del fuoco e degli animali, questo il PROGRAMMA:
SOLENNITÀ DEL SANTO
- 17 gennaio:
ore 18,30 Santa Messa
ore 19,15 benedizione degli animali
ore 19,30 benedizione del fuoco

la benedizione del fuoco e degli animali come sempre avverrà sul sagrato della chiesa delle Anime e sarà celebrata dal Parroco.

Note storiche:
Il culto di S. Antonio Abate, molto sentito a Brindisi, trae le sue origini nel lontano Medio Evo e veniva praticato in una chiesetta situata in pieno centro storico, nei pressi dell’attuale Via S. Antonio Abate ed oggi viene celebrato presso la chiesa delle Anime.
In molte località italiane, al mattino si benedicono gli animali e si preparano cataste di legna che al tramonto si accendono, sempre in ricordo del famoso fuoco trafugato dal santo al demonio.
Più in generale, questo tipo di feste sono un retaggio dell'antica cultura religiosa, sia romana e sia celtica. Nell'antica Roma la fine di gennaio era contrassegnata da ricorrenze e cerimonie atte a purificare gli uomini, gli animali ed i campi.

Alle fine di gennaio si tenevano le Ferie sementine, durante le quali si procedeva alla lustrazione, ovvero una cerimonia di purificazione, dei campi e degli abitati rurali, offrendo alla dea Terra (colei che accoglie i semi in seno) ed alla dea Cerere (colei che li fa germinare) una miscela di latte, mosto cotto e farro che costituiva un dono insieme con il sacrificio una scrofa gravida.
Ovidio ci racconta nei Fasti che:” l'aratore doveva sospendere il suo lavoro, poiché la terra quando è fredda soffre per il solco, le giovenche devono riposare perché verrà poi il tempo del lavoro, le due dee siano placate con il sangue della scrofa, si pongano ogni anno i doni per loro sui rustici altari”.
All'inizio della evangelizzazione, i riti pagani della benedizione dei campi sono trasmigrati nel cristianesimo ed ecco gli animali domestici benedetti sui sagrati delle chiese dedicate al santo.
Associare la benedizione degli animali e del fuoco alla celebrazione della festa di S. Antonio Abate è stata data da un suggerimento di Sant'Agostino che nelle Confessioni, ricorda come la figura di Antonio fosse ancora viva nella memoria dei fedeli ancora trent'anni dopo la sua morte, oltre al fatto che sembra che il santo sia morto veramente il 17 gennaio. Sant'Antonio anacoreta si è trovato nelle vicinanze delle antiche feste pagane e, senza nesso reale, eccolo santo rurale proprio per la data della sua morte.
Sant'Antonio Abate viene raffigurato con lingue di fuoco ai piedi ed in mano un bastone alla cui estremità era appeso un campanellino; sul suo abito spicca il tau , croce egiziana a forma di "T", simbolo della vita e della vittoria contro le epidemie cosa a cui sembra alludere anche il campanello, che era utilizzato, appunto, per segnalare l'arrivo dei malati contagiosi e un maiale. Molto probabilmente all'inizio si trattava di un cinghiale, attributo del dio celtico Lug, venerato in Gallia. Lug era il dio del gioco e della divinazione, era colui che risorgeva con la primavera, figlio della Grande Madre celtica cui erano consacrati i cinghiali e i maiali come alla romana Cerere.
I celti lo tenevano in gran conto, tanto è vero che portavano l'emblema di un cinghiale sugli stendardi e il simbolo sugli elmi. Poiché le reliquie del santo erano giunte in Francia, i primi cristiani celti trasferirono nel santo gli attributi del dio pagano e nelle leggende di Sant'Antonio Abate ecco che s'inserisce il cinghiale, diventato poi maiale per estirpare il ricordo precristiano, e nascono due leggende per cristianizzare gli emblemi. La prima racconta che il cinghiale-maiale fosse il diavolo sconfitto da Antonio resistendo alle tentazioni; la seconda dice che un giorno il santo guarì un maialino e da quel momento questi lo seguì fedele come un cane.
Antonio, inoltre, è considerato il patrono del fuoco; secondo alcuni i riti attorno alla sua figura testimoniano un forte legame con le culture precristiane, soprattutto quella celtica e druidica. E' nota infatti l'importanza che rivestiva presso i Celti il rituale legato al fuoco come elemento beneaugurante, ad esempio in occasione delle feste di Beltaine e di Imbolc: quest'ultima ricorrenza, che veniva celebrata il primo febbraio, salutava la fine ormai prossima dell'inverno e il ritorno imminente della bella stagione, con le giornate che iniziano ad allungarsi.

Sant’Antonio Abate, nella biografia scritta dal suo discepolo Atanasio, nacque in Egitto, a Coma, una località sulla riva sinistra del Nilo, intorno all'anno 250. Malgrado appartenesse ad una famiglia piuttosto agiata, mostrò sin da giovane poco interesse per le lusinghe e per il lusso della vita mondana: alle feste e ai banchetti, infatti, preferiva il lavoro e la meditazione, e alla morte dei genitori distribuì tutte le sue sostanze ai poveri. Compiuta la sua scelta di vivere come un eremita, si ritirò dunque in solitudine a lavorare e a pregare, dapprima nei dintorni della sua città natale e successivamente nel deserto. Intorno al 311 si recò ad Alessandria per prestare aiuto e conforto ai cristiani perseguitati dall'imperatore Massimiano; poi si ritirò sul monte Qolzoum, sul Mar Rosso, ma dovette tornare ad Alessandria poco tempo dopo per combattere l'eresia ariana, sempre più diffusa nelle zone orientali dell'impero.
Antonio fu molto longevo: la morte (da lui stesso predetta) lo colse infatti all'età di 105 anni, il 17 gennaio del 355 d. c. (o356), nel suo eremo sul monte Qolzoum. Sulla sua tomba, subito oggetto di venerazione da parte dei fedeli, furono edificati una chiesa e un monastero; le sue reliquie nel 635 furono portate a Costantinopoli , per poi dirigersi verso la Francia a cavallo tra il IX e il X secolo.
Una festa, dunque, di origini antichissime, festa di buon auspicio per il futuro e all'insegna dell'allegria: in passato, ma anche oggi.



Comitato Parrocchiale Chiesa delle Anime Brindisi


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