Brindisi, 31/03/2008
Operazione Canali: il comunicato dei Carabinieri
All’alba, circa 300 carabinieri del comando provinciale di Brindisi, e delle compagnie operative d’intervento del battaglione mobile, oltre che unità cinofile e elicotteristi, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, in Torre Santa Susanna ed in altre località della provincia e del territorio nazionale, hanno eseguito 24 arresti di soggetti costituenti il clan “Bruno”, frangia della sacra corona unita, responsabili di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, contrabbando, armi, estorsioni.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal g.i.p. di Lecce dott. Vincenzo Scardia, è stata eseguita nei confronti di:
- Berardini Cosimo, 35enne da Latiano;
- Torsello Damiano, 71enne, Totaro Dario, 24enne, Simmini Salvatore, 39enne, Ammaturo Cosimo, 34enne, Carluccio Cosimo, 33enne, Ammaturo Francesco, 35enne, Coccioli Silvio, 45enne, tutti da Torre Santa Susanna;
- Diviggiano Salvatore, 47enne da Mesagne;
- Vitale Laura, 25enne, Vitale Daniele, 31enne, Schiavone Vincenzo, 30enne, Sabella Gianni, 22enne, Cafueri Mario, 25enne, Fai Giuseppe, 25enne, Fai Graziano, 31enne, Fai Pietro, 28enne, Fai Vito, 42enne, tutti da Tuturano;
- Piccinno Rosario, 28enne da San Pietro Vernotico;
- Bleve Vincenzo, 39enne, Rosafio Juri, 31enne e Saponaro Gianluca, 26enne, tutti da Tuturano, già in carcere per altre cause;
- Furone angelo, 41enne da Salice Salentino, unico ad aver ottenuto gli arresti domiciliari.
La complessa ed articolata attività investigativa conclusasi con l’odierna operazione venne avviata dal reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Brindisi nel marzo 2004 e sviluppata anche con la collaborazione del personale delle stazioni di Tuturano e Torre santa susanna. L’inizio fu determinato dall’occorrenza di assicurare alla giustizia Cafueri Cosimo, esponente apicale del gruppo storico della Sacra Corona Unita – fazione Buccarella Salvatore –, sottrattosi alla cattura per l’espiazione della pena dell’ergastolo inflittagli per il reato di omicidio, alla quale era stato definitivamente condannato.
Le indagini consentirono subito di stabilire che, durante il periodo di latitanza, il Cafueri stava cercando di riorganizzare gli esponenti delle decapitate consorterie criminali di Tuturano e dintorni per costituire un nuovo sodalizio con cui gestire le varie attività illecite e, prima tra tutte, il traffico e lo spaccio di droghe pesanti.
Nel contesto successivo si acquisiva una quantità di elementi altamente indizianti in ordine alle predette attività delittuose, ottenuti soprattutto da intercettazioni di conversazioni tra presenti svolte sull’autovettura renault clio in uso a rosafio juri e nella continua disponibilità di tutti i personaggi che fornivano concreto supporto logistico ed economico al citato latitante.
Ancora, si poteva stabilire che tutti i soggetti in questione, per la maggior parte identificati, erano in organico ad una compagine criminale riconducibile al menzionato cafueri, inoltre, le stesse risultanze investigative venivano avvalorate dalle propalazioni rese da taurisano antonio, il quale oltre ad attribuirsi responsabilità circa il suo ruolo nel contesto associativo di appartenenza, riferiva della consistenza nonché dei ruoli ricoperti dai componenti della consorteria in questione ed in particolare del ruolo di Fai Vito, elemento di primo piano del gruppo. di quest’ultimo, infatti, emergevano i continui e stretti contatti con Bruno Andrea, capo zona della Sacra Corona Unita in Torre Santa Susanna.
La successiva laboriosa attività eseguita con il ricorso a sofisticate apparecchiature, combinato con l’ascolto in tempo reale delle conversazioni, è stata decisiva per individuare i luoghi in cui era nascosta la sostanza stupefacente e procedere al relativo sequestro, oltre che per localizzare gli interlocutori e così avvalorare i legami consortili tra gli indagati. ne sono infatti scaturite le seguenti operazioni:
- 26.02.2005 in Torre Santa Susanna, all’interno di un muro a secco delimitante la proprietà dei Bruno, rinvenimento e sequestro di materiale chimico, acetone ed etere etilico utilizzabile per la raffinazione e l’estrazione di sostanze stupefacenti;
- 17.06.2005 in Torre Santa Susanna, arresto di Bruno Vincenzo di Giuseppe e Tarantino Giovanni, intenti a smontare un autocarro di provenienza furtiva;
- 17.09.2005 in Torre Santa Susanna, sequestro di 500 grammi di cocaina e di una pressa idraulica per il confezionamento della stessa sostanza. nella circostanza venne arrestato in flagranza di Melechi’ Cosimo e, successivamente, di Melechi’ Emanuele, entrambi ritenuti responsabili della detenzione;
- 01.03.2006 in agro di Mesagne, sequestro di kg 1,7 di cocaina, gr 6 di hashish, kg 1,079 di eroina, nr. 4 pistole, nr.2 fucili a canne sovrapposte, munizionamento vario ed un’altra una pressa idraulica. nella circostanza venne tratto in arresto Diviggiano Salvatore.
I riscontri oggettivi portarono alla individuazione un agguerrito nucleo associativo di natura mafiosa strutturalmente composto dagli odierni indagati e riconducibile al Bruno Andrea, elemento di primo piano della struttura associativa di tipo mafioso denominata sacra corona unita, già in organico ad una delle più agguerrite fazioni capeggiata dal fratello Ciro.
Questo personaggio, come ampiamente emerso e documentato, riacquistata la libertà, ha riorganizzato, con le stesse metodologie di natura mafiosa, un agguerritissimo nucleo associativo dotato di notevoli potenzialità nel settore del traffico internazionale di stupefacenti del tipo pesante, del traffico di t.l.e. e di armi.
• FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE
Commissione di una serie indeterminata di reati con particolare riferimento a:
- detenzione illegale di armi;
- traffico internazionale di sostanze stupefacenti;
- contrabbando di t.l.e.;
- controllo delle attività e dei traffici illeciti realizzati da altri gruppi criminali;
- infiltrazioni nel tessuto connettivo delle amministrazioni locali.
• MATRICE MAFIOSA
Carattere associativo del vincolo, natura gerarchica dello stesso e rapporto di comparatico tra gli associati:
- nessuno può permettersi di fare nulla senza l’ordine del capo;
- i sodali si chiamano tra loro “compà” e vengono indicati dai loro capi come “i miei ragazzi” “i tuoi ragazzi”, linguaggio tipico di una radicata cultura mafiosa.
• PATTO DI MUTUA ASSISTENZA DA PARTE DI TUTTI GLI ASSOCIATI
Elargizione di denaro ai sodali in carcere ed alle loro famiglie.
• CONTROLLO DEL TERRITORIO
- Tentativo di ottenere informazioni sulle indagini sul conto dei sodali; pieno e totale interessamento delle iniziative e delle attività del comandante e dei carabinieri della stazione di Torre S.S., in gergo chiamati “cani”;
- Controllo dei pregiudicati locali e nello specifico sulle loro attività illecite la cui attuazione era subordinata al loro placet.
• INFILTRAZIONE NEL TESSUTO CONNETTIVO DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI:
Attraverso una ricerca sistematica di voti da destinare ai candidati di una parte politica al fine di creare un vincolo di sudditanza di alcuni amministratori comunali e regionali tale da consentire al bruno andrea di perseguire i suoi interessi, parte dei quali per specifica tipologia richiedono l’intervento della regione (costruzione del parco eolico); di qui l’interessamento verso le elezioni amministrative regionali e la sempre ricorrente affermazione secondo cui appoggiando tali personaggi la propria famiglia avrebbe ottenuto favori.
• NATURA ARMATA DEL VINCOLO ASSOCIATIVO:
I sodali hanno potuto contare sulla disponibilità di armi, di cui ne veniva preventivamente testata l’efficienza, che all’occorrenza venivano distribuite con modalità tipicamente militari. tra queste vi erano fucili a canne mozze e pistole cal. 38, 9x21, 7,65 e 357 magnum.
• NATURA CRIPTICA DEL LINGUAGGIO USATO:
Nelle conversazioni affaristiche si parlava di formaggio, di ricotta, pillole, acqua e tipi di acqua, mandorle e ceci, termini utilizzati in sostituzione dei beni o delle sostanze oggetto delle illecite transazioni;
• FORZA INTIMIDATRICE
Forza di intimidazione, condizione di assoggettamento e di omertà:
il clan Bruno mostra di essere nelle condizioni di impedire la vendita di immobili da parte di proprietari sgraditi, ovvero di veicolare l’esito di aste giudiziarie al fine di impedire che terreni limitrofi ai propri possedimenti venissero acquistate da persone a loro non gradite. sintomatiche di tali atteggiamenti sono le vicende che seguono:
- Guerriero Cosima, già collaboratrice di giustizia, tenta di vendere un terreno ubicato in agro di Torre S.S. al Pungente Oronzo, ma l’intervento del Bruno Andrea, che massacra di botte il Pungente, induce quest’ultimo a rinunciare all’acquisto;
- Guerriero Cosima tenta di vendere un’abitazione a tale Panarese Cosimo, con il quale stipula un preliminare di compravendita, ma il panarese rinuncia all’acquisto perché impaurito dalle scritte apposte sui muri esterni della casa, del tipo “chi compra muore ok” oppure “non si compra se no si muore”;
- ad un’asta giudiziaria la società Pawood di Padula Ugo, corrente in Torre, si aggiudica un capannone, per l’importo di € 70.900,00, al quale erano interessati i f.lli Torsello, figli di Damiano, fedelissimo di Bruno. Subito dopo, il duplice danneggiamento di un vigneto coltivato a tendone, l’incendio delle abitazioni estive con conseguente crollo e lo sfondamento del portone d’ingresso della falegnameria di proprietà inducevano il Padula Ugo a rivendere il capannone, ormai individuata causa dei suoi guai, ai f.lli Torsello, determinando così il ripristino della sua tranquillità.
• ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA AL TRAFFICO DI DROGA
a. Traffico internazionale di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish ed ecstasy, con il Bruno Andrea fornitore principale e destinatario degli introiti di vendita dei gruppi sottoindicati;
b. immissione della droga nel circuito della tossicodipendenza anche col sistema del conto vendita, diffuso in realtà criminali del tipo organizzato;
c. articolazioni territoriali, in Tuturano e Torre S.S., dei gruppi impegnati nell’attività sub b;
Le indagini sono state coordinate dalla procura della Repubblica di Brindisi nella fase iniziale, poi sono passate per competenza alla D.D.A. di Lecce e quindi seguite dal dott. Leonardo Leone De Castris, collaborato dal dott. M. De Nozza, all’uopo temporaneamente distaccato presso la D.D.A. di Lecce.
L’ordinanza di applicazione delle misure cautelari per 28 appartenenti alla delineata societas sceleris è stata emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce Dott. Vincenzo Scardia.
• IMPUTAZIONI (A VARIO TITOLO)
- art. 416 bis commi 1, 3, 4 e 5 c.p. per avere fatto parte di un’associazione armata di stampo mafioso, qualificabile quale frangia torrese della Sacra Corona Unita riconducibile a Bruno Andrea, finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati con particolare riferimento alla detenzione illegale di armi, al traffico di sostanze stupefacenti, al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, nonché al controllo delle attività criminali e dei traffici illeciti realizzati nel territorio di torre s.susanna e zone limitrofe, da altri gruppi criminali;
- artt. 110, 61 n.2 c.p., 10 12 legge 497/1974 per avere, in concorso tra loro, illegittimamente detenuto e portato in luogo pubblico diverse armi comuni da sparo di marca sconosciute, anche nell’ambito del programma criminoso di cui al capo precedente, tra cui fucili a canne mozze e pistole calibro 38, 9x21, 7,65 e 357 magnum;
- art. 74 commi 1, 2 e 3 del d.p.r. 309/90, per aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, in particolare del tipo cocaina, hashish ed ecstasy, anche composta da persone dedite all’uso delle stesse;
- artt. 110 c.p. e 73 comma 1 d.p.r. 309/90, perché in concorso tra loro, al di fuori delle previsioni di cui agli artt.17 e 75 del citato d.p.r., illecitamente detenevano al fine di cederla a terzi rilevanti quantitativi di sostanze stupefacenti; artt.110 c.p. e 291 bis d.p.r. 43/1973, perché in concorso tra loro introducevano, vendevano, trasportavano, acquistavano e/o detenevano un quantitativo di tabacco lavorato estero superiore a dieci chilogrammi.
- artt.56 e 628 comma 3 nr.1 c.p., perché al fine di trarne un ingiusto profitto ponevano in essere idonei atti diretti in modo non equivoco ad impossessarsi di denaro e valori nella disponibilità dell’ufficio postale di Monteroni (Le);
- art. 648 bis c.p., perché procedendo allo smontaggio di un camion provento di furto denunciato in data 14.06.2005, al quale era stato rimosso il motore, la cabina, il cassone ribaltabile e le ruote anteriori, nonchè effettuando il taglio dei longheroni riportanti il numero di telaio, compivano operazioni finalizzate ad ostacolare la provenienza delittuosa del veicolo.
COMUNICATO STAMPA REGIONE CARABINIERI PUGLIA -
COMANDO PROVINCIALE DI BRINDISI
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