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Brindisi, Palma (Brindisi Prodest): "abbattere i tempi ed i costi della burocrazia"



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Brindisi, 24/01/2008

Palma (Brindisi Prodest): "abbattere i tempi ed i costi della burocrazia"

Il desiderio è quello di lanciare un appello ai nostri concittadini perché insieme aspireremmo a dimostrare che non è vero che Brindisi non sa uscire da sé dai propri vizi, dalle proprie abitudini e che tutto debba sempre finire ancor prima di cominciare.
Il proposito è quello di introdurre un tema che mai nessuno dei nostri (eletti da noi) amministratori ha mai affrontato, probabilmente perché costituisce un grosso handicap dover dichiarare anzitempo che si vorrebbe mettere ordine nella struttura della quale ci si accinge, se eletti, a diventare in qualche modo responsabile. Intendiamo parlare di coloro che si candidano alla carica di Sindaco, Presidente della Provincia e/o Presidente della Regione, ma anche di Assessore e/o Consigliere Comunale, Provinciale e Regionale.
Probabilmente non tutti sanno che il 50% del totale di ciò che serve ai cittadini è rappresentato dai servizi forniti dalle Amministrazioni locali – Comune, Provincia e Regione – per cui il miglioramento delle prestazioni di questi Enti rappresenterebbe un grosso passo avanti verso l’accelerazione della attività produttiva delle stesse e, di conseguenza, un notevole risparmio di tempo e denaro per tutti i cittadini.
Tutti coloro che eleggiamo alle cariche pubbliche non hanno mai portato nei loro programmi l’avvio di una riforma dei servizi della Pubblica Amministrazione, nel senso di soddisfare le richieste degli stessi in tempi certi e più brevi.
Ecco perché le istituzioni in generale hanno bisogno di recuperare sul piano della fiducia il consenso dei cittadini, per cui la riduzione dei tempi e degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese è certamente negli auspici di tutti gli elettori. Si tratta, in altri termini, di ridurre all'osso l'iter per ottenere le autorizzazioni necessarie ad avviare una qualsiasi attività, specialmente quando la documentazione inizialmente richiesta è completa e, quindi, l'autorizzazione può e deve essere rilasciata immediatamente, abbattendo in tal modo i tempi morti, che costano sempre tanto a tutti.
Senza andare molto lontano, basterebbe abbattere i tempi dei vari passaggi che una pratica deve fare dal momento della sua presentazione al momento in cui viene in possesso di chi materialmente la deve istruire.
Sul fronte dei costi tutti i tempi morti causano ogni anno alle piccole e medie imprese un onere complessivo di 15 miliardi di euro, l’equivalente di un punto del Prodotto interno lordo. Per l’esattezza, un imprenditore italiano deve sostenere una spesa di 3.800 euro, contro i 3.000 di un francese o tedesco, mentre uno statunitense paga appena 125 euro. E non meno pesante è il fardello per le imprese che hanno superato la fase di start up.
Di fronte a questi numeri, prodotti da una burocrazia miope e dai disservizi degli addetti agli uffici pubblici e che rappresentano un vero e proprio ostacolo alla crescita ed alle esigenze di sviluppo economico, ci dovrebbe essere una vera e propria rivoluzione.
Sembra che anche in campo nazionale si siano accorti, finalmente, che se si semplifica tutti possiamo trarne maggiori vantaggi.
Semplificare significa abbattere obblighi, autorizzazioni, carte, bolli, spese, certificati, ispezioni preventive, per¬messi per vecchi regolamenti, cavilli, manuali, corsi di formazione e soprattutto sigle, tante sigle, perlopiù incomprensibi¬li, ma cosa più importante, è non imbarcarsi su una nave che durante il suo lungo navigare incontrerà una pletora di provvedimenti regolanti, sempre in continua evoluzione.
Infatti, in Italia abbiamo un incremento mas¬siccio della legislazione, che ha raggiunto dei picchi nu¬merici esorbitanti sino al punto che nessun organo, ad oggi, è in condizioni di sapere, con precisione, quante sono le leggi, sfornate dal Parlamento, dalle Regioni e dalle Province autonome. Tutto ciò, com’è ovvio, complica la quoti¬dianità e carica il cittadino di obblighi a non finire, spesso nemmeno conosciuti e compresi da coloro che passano per esperti e consu¬lenti. In più, vi è il diffuso vezzo, tutto italico, di variare, continuamente, le leggi approvate, illudendosi che le regolamentazioni possano tenere il passo con le muta¬zioni multiple di una società in continua evoluzione.
Vi è pure da osservare che le modifiche legislative, complicano, in molti ca¬si, il sistema, lo rendono bal¬lerino, ostico a capire, acca¬vallato a richiami preceden¬ti, provocando, in tal modo, ulterio¬ri danni e aprendo le cateratte delle cosiddette inter¬pretazioni, implementate dal giudice ordinario o giurisdi¬zionale.
Ecco perché è auspicabile che le pratiche avviate presso le Pubbliche Amministrazioni abbiamo un iter molto breve, proprio per non incorrere nell’inconveniente, non da poco, di dovere continuamente rivisitare il materia¬le prodotto, aggiornare le documentazioni e quant’altro richiesto, il tutto accompagnato da un ulteriore aggravio del burocraticismo, aiutato, a sua volta, da una macchina pubblica non sempre all’altezza della situazione, che essa stessa stenta a raccapezzarsi ed a fornire risposte pronte ed appropriate, non affidate alla interpretazione del pseudo leguleio di turno. In conclusione, questo nostro discorso è indirizzato ai politici, ai sindacalisti e ai politologi, ai quali consigliamo vivamente di interrogarsi sui malesseri che ci affliggono, specialmente in riferimento alle sacche di scarsa produttività, e per i quali dovrebbero trovare le giuste soluzioni o almeno risposte conseguenti. La Pubblica amministrazione non può essere lasciata nelle condizioni di arretratezza ed inefficienza in cui é, salvo che ciò non torni utile agli stessi, perché solo così riescono a percepire i potenziali vantaggi ed i ritorni in termini di rendita politica, assistenziale e clientelare.
L’invito a tutti i concittadini è perciò quello di non lasciarsi fuorviare dai tanti battibeccanti politici, che dicono ben poco rispetto ai problemi reali delle nostre comunità, ma di pretendere da chi sollecita il voto, l’impegno ad adoperarsi per abbattere i tempi ed i costi della burocrazia, all’interno della quale si é abbassato, purtroppo, il livello professionale, generando rivalità e conflittualità in danno della meritocrazia, che bisognerebbe recuperare per rispetto alle risorse pubbliche e per riconquistare l’affezione popolare alla politica.
E' vero, i problemi sono tanti, ma risolverli e governarli è, o dovrebbe essere, compito degli amministratori della cosa pubblica.

Franco Palma
Presidente Brindisi Prodest


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