Brindisi, 21/03/2008
Provincia: "Enel non ha prodotto i dati". Intanto peggiora la qualità dell'aria
In relazione ai frequenti riferimenti sulla stampa a controanalisi dell’ENEL sui terreni agricoli brindisini inquinati, e alle pur autorevoli prese di posizione sulla base delle stesse, è opportuno comunicare che ad oggi alla Provincia di Brindisi non risulta essere stato prodotto agli Enti Locali studio di parte alcuno sulla questione.
La consegna di studi fu annunciata per la prima volta da esponenti dell’ENEL in occasione della riunione in Prefettura con gli agricoltori del 12 novembre 2007. Da allora quello e ogni ulteriore annuncio è rimasto solo tale.
Al di là di questa o quella presa di posizione, al di là di qualunque tavolo insediato presso qualunque Assessorato regionale, per di più aperto a periti di parti non ammissibili perché potenzialmente portatrici di interessi diversi da quello della disinteressata disamina di grave fenomeno, si ricorda che sulla base della Legge 42/98 quello di Brindisi è Sito Inquinato di Interesse Nazionale, nel quale l’iter di bonifica – dalle procedure di caratterizzazione del potenziale inquinamento, alle prescrizioni di analisi del rischio, di messa in sicurezza di emergenza e di bonifica, alla restituzione agli usi legittimi - è nella competenza del Ministero dell’Ambiente.
Nello stato di diritto Italia è la Legge, e non l’autorevole parere di nessuno, a stabilire se un terreno è inquinato o no, e attraverso quali analisi.
Sulla base della caratterizzazione svolta da società a capitale pubblico e avvalorata dall’ARPA con presa d’atto del Ministero dell’Ambiente, i terreni agricoli intorno alla centrale di Cerano e all’asse attrezzato dell’ENEL sono risultati inquinati, a tal punto che il Ministero dell’Ambiente ha prescritto la messa in sicurezza d’emergenza dell’area e l’elaborazione del progetto di bonifica, con valutazione della “necessità di emettere ordinanza di divieto di coltivazione … a salvaguardia della salute umana”, e che il Dipartimento di Prevenzione della ASL ha indicato la necessità di disporre “il divieto di coltivazione al fine di evitare rischi o danni alla salute pubblica almeno fino a quando non sarà dimostrato, inequivocabilmente, il totale risanamento ambientale”.
I dati della caratterizzazione certificano esistente su quei terreni quello che per legge è inquinamento, e il parere di nessuno può prevalere sulle modalità di legge di tutela dell’interesse pubblico. Le argomentazioni di chi vuole dimostrare che i terreni di Cerano non sono inquinati hanno purtroppo l’effetto di creare inopportuna e non disinteressata confusione.
Dall’analisi di rischio, condotta con modalità su cui il committente Commissario Delegato in persona deve garantire il territorio, si saprà se quell’inquinamento si trasmette ai prodotti agricoli.
Dalla rilevazione ARPA del fondo naturale, attraverso analisi sui terreni di altre aree brindisine sufficientemente lontane da quei terreni sfortunati, si saprà se in effetti l’inquinamento è presente solo lì o è endemico e si potranno ricostruire eventuali responsabilità sullo stato ambientale rilevato.
Si conferma peraltro la già annunciata soddisfazione per l’intesa che venisse eventualmente raggiunta tra agricoltori interessati, Regione ed ENEL per la riduzione dell’impatto visivo della Centrale di Cerano e del relativo asse policombustibile attrezzato attraverso colture non alimentari.
Si informa intanto che la Provincia ha trasmesso alla Procura della Repubblica un aggiornamento sui di nuovo allarmanti dati delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria nel sud della provincia e documentazione ENEL relativa allo stato dei dispositivi di contenimento delle emissioni di polveri in atmosfera
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BRINDISI
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