Brindisi, 28/03/2008

Banditi del clima: aderiscono i consiglieri del centrosinistra

Il 30 novembre 2007 alcuni attivisti di Greenpeace entrarono nella centrale Enel di Cerano ed aprirono degli striscioni di protesta. Con questa azione dimostrativa Greenpeace intendeva ricordare che il carbone rappresenta il nemico numero uno del clima e desiderava porre all'attenzione della stampa e dei cittadini i danni prodotti dalla centrale a carbone di Brindisi Sud, "il primo impianto per emissioni di gas serra in Italia, con 14,4 milioni di tonnellate di CO2 nel 2006" (le immagini del blitz di Greenpeace).

Alla fine di dicembre il Questore di Brindisi ha emanato un provvedimento con cui dichiarava "socialmente pericolosi" 12 attivisti di Greenpeace che avevano partecipato alla manifestazione ed ha notificato loro il provvedimento di divieto "di fare ritorno nel comune di Brindisi e frazioni per anni tre".
Nei mesi seguenti Greenpeace, giudicando l'azione del Questore come un grave precedente atto a limitare il diritto di manifestare in modo pacifico, ha impugnato il provvedimento. Non solo. Sul proprio sito internet, l'associazione pacifista ha lanciato l'iniziativa “I banditi del clima” ed ha invitato i cittadini ad inviare una proprio foto per difendere "le azioni dirette e non-violente di Greenpeace". Sulle pagine internet sono state pubblicate le foto dei "banditi". Studenti, lavoratori, madri e padri con un "pericoloso" obiettivo comune: difendere l'ambiente e la salute!

La singolare forma di protesta è stata ripresa oggi da alcuni consiglieri comunali di Brindisi. Nel corso della seduta consiliare destinata al dibattito sul bilancio di previsione 2008, i consiglieri del centrosinistra hanno esposto sui propri banchi i cartelli con su scritto "Anche io bandito del clima - Greenpeace".

Ore.Pi.

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