Brindisi, 07/03/2008
Francesco Argentieri torna agli arresti domiciliari
Il Tribunale di Sorveglianza di Lecce, all’udienza del 04.03 c.a. e con provvedimento depositato in data odierna, ha disposto la sospensione del precedente provvedimento con il quale ARGENTIERI FRANCESCO era stato nuovamente arrestato per l’esecuzione della pena definitiva di anni 5, mesi 9 e giorni 10 di reclusione, per un residuo ancora da espiare di poco meno di due anni. Argentieri pertanto è stato oggi scarcerato ed ha nuovamente raggiunto la comunità terapeutica Emmanuel di Brindisi in regime di arresti domiciliari.
Il Tribunale di Sorveglianza ha accolto la richiesta di sospensione formulata dalla difesa all’esito della proposizione del ricorso per Cassazione avverso il primo provvedimento di rigetto della richiesta di misure alternative alla detenzione.
In sostanza il collegio leccese ha ritenuto che la protrazione dello stato di detenzione di Argentieri, in attesa della decisione della Suprema Corte su temi di particolare complessità dal punto di vista giuridico, possa creargli forte pregiudizio, dal momento che lo stesso seguiva un serio percorso di recupero dall’alcoldipendenza.
Il difensore ha l’obbligo di comunicare la decisione assunta dal Tribunale di Sorveglianza, atteso che nei giorni scorsi la notizia dell’arresto di Argentieri è stato riportata con enfasi anche forse eccessiva, nella indicazione dello stesso quale asserito capo di associazioni criminali di stampo mafioso.
La realtà è, invece, che Argentieri Francesco da quasi due anni si trovava, prima della breve recente carcerazione, presso la comunità Emmanuel di Brindisi per seguire un programma terapeutico per alcoldipendente, circostanza che pur costituendo all’evidenza dato sensibile, è stata tuttavia riportata in modo peraltro distorto dalla stampa.
Dato acquisito dai mass media attraverso comunicati stampa dai toni quasi trionfalistici, nella esecuzione di un provvedimento di carcerazione per fatti risalenti nel tempo e per i quali Argentieri aveva espiato più di due terzi della pena irrogatagli.
Il Tribunale di Sorveglianza di Lecce ha pertanto consentito al condannato di rientrare nella struttura che da tempo lo segue con professionalità ed impegno, nel difficile percorso del recupero da una dipendenza patologica.
Tanto dovevo a tutela degli interessi del mio assistito.
Avv. Ladislao Massari
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