Brindisi, 30/04/2008
Forum: "il futuro del polo energetico brindisino"
Le ultime notizie in merito alla quantità di carbone che giunge a Brindisi, a quanto pare 11,5 milioni di tonnellate annue, ripropongono la necessità di scelte nette sul futuro del polo energetico.
L’ENEL nega qualsiasi responsabilità in merito all’inquinamento dei terreni limitrofi al nastro trasportatore, sequestrati con ordinanza sindacale, ed anzi nega l’esistenza dell’inquinamento fornendo risultati di analisi tanto più discutibili in quanto non si capisce come abbia potuto effettuare prelievi in terreni sequestrati o di altrui proprietà. Le istituzioni, dal canto loro, non riescono a definire strategie o scelte concrete che fermino lo strapotere di ENEL ed Edipower e certamente, in tal senso, sono controproducenti iniziative che prevedano l’intervento delle Società elettriche in programmi culturali del Comune o in illuminazioni artistiche, con notevole ritorno d’immagine.
Non è produttivo neppure il costituire una società pubblica a cui il Comune intenderebbe affidare il compito di stipulare con le società elettriche contratti per cessione sottocosto di energia elettrica, a cittadini e imprese senza aver prima concordato l’impegno a ridurre del 25-30% la produzione elettrica e, soprattutto, il quantitativo di carbone da bruciare in centrale.
E’, infine, risibile l’affermazione di chi torna a sostenere che il rigassificatore risolverebbe il problema dell’ escalation del consumo di carbone. Infatti l’utilizzo del metano in un impianto a ciclo combinato significa realizzare una nuova centrale e non semplicemente mutare il combustibile utilizzato in impianti che ENEL ed Edipower hanno gestito, gestiscono e vogliono continuare a gestire con il massimo profitto ed il minimo costo mentre i costi sanitari ed ambientali li pagheranno i cittadini.
Alle istituzioni locali ed ai partiti,il Forum chiede di assumere di comune accordo, un atteggiamento fermo perché non sono l’intransigenza e la mancanza di dialogo con le società elettriche a rendere deboli le istituzioni (l’ordinanza Arina del 1994 lo testimonia) ma l’attendismo, la titubanza e le divisioni interne.
COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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